Archivi tag: Meyer Shank Racing

06-08-RHR

IndyCar – Si riprende a Road America col ritorno di Hunter-Reay

L’Indycar Series ritorna nel weekend per il tradizionale appuntamento di Road America. Diversi team hanno avuto l’occasione di provare la settimana scorsa in una due giorni che ha visto alternarsi sull’iconico tracciato del Wisconsin, recentemente riasfaltato, vetture dei team Penske, Ganassi, Dale Coyne, Juncos Hollinger, Arrow McLaren e Foyt.

Tra le 27 vetture iscritte spicca una novità non di poco peso, Ryan Hunter-Reay al posto di Conor Daly sulla DW12-Chevy #20 dell’Ed Carpenter Racing. Il campione IndyCar 2012 torna quindi full-time dopo il recente outing alla Indy 500, conclusa appena fuori dalla top ten per il Dreyer & Reinbold.

Il DRR peraltro ha trovato una nuova occupazione a Daly dopo l’appiedamento (ufficialmente dichiarato quale separazione consensuale), avvenuto sostanzialmente per mancanza di risultati in questo avvio di stagione dove il figlio d’arte ha terminato una sola volta tra i primi dieci. Non che i compagni di squadra abbiamo fatto molto meglio, perché Rinus VeeKay, aldilà della bella prestazione in qualifica a Indy, non ha ottenuto tanto di meglio.

In bilico rimane anche il sedile di Jack Harvey, dopo che anche a Toby Sowery, successivamente al campione Indy Lights (ora Indy NXT) in carica, Linus Lundqvist, è stato permesso di provare una vettura del Rahal Letterman Lanigan a Sebring. Nella stessa sessione svolta a Sebring, Lundqvist ha testato invece la macchina di VeeKay.

Tornando alla gara di domenica, lo scorso anno fu Josef Newgarden a trionfare davanti a Marcus Ericsson, mente il leader della classifica generale Alex Palou, vincitore nel 2021, venne fatto fuori proprio dallo svedese dopo 5 giri. Ricordiamo che stiamo parlando anche della top three attuale, con Ericsson a 51 lunghezze dal compagno di squadra e Newgarden, seppure pur’egli con due vittorie all’attivo come Palou, addirittura a -70.

Le attività in pista a Road America inizieranno venerdì 16 giugno alle 4.00 PM ET con le prime libere. Qualifiche sabato dalle 1.55 PM ET, vale a dire le 19.55 italiane, e gara alle 1.15 PM ET di domenica 19. Qualifiche e turni di libere visibili come sempre in free streaming su IndyCar Live!, mentre la gara sar° trasmessa dai canali SkySport.

Piero Lonardo

Foto: IndyCar Series

Podium2

Indy NXT – A Detroit, primi successi di Gold e Siegel

Nel corposo weekend appena trascorso è tornata anche l’Indy NXT con un doubleheader sulle strade di Detroit. Dopo che le due pole position sono state assegnate nel tardo pomeriggio di venerdí a Louis Foster, già al palo a St.Petersburg, gara 1 è iniziata sotto l’insegna del crash-fest.

Foster_polw

A farne le spese proprio Foster, arpionato da Hunter McElrea, ma anche il leader in classifica, Christian Rasmussen, era costretto a riparare ai box per cambiare ala dopo aver tamponato Reece Gold, cosí come peraltro Kyffin Simpson.

Dopo l’inevitabile penalità ai danni di McElrea, era Gold a trovarsi al comando, ma la gara veniva neutralizzata poco dopo a causa dell’irruenza da parte di Josh Green, il quale accompagnava in testacoda Rasmus Lindh.

06-03-Gold-Win

Il duello per il successo vedeva quindi Gold tallonato e poi passato da Siegel, il quale però all’ultimo giro era costretto allo stop per un problema al cambio. Via libera quindi per Gold, che porta a casa la prima vittoria nella serie davanti a Jagger Jones e ad Ernie Francis Jr., il quale completava a podio una rimonta dalla quattordicesima piazzola.

Gara terminata anzitempo anche per il vincitore di St.Pete, Danial Frost, mentre Rasmussen dal canto suo riuscirà ad avanzare sino alla P9, proprio dietro allo sfortunato contender.

2023 Indianapolis 500 - Pace CarSiegel si rifarà in gara 2, sfruttando al meglio la bagarre fra Foster e Rasmussen in prima fila per installarsi subito al comando. Il danese a propria volta alzava i gomiti sul teammate relegandolo subito in terza posizione.

Lo sfortunato protagonista di gara 1 riusciva poi a tenere a bada Rasmussen sino alla bandiera a scacchi, gestendo anche i due restart generati da altrettanti contatti a muro da parte di Jagger Jones e Kyffin Simpson, mentre Foster teneva la posizione su McElrea e Frost, quest’ultimo risalito dall’ottava piazzola.

In classifica generale, il weekend di Detroit ha permesso a Siegel di avvicinarsi pericolosamente al leader Rasmussen, che ora conduce con due sole lunghezze sul teammate dell’HMD. McElrea, terza forza della serie seppure ancora alla ricerca del primo successo, insegue già ben staccato a -38.

L’appuntamento con la Indy NXT è fra due settimane a Road America.

Piero Lonardo

Foto: HMD, Indy NXT

L’ordine di arrivo di Gara 1 

L’ordine di arrivo di Gara 2

IndyStart

IndyCar – Palou re di Detroit e sempre più solo in vetta alla classifica

Alex Palou domina il Detroit Grand Prix e prende il largo in classifica generale. Il driver del Team Ganassi ha dominato il nuovo tracciato, disegnato fra i muretti angusti della Motor City, riuscendo anche a superare un suo stesso errore che lo ha portato in emergency mode al restart del giro 56.

Will Power, risalito dalla settima piazzola, è stato abile ad approfittare della defaillance della DW12-Honda #10, portandosi al comando. La situazione è stata ripristinata in pista dopo appena 9 giri, ed il successivo giro di pitstop non ha cambiato le carte in tavola.

Chi in seguito si è alternato al comando, Alexander Rossi, Josef Newgarden, Kyle Kirkwood il quale sembrava già out dopo la tamponata al primo giro da parte di Callum Ilott, e Marcus Ericsson, ha solamente atteso la propria sosta in assenza di interruzioni per lasciare infine Palou riprendersi la leadership che ha mantenuto sino alla bandiera a scacchi nonostante una fase finale concitata.

Se infatti i primi 82 giri dopo lo start non avevano visto che l’errore di un furioso Pato O’Ward ed il lungo di Sting Ray Robb, il finale ha visto cadere uno ad uno diversi contender, primo fra tutti Romain Grosjean, a muro nell’insidiosa turn 4, il quale innescava il consueto rito di “caution chiama caution” di cui hanno fatto le spese anche Christian Lundgaard e Rinus VeeKay.

Nello shootout finale di 5 giri Palou non ha avuto problemi nel gestire Power, che alla fine riconquistava la piazza d’onore dopo le “attenzioni” di Scott Dixon che permettevano a Rossi di prendere ben tre posizioni in una curva, mentre Felix Rosenqvist dopo la sfortunata Indy 500 completava la rimonta a podio superando anche lo stesso Dixon, dopo aver avuto in precedenza la meglio (con le cattive) sul teammate Rossi.

Ottima viste le premesse iniziali la sesta piazza di Kirkwood, ancora una volta il solo driver concreto dell’Andretti Autosport, mentre la top ten si completa con Scott McLaughlin, i due Marcus, Armstrong ed Ericsson, e Newgarden.

In classifica, Palou conduce con la bellezza di 51 lunghezze su Ericsson e 70 sul trionfatore di Indianapolis.

L’IndyCar Series, che quest’anno “presterà” alla 24 Ore di Le Mans i soli Scott Dixon e Simon Pagenaud, tornerà fra due settimane a Road America prima del tour de force estivo.

Piero Lonardo

Foto: IndyCar Series

L’ordine di arrivo

Palou

IndyCar – Palou, nuova pole a Detroit

E’ incredibile come le sorti di un rapporto pilota/team possano cambiare nel volgere di qualche mese. Alex Palou, che a luglio scorso aveva fatto di tutto per uscire dal Team Ganassi, allettato dalle sirene McLaren, dopo il mese di maggio si ritrova in testa all’IndyCar Series con una vittoria e, fin qui, due pole position all’attivo nelle ultime tre gare.

A Detroit, sul rinnovato circuito cittadino infatti, il catalano ha piazzato la sua terza pole in carriera, bissando quella della Indy 500 di due settimane fa.

Palou ha dominato le due ultime fasi, pur non segnando la migliore prestazione, ad opera invece di Kyle Kirkwood nel secondo gruppo del Q1, lasciandosi alle spalle Scott McLaughlin nella Firestone Fast Six col tempo di 1.01.8592.

Seconda fila per Romain Grosjean e Scott Dixon, a precedere i duellanti della 500 Miglia, Josef Newgarden, e Marcus Ericsson. Quest’ultimo e “The Phoenix” hanno perso tempo prezioso a causa di un drive through successivo ad altrettanti “lunghi”.

Queste non sono state le uniche disavventure tra i muretti della Motor City, che hanno visto defaillance sin dalle prime libere, anche ad opera di campioni consumati. Nel turno odierno è stata la volta di Helio Castroneves, giratosi in curva 2 al termine del primo gruppo del Q1, mentre Christian Lundgaard e Colton Herta hanno vanificato i propri sforzi rovinando le sospensioni nella metà successiva, imitati infine da Kirkwood, il quale ha perso un’ottima occasione per ripetere l’exploit di Long Beach, durante la Top Twelve.

Segnali di ripresa in casa Meyer Shank grazie all’ottava prestazione di Simon Pagenaud, davanti alle due migliori McLaren di felix Rosenqvist e Pato O’Ward. Notte fonda invece in casa RLL, col solo Lundgaard fuori dalle ultime posizioni.

Per una volta tra i rookies non andremo a tessere le lodi di Agustin Canapino, protagonista negativo delle prime libere di ieri, mentre al contrario è stato Marcus Armstrong ad incantare, sfiorando i primi sei per la P11 finale.

Il Detroit Grand Prix, che si annuncia quanto mai combattuto, prenderà il via domenica alle 3.00 PM ET, vale a dire alle 21 nostrane. Diretta a pagamento sui canali SkySport.

Piero Lonardo

Foto: IndyCar Series

I risultati delle Libere 1

I risultati delle Libere 2

I risultati delle Qualifiche

Ericsson4

IndyCar – I dolori del giovane Marcus (e non solo)

Il finale della 107ma Indy 500 ed il successo allo shootout di Josef Newgarden ha fatto sicuramente discutere, in primis per le tre red flag ed il loro svolgimento, ma anche per le cause che le hanno scatenate.

Primo a lamentarsi a caldo Marcus Ericsson. “Non credo sia stato un modo corretto di fare finire la corsa” ha commentato ad un noto media “Non penso ci fossero abbastanza giri per fare ciò che è stato fatto – ha aggiunto il vincitore 2022, che è andato a meno di un centesimo dal back-to-back – “e non penso sia sicuro uscire dalla pilane per un restart quando metà del gruppo sta ancora cercando di entrare in pista”.

Ma ce n’è anche per lo svedese, reo di aver provocato l’incidente che al lap 192 di 200 ha tolto di mezzo Pato O’Ward. L’alfiere di Arrow McLaren avrebbe detto a caldo “che non si dimenticherà”, e che “farà in modo che (Ericsson) venga (fuori) con lui la prossima volta”.

Arrivo

Ci sono ovviamente polemiche anche per la mossa da parte vincente di Newgarden, il quale ha copiato quanto effettuato lo scorso anno da Ericsson nei confronti di O’Ward, mossa ribattezzata “The Dragon move”, zigzagando fino ai margini dell’entrata della pitlane per non dare spazio e scia al pilota di Ganassi.

“(Ericsson) era super-vicino ed è uscito bene dalla curva 4” ha commentato Newgarden “e cosí ho pensato di dover essere più aggressivo possibile per non farlo passare” e riguardo alla sua mossa “E’ legale, non ho altro da dire”.

Di parere avverso Stefan Wilson, che, pur congratulandosi con Newgarden ha twittato “Non mi piacciono le “dragon moves” all’uscita delle curve 2 e 4, forse sono un po’ scappate di mano” “Andare a cercare l’entrata della pitlane – ha concluso Wilson, presente  in circuito nonostante la recente operazione alle vertebre dorsali – aggiunge un sacco di rischi per le macchine che seguono e che cercano di rimanere a contatto”.

Rogerpenske

Ma le polemiche hanno investito anche Roger Penske, alla prima vittoria da proprietario dell’IMS, reo per i più buoni di aver voluto privilegiare lo spettacolo a tutti i costi, ma per altri di aver voluto dare un’ultima chance al suo pilota.

Difficile per alcuni sottrarsi totalmente dal tarlo del dubbio, peraltro confermato dallo stesso “Captain” il quale ha confermato di aver “solo” cercato a tutti i costi un finale non sotto bandiere gialle. Al riguardo un quasi vincitore come JR Hildebrand, nel chiamare in causa i “fantasmi” del finale di Abu Dhabi 2021, ha colto via Twitter l’occasione per ricordare che le esigenze dello spettacolo non devono mettere in ombra lo sport.

Matthews

Una menzione speciale va alla signora Robin Matthews, la cui vettura privata, una Chevrolet peraltro, soprannominata Snowball (palla di neve) è stata fortunatamente l’unica “vittima” della ruota staccatasi dalla macchina di Kyle Kirkwood. La signora Matthews, stava lavorando in una suite di curva 2 al momento dell’impatto fra la ruota vagante e la macchina parcheggiata.

Piero Lonardo

Foto: IndyCar Series, Rich Nye WTHR 13

Milk

IndyCar – Newgarden sfata il tabù della Indy 500!

Ci sono volute dodici apparizioni a Josef Newgarden per aggiudicarsi la Indy 500. Il Greatest Spectacle in Racing sembrava stregato per il due volte campione IndyCar, che non era mai andato oltre la terza piazza nonostante la competenza del Team Penske, che nel frattempo piazzava altri due successi con i compagni di squadra Simon Pagenaud e Will Power.

Quest’anno ci sono volute oltre quattro ore di gara, con la bellezza di tre red flag, fortunatamente tutte per incidenti senza conseguenze ai piloti ed agli spettatori (poi vi spiegheremo meglio perchè) per far sí che il popolare nativo del Tennessee potesse bere il fatidico latte.

Diciamo che la giornata era cominciata con ben altri protagonisti. Nella prima metà di gara infatti sono stati Alex Palou e Rinus VeeKay a movimentare la gara, fino a che l’olandese al giro 95, in occasione del primo pitstop collettivo in regime di Full Course Yellow, generata dal contatto a muro di Sting Ray Robb, esagerava in pitlane, girandosi e colpendo il polesitter.

Inevitabile la penalità per la punta di diamante dell’Ed Carpenter Racing, mentre Palou era costretto a risalire dal fondo dopo aver cambiato il musetto. La gara frattanto aveva già perso Katharine Legge, vittima di un incidente simile, mentre Graham Rahal, “ripescato” dal DRR dopo l’infortunio a Stefan Wilson, era costretto a partire con due giri di ritardo per un problema elettrico. Anche un altro dei favoriti della vigilia infine, Scott Dixon, era costretto ad una prima sosta anticipata per un grosso problema di vibrazioni.

Tornando alla testa della corsa, era quindi la volta delle McLaren, qui in livrea celebrativa per il 60mo anniversario, che già si erano affacciate al comando con Pato O’Ward e che ora raddoppiavano con Felix Rosenqvist. I due piloti di Zak Brown erano incalzati da Santino Ferrucci, mentre da dietro iniziavano ad emergere anche Marcus Ericsson e Newgarden, quest’ultimo ricordiamo partito dalla sesta fila.

Segue quasi un quarto di gara di corsa libera, che si interrompe per il contatto a muro da parte di Romain Grosjean. Va detto che il franco-svizzero aveva subito un contatto in pitlane poco prima da parte del compagno di squadra Colton Herta, uscito precipitosamente dalla sua piazzola.

E’ lotta senza esclusione di colpi fra i piloti dell’Arrow McLaren, Ferrucci, Newgarden ed Ericsson, i quali si scambiano più volte le posizioni, e tra loro si inserisce momentaneamente anche Kyle Kirkwood, il migliore ancora una volta dell’Andretti Autosport.

Questo carosello termina peró al giro 184, allorquando Newgarden passa Rosenqvist, il quale si scompone e va a muro. Nel rimbalzo impatta Kirkwood, la cui vettura si ribalta mentre una ruota si alza alta oltre le reti di protezione ma passa miracolosamente in uno spazio fra le tribune e termina la propria corsa in un parcheggio, danneggiando una berlina parcheggiata.

E’ la prima bandiera rossa, e davanti ci sono gli improbabili Ryan Hunter-Reay, Callum Ilott ed Agustin Canapino, tutti in debito di etanolo. Infatti i tre, non appena si riprende, vanno ai box per rifornire, ma a 18 tornate dalla chequered flag è O’Ward ad andare ko. Nel tentativo di passare Ericsson all’interno, O’Ward viene chiuso dallo svedese del Team Ganassi e, dopo aver messo due ruote nell’erba la DW12 #7 si gira e termina a muro, tamponata anche dall’incolpevole Canapino senza freni (ma con che macchina ha girato fino a quel momento El Titàn?). In un contatto parallelo la gara perdeva anche Simon Pagenaud, tamponato da Scott McLaughlin.

Il restart dopo l’inevitabile seconda bandiera rossa lascia solo cinque giri, ma non era finita, perchè al restart Christian Ludgaard toccava Ed Carpenter. Nel contatto venivano coinvolti anche Benjamin Pedersen e Graham Rahal.

Davanti a tutti c’è Ericsson, ma la direzione gara decide di non far terminare la gara dietro Safety Car, e quindi per lo svedese, che già pregustava il bis del 2022, era tutto da rifare.

La gara si decideva quindi in uno shootout finale di 2,5 miglia. Newgarden esce meglio da curva 2 e, proprio come Ericsson lo scorso anno con O’Ward, gli impediva la scia transitando davanti a tutti sul traguardo.

Per Ferrucci, altro eroe odierno, c’è solamente la terza piazza, davanti ad Alex Palou, capace di rimontare dalla 28ma piazza cui era stato relegato da VeeKay, ed Alexander Rossi. La top ten prosegue con Scott Dixon, Takuma Sato, Conor Daly, Colton Herta e Rinus VeeKay. Nessuno dei quattro rookie è arrivato al traguardo, con RC Enerson fermo già al giro 75 per un problema meccanico.

In classifica generale, Alex Palou mantiene il comando con 219 punti contro i 199 di Ericsson, seguono O’Ward a 185 e Newgarden a 182.

L’IndyCar Series ritornerà già la settimana prossima sul nuovo cittadino di Detroit

Piero Lonardo

Foto: Team Penske

L’ordine di arrivo della 107ma Indy 500

Sato_Carb

IndyCar – Sato conduce il gruppo anche nel Carb Day

L’ultima sessione di prove libere prima della Indy 500, il cosiddetto Carb Day, ha visto Takuma Sato ancora al top della lista dei tempi. Il due volte vincitore ha stabilito la miglior media odierna con 227.855 mph davanti al compagno di squadra Scott Dixon.

Dixon, alla ricerca del secondo successo dopo la vittoria mancata del 2022, è stato l’unico a scendere sotto le 227 miglia orarie e ha preceduto a propria volta Will Power, migliore dei propulsori Chevrolet, il polesitter Alex Palou ed il migliore dell’Andretti Autosport, che ancora una volta si è rivelato il sophomore Kyle Kirkwood.

Il Team Penske e la squadra di Michael Andretti hanno comunque monopolizzato il resto della top ten, col solo Devlin DeFrancesco, vittima peraltro di una foratura, fuori dai primi dieci.

Ma la sorpresa della sessione è sicuramente il sesto tempo di Agustin Canapino con la monoposto #78 del Juncos Hollinger. Non possiamo ovviamente conoscere adesso come finirà la gara del “Titàn”, ma certamente sappiamo che potrà dare filo da torcere anche agli avversari più blasonati.

Ieri Graham Rahal ha provato per la prima volta la vettura del Dreyer & Reinbold al posto dell’infortunato Stefan Wilson, il quale si è già sottoposto con esito positivo all’operazione per ridurre la frattura alla 12ma vertebra toracica. Curiosità, al pilota, da sempre affiliato alla concorrenza Honda, è stato sostanzialmente imposto di “non fare domande”.

Qualche problema invece per il neocompagno di squadra al DRR, Ryan Hunter-Reay, la cui vettura è stata fermata dalla direzione gara dell’IMS per una perdita d’olio dal serbatoio del cambio. Piccola defaillance tecnica, ma intercettata in tempo, anche per Katharine Legge per una ruota mal fissata.

A questo punto la parola passa alla gara, la 107ma Indy 500, che prenderà il via alle 11.00 AM ET, vale a dire alle 17 nostrane, di domenica 28 maggio. Diretta a pagamento sui canali SkySport.

Piero Lonardo

Foto: IndyCar Series

I risultati del Carb Day

05-24-Legge

IndyCar – Minisessione extra giovedì per Legge e Rahal

L’IndyCar Series ha annunciato una breve sessione extra di 15’ da svolgersi giovedì 25 a partire dalle 4.30 PM ET per consentire ai piloti delle due vetture incidentate nelle ultime libere della Indy 500, Katharine Legge e Graham Rahal, di provare le loro DW12, completamente ricostruite dopo il crash fra la Legge e Stefan Wilson

Ai due rispettivi team, DRR e RLL, saranno però consentiti solo degli installation laps e non potranno qundi attraversare la linea di partenza/arrivo dell’Indianapolis Motor Speedway.

Piero Lonardo

Foto: IndyCar Series

Rahal_ko

IndyCar – Rahal sostituisce Wilson al DRR

Sarà Graham Rahal a prendere il posto dell’infortunato Stefan Wilson sulla DW12-Chevy del Dreyer & Reinbold alla prossima Indy 500. L’annuncio poco fa a mezzo social.

Rahal – che ha già avuto l’occasione di guidare per il team nel lontano 2010 – ricorderete è stato l’unico pilota escluso dalle qualifiche di domenica, pertanto rientra nello schieramento ed avrà la possibilità di disputare la sua sedicesima 500 Miglia.

Gli sponsor della vettura non qualificata si uniranno sulla vettura #24, che rammentiamo è spinta da motore Chevy invece dell’Honda del Rahal Letterman Lanigan, e questa sarà la prima volta nella carriera di Rahal – pilota che peraltro è sempre stato vicino alla famiglia Wilson – in cui guiderà un propulsore del “farfallino”.

L’appuntamento è a venerdí prossimo per il Carb Day.

Piero Lonardo

Foto: IndyCar Series

05-22-Wilson

IndyCar – Wilson out, al suo posto Hildebrand, Rahal?

L’incidente occorso durante le libere di ieri è risultato purtroppo decisivo per la partecipazione di Stefan Wilson alla prossima Indy 500. Il pilota inglese ha infatti sostenuto la frattura della 12ma vertebra toracica e sarà costretto a saltare la gara.

Il team Dreyer & Reinbold ha annunciato che farà conoscere i propri piani nei prossimi giorni, ma i due nomi che circolano con insistenza per la sostituzione sono quelli di JR Hildebrand e Graham Rahal.

Il primo ha già corso tre delle sue dodici Indy 500 con la squadra di Carmel tra il 2018 ed il 2020, mentre Rahal, “bumpato” nella Last Chance Qualifying di domenica, potrebbe rientrare dalla finestra. Peraltro il 34enne Rahal vanta forti legami affettivi con la famiglia del compianto fratello Justin Wilson.

UPDATE: L’annuncio del pilota che prenderà il posto di Stefan Wilson sarà effettuato – fonte Don Cusick, patrocinatore della entry #24 – quest’oggi alle 10.00 AM ET, vale a dire le 16 italiane.

Piero Lonardo

Foto: IndyCar Series