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IndyCar – Paretta torna con ECR, ma non a Indy

Il Paretta Autosport ritorna nell’IndyCar Series con un programma parziale per Simona De Silvestro ed una nuova partnership tecnica con l’Ed Carpenter Racing.

La DW12-Chevy #16 del team a prevalenza di personale femminile sarà della partita per almeno tre gare della stagione in corso, iniziando da Road America il 12 giugno, per poi proseguire a Mid-Ohio il 3 luglio e sulle strade di Nashville il 7 agosto. Ulteriori gare potranno essere aggiunte se vi saranno le condizioni.

L’impegno di Beth Paretta fa seguito al primo outing della scorsa Indy 500 insieme al Team Penske, che la pilotessa svizzera ha concluso anzitempo dopo 169 giri, dopo aver strappato l’ultimo posto disponibile in griglia. Va detto che in tanti pensavano che l’annuncio odierno fosse legato e limitato proprio ad una nuova partecipazione al Greatest Spectacle in Racing, dove al momento si contano 32 vetture iscritte.

E proprio all’Indianapolis Motor Speedway domani e giovedí si terranno dei test collettivi che vedranno la partecipazione dell’intero lotto degli attuali partenti. Ogni macchina avrà a disposizione la bellezza di nove treni di gomme Firestone, a cui i rookie potranno aggiungere altri tre set per completare il Rookie Orientation Program, due set extra invece per i piloti che dovranno sostenere il refresher test.

Ricordiamo che il ROP prevede tre fasi composte da 10 giri compresi tra le 205 e le 210 mph, poi altri 15 tra le 210 e le 215 mph per poi chiudere con ulteriori 15 giri oltre le 215 mph. Tra loro, non vi saranno Jimmie Johnson e Romain Grosjean, i quali hanno già completato le loro sessioni lo scorso autunno.

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L’Arrow McLaren SP frattanto ha presentato le livree delle tre vetture che contenderanno la 106ma Indy 500 per Pato O’Ward, Juan Pablo Montoya e Felix Rosenqvist.

Piero Lonardo

Foto: IndyCar, Arrow McLaren SP

Newgarden

IndyCar – Herta spreca e Newgarden fa il bis a Long Beach

Josef Newgarden ottiene la sua prima vittoria sulle strade di Long Beach nel terzo atto dell’IndyCar Series 2022.

La gara sembrava saldamente nelle mani di Colton Herta, partito dalla pole stratosferica di ieri. Più veloce anche stamani nel warm-up, ma ancora una volta la prima punta dell’Andretti Autosport non è riuscito a concretizzare.

Prima un errore al primo pitstop, che faceva perdere alla DW12-Honda #26 un paio di secondi preziosi, uscendo dietro Alex Palou e Newgarden, poi l’erroraccio in curva 9 al lap 56 che chiudeva definitivamente la gara del neotester McLaren F1.

La gara a quel punto diventava una scommessa a quattro fra Newgarden, che al secondo pit usciva davanti a Palou, resistendo poi al campione in carica nonostante le gomme fredde, Marcus Ericsson e Romain Grosjean.

Lo svedese peró rovinava la bella gara lisciando il muro al secondo restart, compromettendo anche la corsa di Scott Dixon, mentre “The Phoenix” invece si lanciava all’attacco di Palou, sverniciandolo e insidiando il leader, ma senza riuscire ad ottenere quella prima vittoria che si avvicina sempre più e che siamo sicuri arriverà presto.

La corsa terminerà in regime di bandiere gialle a causa del botto di Takuma Sato nelle gomme alla solita curva 8, che ha “accolto” nuovamente anche Jimmie Johnson. Nel frattempo, gran finale di Pato O’Ward, che supera Dixon, ricordiamo partito 16mo, per la quinta piazza e va ad insidiare Will Power.

Gara da dimenticare per l’ex leader in classifica Scott McLaughlin, vittima di un paio di errori, ed alla fine solo 14mo, cosí come per Alexander Rossi, che dopo essere stato penalizzato dal box dopo una bella partenza rimedia comunque un ottavo posto finale contentino, che per Felix Rosenqvist, undicesimo dopo le belle prestazioni nelle libere e nelle qualifiche, ma fagocitato nelle retrovie dopo una bella prima fase di gara a causa dello scarso rendimento delle “alternate”, vera croce del McLaren Arrow SP.

Consueta menzione positiva per Kyle Kirkwood, che ottiene il suo primo piazzamento nella top ten, mentre Simon Pagenaud ha inopportunamente “arato” le aiole che abbelliscono da sempre la fontana dell’Aquarium Way.

In classifica generale, Newgarden conduce con 118 punti contro i 113 di McLaughlin; a seguire Alex Palou con 103 e poi ancora Penske con Will Power a quota 102.

L’IndyCar Series ritornerà il primo maggio con il tradizionale appuntamento di Barber Park, Alabama, primo circuito stradale della stagione.

Piero Lonardo

Foto: IndyCar

L’ordine di arrivo

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IndyCar – Herta, prima pole del 2022 a Long Beach

Colton Herta riporta la prima pole position dell’anno, ottava in carriera, sulle strade di Long Beach. Il trionfatore del season finale dello scorso anno ha dominato tutte e tre le fasi delle qualifiche, segnando nella Firestone Fast Six, dopo aver capeggiato anche le seconde libere, il miglior tempo del weekend con 1.05.3096.

A completare la resurrezione dell’Andretti Autosport, il secondo tempo di Romain Grosjean, che però ad appena 2” dal termine del Q3 terminava nelle gomme nella famigerata curva 5, perdendo cosí la prima fila a favore di Josef Newgarden.

La direzione gara, applicando il regolamento, garantiva un ulteriore giro veloce, di cui però nü Alexander Rossi nè Felix Rosenqvist, gli unici a tornare in pista, approfittavano. Cosí la seconda fila vede Alex Palou e Rosenqvist, mentre Rossi e Grosjean completano la terza.

Grande deluso Will Power, escluso dalla Fast Six per appena un millesimo a favore proprio di Grosjean, reo anche di averlo ostacolato. Fuori anche l’attuale leader in classifica, Scott McLaughlin, P8 davanti a Simon Pagenaud, non in grado di ripetere nella Top Twelve le buone prestazioni delle prime libere e del Q1.

Menzione assicurata per Kyle Kirkwood, top rookie, per la seconda volta su tre qualifiche tra i primi dodici.

Da segnalare infine l’ennesima escursione terminata nelle gomme per Jimmie Johnson nelle seconde libere. Il sette volte campione NASCAR ha infatti deciso di correre, avallato dai medici dell’IndyCar, nonostante la frattura alla mano destra. Peccato perchè Sebastien Bourdais era pronto a subentrare al suo posto.

Appuntamento 3.30 PM ET, pari alle 21.30 italiane di domani sera, per la gara, che sarà preceduta da mezz’ora di warm-up alle 12.00 PM ET. Ricordiamo che in questo weekend non saranno presenti a contorno le categorie propedeutiche della Road to Indy.

Piero Lonardo

Foto: IndyCar

I risultati delle Libere 2

I risultati delle Qualifiche

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IndyCar – Pagenaud primo re delle libere a Long Beach

Simon Pagenaud ha aperto il weekend di Long Beach con la migliore prestazione nelle prime libere svoltesi nella tarda serata italiana.

Il pilota del Meyer Shank Racing, sempre ben piazzato quest’anno sul giro singolo, ha tratto il meglio dal sole particolarmente cocente e dalla pista conseguentemente carica di grip per staccare il tempo di 1.07.1991, oltre 4 decimi meglio di Alexander Rossi, che conduce il gruppo degli “altri”.

Le temperature dovrebbero comunque scendere nei prossimi giorni a livelli più accettabili.

A seguire l’armata Penske con Scott McLaughlin e Josef Newgarden, poi ancora Marcus Ericsson, migliore del team Ganassi davanti a Colton Herta ed al campione in carica della serie, Alex Palou.

Migliore dei rookie Kyle Kirkwood, P10 assoluta con la vettura del Team Foyt, squadra che ha avuto il suo daffare con Dalton Kellett, il quale ha sbattuto in curva 5, dove peraltro ha forse chiuso per il fine settimana Jimmie Johnson, troppo confidente su di un cordolo.

Il sette volte campione NASCAR è uscito con danni al braccio ed alla mano destra e si attende il parere dei medici per sapere se potrà tornare in azione per le prossime libere, previste alle 11.45 AM ET e le qualifiche, in programma alle 03.05 PM ET.

Dal risultato di queste ultime Devlin DeFrancesco, dovrà sottrarre 6 posizioni, quale penalità inflitta dalla direzione di gara IndyCar per l’incidente che in Texas ha tolto di mezzo Graham Rahal ed Helio Castroneves.

Piero Lonardo

Foto: IndyCar

I risultati delle libere 1

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IndyCar – Nuovi motori: terminata la due giorni di test a Indy

L’IndyCar Series nella “stagione buona” non si ferma praticamente mai e come da programma ha presentato in pista i nuovi motori 2,4 litri ad Indianapolis.

In una due giorni terminata ieri, i driver designati per lo sviluppo hanno saggiato per la prima volta le qualità dei nuovi propulsori Honda e Chevy su un tracciato particolare, utilizzando le curve 1 e 2 dell’ovale.

Incaricati del test in una fredda giornata Josef Newgarden e Scott Dixon (8 titoli in due) per i relativi costruttori, con macchine dalle livree ad hoc.

Il test come già noto non prevedeva l’utilizzo delle unità ibride di recupero di energia, non ancora disponibili, che dovrebbero iniziare a giugno, lasciando le squadre il compito di verificare le componenti ausiliare come i radiatori più larghi, senza riscontrare particolari problemi, anche grazie alle temperature dell’Indiana a marzo, non certo probanti nella prima giornata, poi tornate a livelli primaverili il martedì.

Quattro teams invece sono attesi domani 31 marzo sullo stradale dell’IMS; si tratta di Andretti Autosport, Arrow McLaren SP (compreso Juan Pablo Montoya con la terza entry per Indy), Meyer Shank Racing e Juncos Hollinger.

UPDATE: Il maltempo ha reso necessario il posticipo della sessione ad almeno venerdí 1 aprile. Ai test non potrà partecipare l’Arrow McLaren SP.

Piero Lonardo

Foto: HPD Racing

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IndyCar – Newgarden beffa McLaughlin all’ultima curva in Texas

Da questo inizio di annata si potrebbe pensare che tutto girerà bene per il team Penske. La squadra del Captain ottiene infatti la 600ma vittoria complessiva nelle discipline motoristiche aggiudicandosi la XPEL 375, secondo appuntamento dell’IndyCar Series 2022, grazie a Josef Newgarden, autore di un sorpasso all’ultima curva sul compagno di squadra Scott McLaughlin.

La gara è stata praticamente sempre nelle mani del neozelandese, che già allo start ha avuto la meglio sul polesitter Felix Rosenqvist. Ennesima gara da dimenticare peraltro per lo svedese, rallentato al secondo pit da un problema alla posteriore destra e poi costretto al ritiro anticipato, col compagno di squadra Pato O’Ward pure rallentato un attimo prima ai box dopo aver investito anche un meccanico.

McLaughlin ha condotto 186 giri dei 248 totali, di cui una lunga parte centrale in regime di neutralizzazione per tre contatti che hanno avuto sempre come protagonista negativo Devlin DeFrancesco, il quale prima toccava Takuma Sato, poi al successivo restart interferiva quel tanto che basta con la traiettoria di Kyle Kirkwood, a muro in curva 4, e poi ancora dopo allargava coinvolgendo Graham Rahal ed Helio Castroneves.

A 100 tornate esatte dalla chequered flag Newgarden prendeva brevemente la leadership su McLaughlin, che però restituiva subito il favore, ma erano Will Power con la terza Penske e Rinus VeeKay a dare spettacolo in questa fase e fino all’ultimo giro di pit, che vedeva l’olandese ancora davanti, ma per poco, dopo un breve intermezzo in testa da parte di Marcus Ericsson, sempre più in palla sugli ovali.

McLaughlin infatti disponeva di VeeKay al giro 204, inseguito sempre da vicino da Newgarden, che tentava il tutto per tutto all’ultima curva, dove il kiwi usciva leggermente più lento a causa di David Malukas e Callum Ilott, doppiati davanti a lui, e grazie alla maggiore esperienza riusciva a batterlo in volata.

Dietro Scott Dixon si faceva largo sino alla quinta piazza, dietro Ericsson e Power, con un ultimo sorpasso su Jimmie Johnson. Quest’ultimo, P6, migliore prestazione nella serie finora (e viene da domandarsi perchè non abbia debuttato prima sugli ovali, che meglio conosce grazie ai trascorsi in NASCAR).

A seguire ancora Alex Palou, autore di una gara non di punta, limita i danni avendo la meglio nelle ultime miglia su Simon Pagenaud, ma l’altro eroe della giornata è sicuramente Santino Ferrucci, partito 27mo e ultimo in sostituzione di Jack Harvey, infortunatosi nelle ultime libere, nono al traguardo.

Ottima anche l’11ma posizione di David Malukas come la 14ma del rientrante JR Hildebrand, entrambi per il Dale Coyne Racing, mentre sembra ancora in crisi Andretti Autosport, con Colton Herta incapace di andare oltra la dodicesima piazza dopo essere stato a lungo nella seconda parte della top ten, ma soprattutto per i guasti alle macchine di Alexander Rossi, ko subito dopo il via per problemi elettrici, e di Romain Grosjean.

In classifica, le prime sei posizioni sono appannaggio dei piloti di Penske e Ganassi, con McLaughlin a condurre con 97 punti contro i 69 di Power ed i 67 di Palou; a seguire Newgarden (65), Ericsson (58) e Dixon con 55. Il prossimo appuntamento con l’IndyCar Series è il 10 aprile sulle strade di Long Beach.

Piero Lonardo

Foto: IndyCar Series

L’ordine di arrivo

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IndyCar – Rosenqvist, prima pole dell’anno in Texas

Felix Rosenqvist dopo l’ultima stagione all’ombra di Pato O’Ward e l’incidente di Detroit sembrava destinato ad una precoce dipartita dall’IndyCar Series, invece nella forse meno probabile delle situazioni, sull’ovale del Texas Speedway, ha ritrovato il passo giusto conquistando la seconda pole position in carriera.

La precedente partenza al palo del driver svedese, che ha anche messo a segno una vittoria nel 2020 a Road America, risaleva addirittura all’Indy GP del 2019, nella prima stagione al Team Ganassi.

Nelle libere che hanno preceduto le qualifiche era stato Simon Pagenaud a dominare la classifica davanti allo stesso Rosenqvist, Colton Herta e alla sorpresa Callum Ilott.

Sulla media dei due giri, come consuetudine sugli ovali, Rosenqvist alla media di 221.110 mph ha preceduto il trionfatore di St.Pete, Scott McLaughlin, e Takuma Sato con la macchina del Dale Coyne Racing. A fianco del due volte vincitore della Indy 500 partirà Will Power. A seguire Helio Castroneves e Josef Newgarden.

In programma stasera ben due ulteriori sessioni di libere per un’ora e mezza complessiva alle 5.00 PM e alle 5.45 PM ET, mentre lo start della XPEL 375 verrà dato domenica 20 alle 12.40 PM ET pari alle 17.40 italiane.

Piero Lonardo

Foto: IndyCar Series

I risultati delle Libere 1

I risultati delle Qualifiche

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IndyCar – Hildebrand completa sugli ovali per Foyt

Il Team Foyt si presenterà con tre vetture per tutta la stagione. Annunciato venerdí anche l’ultimo tassello della line-up in JR Hildebrand, che guiderà la DW12-Chevy #11 sugli ovali a partire da sabato prossimo in Texas.

Il 34enne celebre runner-up della Indy 500 2011 si alternerà quindi a Tatiana Calderon, reduce dal debutto di St.Petersburg, affiancando Kyle Kirkwood e Dalton Kellett.

Il programma di Hildebrand comprende anche la 106ma Indy 500, cui parteciperà per la 12ma volta, la seconda di fila col team del campione texano.

Piero Lonardo

Foto: IndyCar Series

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IndyCar – I rookie si preparano al Texas. Ibrido, se ne parla nel 2024

La stagione dell’IndyCar Series come noto proseguirà col primo dei quattro soli appuntamenti su ovale (per cinque gare complessive, considerando il doubleheader dell’Iowa) con la XPEL 375 al Texas Motor Speedway sabato 20 marzo prossimo.

I ben sei oval rookies della serie 2022 si sono pertanto ritrovati sul tracciato texano mercoledí per completare la loro preparazione in vista del debutto ufficiale su quel tipo di tracciato e ricevere la necessaria certificazione.

Secondo fonti non ufficiali, è stato Kyle Kirkwood a piazzare la miglior media sotto gli occhi di JR Hildebrand, venuto a dar man forte al campione Indy Lights in carica, con la vettura del team Foyt, seguito da Callum Ilott con la vettura del Juncos Hollinger.

Curiosità, il talentino ancora in scuderia FDA non aveva mai percorso un solo miglio su ovale, nemmeno su un simulatore, anche se in pista ha potuto avvalersi dei consigli dell’ex-campione IndyCar e vincitore della Indy 500 nel 2014 Ryan Hunter-Reay.

Chaperon d’eccezione anche per Christian Lundgaard, il migliore dei newcomers nel primo round di St.Pete e l’unico insieme ad Ilott a non avere alcuna esperienza su ovale, nella persona di Graham Rahal.

Alla sessione hanno partecipato anche David Malukas, Devlin DeFrancesco e Romain Grosjean. Quest’ultimo ricordiamo ha già partecipato nel 2021 alla gara di Gateway.

Lunedí 7 marzo in Texas sarà la volta dei veterani: sono infatti attesi il trio del Team Penske composto dal vincitore del season opener, Scott McLaughlin, Josef Newgarden e Will Power, il quartetto del Team Ganassi con Scott Dixon, Alex Palou, Marcus Ericsson e Jimmie Johnson, e l’Ed Carpenter Racing, con Conor Daly e Rinus VeeKay. Ricordiamo che in Texas sarà della partita anche il patron Ed Carpenter, con una terza vettura DW12-Chevy verrà schierata in tutte le gare su ovale con #33.

Martedí 8 invece un altro gruppo si sposterà in Alabama, a Barber Park, dove è in programma la quarta gara dell’anno il primo maggio, composto dalle truppe dell’Andretti Autosport: DeFrancesco, Grosjean, Colton Herta ed Alexander Rossi, e del RLL, vale a dire Lundgaard, Jack Harvey e Graham Rahal.

Frattanto la serie ha reso noto di aver posticipato l’adozione del sistema ibrido, cosí come dei nuovi motori 2,4 litri, al 2024. La penuria di materiali per la produzione in quantità delle necessarie componenti da parte della tedesca Mahle, cui è stato assegnato l’appalto dell’ERS, ha infatti generato la cancellazione dei test previsti per inizio settimana in Florida e la ricalendarizzazione delle altre attività connesse.

Test con le nuove unità motrici Honda e Chevy, ancora prive di ERS e delle altre nuove componenti ausiliarie, dovrebbero invece essere condotti a Sebring il 30-31 marzo.

Ad ogni modo, va detto che una precedente simulazione, condotta in autunno da quattro veterani all’IMS, aveva peraltro evidenziato la necessità di appoggiare il nuovo sistema propulsivo ad un nuovo chassis, già commissionato a Dallara, il cui debutto però sarebbe previsto non prima del 2025.

Chissà che questa svolta in uno scenario tecnico ancora una volta apparentemente complicato non porti anche il fatidico terzo motorista (dopo Ferrari si parla ora insistentemente di Toyota) alla serie, che dalla sua continua a godere di un format sempre spettacolare anche con vetture che stanno vivendo la loro 11ma stagione in pista, seppur continuamente modificate dal punto di vista aerodinamico.

Piero Lonardo

Foto: IndyCar Series

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IndyCar – McLaughlin, prima vittoria a St.Pete

Scott McLaughlin da stasera è un IndyCar winner. Il 28enne kiwi del Team Penske ha chiuso davanti a tutti il Grande Prix of St.Petersburg, prima prova stagionale dell’IndyCar Series 2022.

McLaughlin, partito dalla pole, non ha giocato su strategie particolari, peraltro rese inefficaci dall’unica Full Course Yellow generata da David Malukas al lap 25, che ha visto praticamente tutto il top package della gara precipitarsi in pitlane per sostituire le alternate ormai alla frutta.

Nel frattempo altri avevano tentato la carta della sosta anticipata, fra cui Scott Dixon, Pato O’Ward e Rinus VeeKay, P3 allo start ma le cui red avevano già ceduto di schianto. Davanti a tutti rimaneva (per poco) Alexander Rossi, partito con le prime, il quale cedeva la leadership al sei volte campione del Team Ganassi.

Dietro McLaughlin manteneva la testa della gara parallela che si svolgeva alle spalle dei battistrada, che vedeva Alex Palou risalire su Will Power, che invece aveva tentato la carta delle black in partenza e che si apprestava ad un incredibile stint di ben 38 giri sulle rosse.

Dixon resisteva fino al lap 64, mentre il box dell’Arrow McLaren SP aveva già abbandonato la strategia e richiamava O’Ward, al momento secondo, già al lap 48 nel tentativo di limitare i danni. A quel punto era incredibilmente Rinus Veekay a trovarsi con una potenziale matchball, ma come dicevamo prima, nessuna neutralizzazione arrivava in aiuto dell’Ed Carpenter Racing (parentesi, il patron sarà nuovamente della partita fra tre settimane in Texas con una terza vettura), che al lap 62 andava a montare il suo terzo set di gomme.

L’ultima sosta del ritrovato leader McLaughlin avveniva con un provvidenziale undercut nei confronti di Palou, che nel frattempo si era portato a poco più di 2” dall’ex campione delle V8 Supercars.

La carica del campione 2021, partito ricordiamo dalla decima piazzola dopo il brutto incidente delle libere 2, portava la DW12-Honda #10 fino a mezzo secondo dal leader (anche grazie al provvidenziale blocking di un apparentemente migliorato Jimmie Johnson), ma era McLaughlin che riusciva a passare la chequered flag per la prima volta davanti a tutti. Will Power terzo completava il successo del Team Penske, cui solo Josef Newgarden, vincitore qui due volte, non ha partecipato, terminando addirittura 16mo dopo una gara a dir poco incolore.

Solo P4 per il dominatore dello scorso anno, Colton Herta, mentre Romain Grosjean, vittima in partenza delle scorrettezze di Power, trovava nelle battute finali la forza di riprendersi almeno la top five su VeeKay.

A seguire il solito Graham Rahal che piazza la migliore delle vetture del Rahal Letterman Lanigan ancora una volta tra i primi dieci, che si completano con Dixon e Marcus Ericsson, P8 e P9 rispettivamente dietro a Graham Rahal e davanti a un Takuma Sato che sta prendendo le misure al suo nuovo team.

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Migliore tra i rookie, Christian Lundgaard, undicesimo, ma anche Kyle Kirkwood e Devlin de Francesco hanno evitato l’onta del doppiaggio, classificandosi P18 e P22. Unico altro ritiro della giornata, Dalton Kellett per problemi al cambio.

E’ tutto per oggi. Il prossimo appuntamento con l’IndyCar Series è per il 20 marzo al Texas Speedway.

Piero Lonardo

L’ordine di arrivo

Foto: Team Penske, IndyCar Series