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IndyCar – Pato O’Ward svetta nei test di Laguna Seca

L’IndyCar Series, dopo Sebring e Barber Park ha fatto scalo martedì per una ulteriore sessione di test prestagione a Laguna Seca.

Presenti quattro squadre ed otto vetture per Arrow McLaren SP, Dale Coyne Rcing, Reyer Shank Racing e Ed Carpenter Racing. Questi ultimi si sono presentati col solo Rinus VeeKay, mentre per il team di Zak Brown e Sam Schmidt è stata l’occasione di presentare in pista sia il terzo pilota Juan Pablo Montoya, che le nuove livree, ben distinguibili tra loro, per Felix Rosenqvist e Pato O’Ward.

E proprio il messicanino è stato l’autore del miglior tempo, seppur non ufficiale, della giornata. A seguire le due DW12-Honda di Dale Coyne, con Ed Jones a precedere il deb di lusso Romain Grosjean, il quale dimostra quindi di proseguire con profitto nell’acclimatamento alla serie americana.

Fanalini di coda i due “vecchietti”, Montoya ed Helio Castroneves, col brasiliano alla prima presa di contatto con la seconda vettura del Meyer Shank Racing.

La giornata si è svolta senza incidenti o uscite di strada sull’iconico tracciato californiano. Nota di colore, il ritardo della fornitura del carburante che ha fatto tremare i polsi alle squadre fino al primo pomeriggio, allorquando si è finalmente mostrato il camion dedicato al trasporto dell’E85.

In attesa del season opener di Barber Park del 18 aprile, diverse squadre tra cui Chip Ganassi Racing, Arrow McLaren SP e Dale Coyne racing, hanno in programma sessioni private di test su circuiti stradali, mentre il primo test su ovale, presenti ben sei team e quindici piloti, è previsto il 31 marzo al Texas Motor Speedway, che ricordiamo ospiterà il doublehader dell’1-2 maggio.

Piero Lonardo

Foto: IndyCar

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IndyCar – Grosjean, primo outing a Barber, ma il più veloce è VeeKay

Martedì è stato il giorno del debutto ufficiale nell’IndyCar Series per Romain Grosjean. Il 34enne transalpino si è infatti accomodato sulla DW12-Honda #51 del Dale Coyne Racing with Rick Ware per saggiare i propri limiti sulla pista di Barber Park.

L’occasione è stata data da un nuovo test collettivo dopo le prime uscite di Sebring, che ha visto partecipare, oltre alla squadra di Plainfield, anche il Team Penske, l’Ed Carpenter Racing, il Rahal Letterman Lanigan ed il Team Foyt, tutti al completo, per un totale di ben dodici vetture.

Anche se gli occhi erano tutti chiaramente puntati su Grosjean, il miglior tempo non ufficiale di 1.06.518 è stato appannaggio di Rinus VeeKay, a riprova del talento indiscusso del Rookie of the Year uscente. A seguire Sebastien Bourdais, ormai avvezzo alle continue rinascite, che però a differenza dell’olandese, ha reso noto di non aver utilizzato push-to-pass in occasione della sua migliore prestazione.

Alla fine della giornata Grosjean sarà ultimo in questa lista dei tempi, a poco meno di 1” dai primi, ma trattandosi del debutto assoluto in pista non si può che essere soddisfatti della prestazione dell’ex F1, portatosi peraltro a meno di un decimo dal suo nuovo compagno di squadra, Ed Jones, nonostante un testacoda in curva 1 dell’insidioso tracciato dell’Alabama.

Da un noto media statunitense è peraltro emersa la notizia che Gene Haas era pronto a sponsorizzare l’avventura del suo ex-pilota in IndyCar, ma che dopo il crash quasi fatale in Bahrain non se l’è più sentita. “Ha una moglie e tre figli, gli ho solo detto che non me la sentivo di dargli del denaro per uccidersi. Sentivo che aveva bisogno di rimanere a casa ad occuparsi della sua famiglia” avrebbe affermato Haas, nel ricordare la dinamica del drammatico incidente di Sakhir.

Ad ogni modo Grosjean ha trovato il sostegno di due suoi connazionali quali Bourdais ed Olivier Boisson, il suo ingegnere di macchina, coprotagonista dei successi col nativo di Le Mans nell’era ChampCar e oltre.

Ricordiamo che Barber Park sarà teatro del season opener 2021 della serie, il 18 aprile prossimo.

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Nel frattempo, sono state diffuse le immagini di ulteriori nuove livree, tra cui spicca sicuramente quella della DW12-Honda #48 di Jimmie Johnson.

Piccolo cambiamento infine nella schedule parziale di Helio Castroneves al Meyer Shank Racing. Il popolare “Spider-man” sarà in azione a Nascville  l’8 agosto invece di debuttare coi nuovi colori a Barber Park. Il programma di sei corse totali si completerà con il GP di Indianapolis e la 105ma Indy 500, per chiudersi nel trittico del finale di stagione comprendente Portland, Laguna Seca e Long Beach.

Va detto infine che l’atteso annuncio della partnership tra Michael Andretti e Michel Jourdain Jr. annunciato nei giorni scorsi si è concretizzato solamente in una entry condivisa nella Super Copa, il campionato turismo messicano. Piccola delusione quindi per chi pensava di vedere riuniti i due ex-contender dei tempi della CART.

Piero Lonardo

Foto: IndyCar, Team Ganassi

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IndyCar – Conor Daly confermato all’ECR

Come anticipato su queste pagine nei giorni scorsi, Conor Daly è stato confermato per la prossima stagione dell’IndyCar Series in seno all’Ed Carpenter Racing.

Daly come lo scorso anno si alternerà col team owner nei circuiti stradali e cittadini, vale a dire la maggior parte della schedule 2021 (ben 13 gare su 17), più la 105ma edizione della Indy 500, in questo caso sulla terza macchina del team, al fianco di Ed Carpenter e del Rookie of The Year 2020, Rinus VeeKay.

A garantire la permanenza dl 29enne figlio d’arte nel team, ancora una volta la U.S. Air Force, già sponsor di Daly lo scorso anno, che apparirà sulla vettura per 10 delle gare stradali, più la Indy 500.

Ancora aperta invece la caccia al sedile della DW12-Honda #88 dell’Andretti Harding Steinbrennner Autosport, così come si attende la conferma del programma in seno al Carlin per Max Chilton, il quale, ricordiamo, ha deciso di evitare gli ovali, fatta eccezione per la Indy 500.

Piero Lonardo

Foto: IndyCar Series

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IndyCar – Long Beach va a settembre. Kellett completa per Foyt

Il Grand Prix of Long Beach cambia data e diventa il season finale dell’IndyCar Series 2021.

La gara, uno dei capisaldi della schedule della serie, viene spostata al 26 settembre, completando così un trittico dell’ovest con Portland, Laguna Seca e appunto, il cittadino californiano che si svolgerà in tre weekend consecutivi, con evidenti vantaggi dal punto di vista logistico per team e piloti.

Ricordiamo che il Grand Prix di Long Beach non si è disputato nel 2020 causa COVID.

Questo cambiamento impatterà anche la gara di contorno del WeatherTech SportsCar Championship, che a sua volta ha deciso a sua volta di spostare l’intera trasferta californiana, comprendente pure Laguna Seca, nel mese di settembre.

KellettFrattanto, uno degli ultimi sedili disponibili è stato assegnato a Dalton Kellett, che si unirà per tutta la stagione al team Foyt. Il 27enne canadese, dopo aver disputato una stagione parziale comprendente i soli circuiti stradali e cittadini per la stessa squadra, non andando mai meglio della 20ma posizione, potrà sicuramente trarre vantaggio dalla presenza full-time di Sebastien Bourdais, già da tempo confermato alla guida della DW12-Chevy #14.

Da segnalare infine il passaggio di Marco Andretti sulla vettura #26, quella ex-Zach Veach per intenderci. Lo scambio lascia libera quindi la #88 gestita in partnership con l’Harding Steinbrennner Autosport, uno degli ultimi sedili liberi per la stagione entrante.

In pole position ad occupare la quarta entry del team Andretti, James Hinchcliffe, anche se sul mercato potrebbe rientrare Pietro Fittipaldi, reduce dall’esperienza Haas F1. Tra i piloti 2020 ancora a spasso, Santino Ferrucci sta esplorando le possibilità di entrare in NASCAR, mentre Conor Daly dovrebbe ritornare nell’unica altra opportunità sicuramente disponibile, vale a dire all’Ed Carpenter Racing, ancora una volta in alternanza al team owner sui circuiti stradali e cittadini.

Ancora nessun segnale di vita invece dal team Carlin, dove lo scorso anno lo stesso Daly si è alternato a Max Chilton sugli ovali, conquistando la pole position in gara 1 all’Iowa Speedway.

Piero Lonardo

Foto: IndyCar Series

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IndyCar – Montoya ad Indy con McLaren!

Per Juan Pablo Montoya si prospetta ancora una volta una stagione piena. Al doppio impegno in endurance col DragonSpeed nel WEC e col Meyer Shank Racing nelle gare lunghe del WeatherTech SportsCar Championship, aggiunge la 105ma Indy 500.

Il 45enne colombiano, già due volte vincitore della 500 miglia nel 2000 e nel 2015, nelle sue cinque sole apparizioni nel Greatest Spectacle in Racing, completerà le fila dell’Arrow McLaren SP con la terza DW12-Honda del team, al fianco dei “regular” Pato O’Ward e Felix Rosenqvist.

Ad occuparsi della vettura di Montoya, che ha già corso con una McLaren di F1 nelle stagioni 2005 e 2006, l’esperto Craig Hampson, già in precedenza con Sebastien Bourdais sia ai tempi gloriosi della ChampCar e poi col Dale Coyne Racing.

Piero Lonardo

Foto: Arrow McLaren SP

Kanaan

IndyCar – Il vecchietto terribile Kanaan al via sugli ovali per Ganassi

Dopo Helio Castroneves, anche l’amico fraterno Tony Kanaan ha trovato casa per il 2021. Il vincitore della Indy 500 del 2013 ha infatti firmato per il team Ganassi, col quale disputerà le quattro gare su ovale dell’IndyCar Series 2021.

Kanaan, non ancora 46enne, un titolo nel 2004, 17 vittorie totali e 14 pole position su 383 partenze dal 1998 nell’allora CART, quest’anno era chiamato alla stagione di addio, la cosiddetta TK’s Last Lap.

L’ultimo giro però aspetterà ancora qualche mese perché il popolare driver brasiliano sarà in azione sulla DW12-Honda #48 lasciata libera da Jimmie Johnson per il doppio appuntamento in Texas dell’1-2 maggio, la 105ma Indy 500 del 30 maggio e la gara di Gateway del 21 agosto 2021.

Non è da escludere inoltre un coinvolgimento di Kanaan, già vincitore della Rolex 24 nel 2015, anche nel programma Cadillac DPi appena annunciato dal team Ganassi per il WeatherTech SportsCar Championship.

Piero Lonardo

Foto: Team Ganassi

Helio

IndyCar – Castroneves nel 2021 con MSR. Belardi chiude i battenti

Helio Castroneves non ci sta proprio a ritirarsi. Il 45enne brasiliano, si accasa infatti col Meyer Shank Racing per sei gare dell’IndyCar Series 2021.

Il popolare “Spider-man”, tre volte vincitore della Indy 500, negli ultimi tre anni è stato impegnato prevalentemente nel WeatherTech SportsCar Championship con l’Acura DPi del team Penske, limitando l’impegno nella serie alle sole gare di Indianapolis, (500 Miglia e Grand Prix).

Ai primi di ottobre la chiamata dell’Arrow McLaren SP per disputare le due gare dell’Harvest GP in sostituzione di Oliver Askew interrompeva nominalmente un sodalizio col team del Captain durato 20 anni e coronato da 24 vittorie e 39 pole position.

Presso l’MSR Castroneves troverà un giovane in veloce ascesa quale Jack Harvey, cui farà da chioccia sulla seconda vettura del team, recentemente acquisita da DragonSpeed, a partire da Barber Park l’11 aprile 2021, proseguendo con Long Beach la settimana successiva, la 105ma edizione della indy 500 il 30 maggio e la gara sullo stradale dell’IMS il 14 agosto. Le ultime due gare del programma saranno il Grand Prix of Portland ed il season finale di Laguna Seca del 12 e 19 settembre 2021.

Belardi

Per un team in fase di sviluppo un altro chiude definitivamente i battenti. E’ di poco fa la notizia che il Belardi Auto Racing ha deciso di cessare la propria attività. La squadra di Brownsburg è stata protagonista nell’ultimo decennio dell’Indy Lights Series, dove ha ottenuto il titolo piloti con Gabby Chaves nel 2014 e quello a squadre nel 2017.

Negli ultimi tre anni il Belardi Racing ha anche appoggiato tecnicamente James Davison nella Indy 500 negli sforzi congiunti con il Team Foyt ed il Dale Coyne Racing, col miglior risultato del 12mo posto ottenuto nel 2019.

Piero Lonardo

Foto: IndyCar, Belardi Racing

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IndyCar – VeeKay il più veloce a Barber Park

Ad inizio settimana l’IndyCar Series si è riunita praticamente al completo a Barber Park per una sessione di test. Ottima occasione per tornare sul circuito dell’Alabama, saltato nella tormentata schedule 2020, a poca distanza dal season finale di St.Petersburg.

I test sono stati anche un’occasione per diversi team di mostrare tutti i nuovi acquisti, tra cui Alex Palou e Jimmie Johnson, i volti nuovi del Team Ganassi, Felix Rosenqvist per McLaren Arrow SP e Scott McLaughlin in casa Penske.

Va subito detto che il miglior tempo della sessione è stato appannaggio del Rookie dell’anno, Rinus VeeKay, che con 1.05.615 ha preceduto di due decimi Colton Herta e di quattro Pato O’Ward. Buona anche la prestazione di Sebastien Bourdais, reduce dal quarto posto di St.Pete, decimo in graduatoria con la vettura del Team Foyt.

Problemi invece per Rosenqvist, subito out, anche a causa del polso infortunato all’Harvest GP, così come per i due rookie, Johnson e McLaughlin, i quali completano insieme a Marco Andretti il podio negativo, con il #48, qui con una livrea provvisoria in omaggio al nuovo sponsor, addirittura a quasi 3” dal battistrada.

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Felice comparsata invece per Antonio Felix da Costa col Rahal Letterman Lanigan. Il neocampione della Formula E ha dimostrato di non aver perso il passo sulle monoposto “vere” ed ha terminato con la dodicesima prestazione, precedendo nientemeno che il vicecampione Josef Newgarden e James Hinchcliffe, quest’ultimo sempre più vicino, nonostante gli errori di St.Pete, alla riconferma sulla vettura #26 del Team Andretti.

Le monoposto più veloci del pianeta sono attese a Laguna Seca il 10 novembre per gli ultimi test del 2020.

Piero Lonardo

Foto: IndyCar, Ganassi

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IndyCar – Clamoroso: Palou, 2021 con Ganassi

Sarà Alex Palou a prendere il posto di Felix Rosenqvist per la prossima stagione dell’IndyCar Series al Team Ganassi. L’ingaggio a sorpresa è stato comunicato nella tarda serata italiana e fa eco con la conferma ufficiale dello svedese in seno all’Arrrow McLaren SP.

Palou è reduce da una prima stagione completa con Dale Coyne dove ha avuto modo di mettersi più volte in evidenza, raggiungendo il podio in gara 1 a Road America e la Fast Nine alla sua prima Indy 500, e farà parte di una line-up di quattro vetture, insieme al neotitolato Scott Dixon, al pure confermato Marcus Ericsson e a Jimmie Johnson, che come noto gareggerà solo negli stradali e cittadini.

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Il team campione risponde così all’incrementato effort dei grandi rivali di sempre del team Penske, che schiereranno quattro vetture nel 2021. L’ultimo acquisto Scott McLaughlin ha frattanto saggiato per la prima volta l’Indianapolis Motor Speedway, completando il Rookie Orientation Program.

Nella prossima stagione non vedremo sicuramente più il DragonSpeed, il cui patron Elton Julian ha venduto il telaio di proprietà al Meyer Shank con cui Ben Hanley ha disputato quattro gare nelle ultime due stagioni fra cui le ultime due Indy 500.

Nel 2021 potremmo invece rivedere forse una esponente del gentil sesso allo start di una gara IndyCar. Secondo un noto media statunitense infatti Jackie Heinricher avrebbe intenzione di entrare nella massima serie di monoposto americana con una pilotessa. La Heinricher ha già promosso nel 2019 un effort prevalentemente al femminile insieme al Meyer Shank Racing nella classe GTD del WeatherTech SportsCar Championship avvalendosi tra le altre, di Christina Nielsen e Katharine Legge.

Piero Lonardo

Foto: IndyCar, Team Penske

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IndyCar – A Newgarden non basta vincere a St.Pete, Dixon 6 volte campione

Josef Newgarden si aggiudica il GP of St.Petersburg, atto finale di questa tormentata stagione 2020 dell’IndyCar Series, ma non basta a togliere la leadership del campionato dalle mani di Scott Dixon, che col terzo posto si aggiudica il sesto titolo della sua mirabolante carriera.

Va detto che i 100 giri odierni sono stati tra i più pazzi di quelli visti sulle strade della Florida, già spesso foriere di emozioni oltremisura, che ha visto quattro leader alternarsi al comando, al netto delle strategie.

Si è cominciato con Will Power, partito dalla pole position conquistata ieri, che dopo 7 giri ha dovuto cedere il comando ad Alexander Rossi per un problema al selettore delle marce. La gara del campione 2014, come spesso avvenuto a St.Pete, si è conclusa anzitempo, contro i muretti tra le curve 3 e 4.

Quel tratto di pista ed suoi marbles sono stati la variabile impazzita che ha aggiunto ancora più pepe alla competizione. Ne sanno qualcosa proprio Rossi, che vi ha concluso la gara al lap 70, quand’era al comando, e Colton Herta, che lo ha sostituito in testa al gruppo. Il giovane rampollo del team Andretti vi ha esagerato per ben due volte, non ritirandosi ma ritrovandosi alla fine solamente undicesimo.

Newgarden, partito dall’ottava piazzola, ha fatto quel che potuto e anche di più, sfruttando al meglio insieme al suo team ognuna delle ben sei Full Course Yellow senza farsi trovare mai scoperto, e all’ultimo restart, a 20 giri dalla fine, ha infilato Herta e Pato O’Ward per installarsi al comando, senza poi cedere al ritorno del messicano, cui Dixon aveva nel frattempo ceduto la piazza d’onore.

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“Siamo semplicemente arrivati corti” ha commentato il nativo del Tennessee, che ottiene il back to back del successo 2019, terminando in classifica generale a 13 punti dal neozelandese,  che ora è secondo nella classifica all-time dei titoli riconosciuti dalla serie solo ad AJ Foyt che ne vanta sette; obiettivo non impossibile nemmeno a 40 anni.

Foyt può consolarsi con lo splendido quarto posto del residente più famoso di St.Petersburg, Sebastien Bourdais, degno erede del #14, che nonostante una strategia estrema sulle tre soste è riuscito  a piazzarsi quarto e ad aggiudicarsi così l’ultimo posto utile tra gli eletti del cosiddetto “Leaders Circle”, gara nella gara che vedeva impegnati, oltre al francese, Conor Daly e Marco Andretti.

Quest’ultimo, nonostante l’ennesima pessima qualifica che valeva la 23ma piazzola in griglia, stava dimostrando di meritare il milione di dollari extra garantito dalla serie alle prime 22 vetture ,arrivando sino alla settima posizione a suon di sorpassi, anche decisi. Purtroppo per lui, non aveva calcolato la variabile impazzita Takuma Sato, fresco di rinnovo all’RLL (e vorremmo vedere, dato i due ritratti sul Borg-Warner Trophy), ritornato per l’occasione alla versione killer degli esordi nella serie, che lo buttava fuori definitivamente in curva 2 a tre quarti di gara.

Peccato anche per Rinus VeeKay, protagonista involontario del contatto fra il deb Scott McLaughin e lo stesso Andretti, dopo un inizio al fulmicotone. Sia per l’olandese, Rookie of the Year, che per il kiwi di casa Penske, il sedile 2021 è comunque già cosa assicurata e avranno modo di rifarsi.

Finita invece male la carriera in McLaren per Oliver Askew, solo 16mo al traguardo dopo essere stato buttato fuori anche lui da Sato. Farà spazio a Felix Rosenqvist, che avrà il non facile compito di affiancare O’Ward, che con la piazza d’onore odierna manca di un soffio il terzo posto nella graduatoria finale che rimane invece ad Herta.

La top five odierna si completa con Ryan Hunter-Reay, ancora una volta il migliore al traguardo dello squadrone Andretti Autosport, che dopo Rossi, Andretti e, relativamente alle prime posizioni, Herta, ha perso dalla top five nelle fasi finali anche le altre due vetture di James Hinchcliffe e Jack Harvey, col canadese autore di un assurdo harakiri sulla vettura gestita insieme al Meyer Shank, a seguito di un altrettanto inaspettato testacoda dietro safety car.

Peraltro la safety car è rimasta anche senza benzina, e c’è stato anche un breve acquazzone: cosa volere di più da una gara IndyCar ? Le emozioni ed i muretti di St.Petersburg ritorneranno il 7 marzo 2021, COVID permettendo, quale season opener della nuova stagione dell’IndyCar Series.

Piero Lonardo

L’ordine di arrivo

Foto: IndyCar