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IndyCar – Al giro di boa in Ohio in pieno mercato piloti

Reduci dai test sì privati, ma con la presenza di ben 20 piloti in Iowa, nel fine settimana ritorna l’IndyCar Series ancora nella cornice del Midwest con Mid-Ohio.

Assenti sull’ovale corto di Newton, che a fine luglio ospiterà l’unico doubleheader stagionale, solamente David Malukas del Dale Coyne Racing, Callum Ilott del Juncos Hollinger Racing e le intere line-up di Arrow McLaren e Penske.

Regolarmente presente anche Takuma Sato che, stante anche l’ingaggio di Ryan Hunter-Reay all’Ed Carpenter Racing, completerà le gare su ovale del 2023 per Ganassi come da previsioni, i risultati non ufficiali della giornata danno proprio il campione 2012 con la seconda prestazione dietro Colton Herta e davanti ad un redivivo Simon Pagenaud.

In P4 un certo Alex Palou che sta monopolizzando fin qui la stagione a suon di vittorie, tre nelle ultime quattro gare, fuori dalla top five solo nel season opener di St.Pete.

Non vi sarete dimenticati la querelle dello scorso anno, più o meno stesso periodo, con il catalano proiettato verso la McLaren ed il sogno F1… bene, Palou tra le due gare vittoriose di Detroit e Road America ha avuto la possibilità di provare una monoposto di Woking anche in Ungheria dopo il primo outing ad Austin lo scorso anno, e più di una voce dà il 26enne al volante di una F1, non necessariamente McLaren, full-time già la prossima stagione.

Ma in casa Ganassi ci sono problemi anche sul rinnovo di Marcus Ericsson. Il vincitore della Indy 500 dello scorso anno, secondo peraltro in classifica dietro Palou, ha riportato che le due parti al momento sono sostanzialmente distanti da un accordo, anche se si sta lavorando per addivenire ad una prosecuzione del rapporto.

Josef Newgarden frattanto ha sottolineato che a Palou finora sono andate tutte bene (alla Indy 500 non proprio, ma ok) al contrario suo, e che quindi il suo distacco, da terzo, dal leader è anche frutto della fortuna, anche se Dario Franchitti, quindi non proprio l’ultimo arrivato, ha affermato di non avere mai visto un pilota così dominante come il catalano di questi ultimi tempi.

Nel frattempo godiamoci un altro circuito iconico, che a partire da venerdì 30 giugno alle 3.05 PM ET con le prime libere vedrà in azione le 27 monoposto full-season. Qualifiche sabato 1° luglio alle 2.45 PM ET, vale a dire le 20.45 nostrane, e start della gara alle 1.30 PM ET, le 19.30 di casa nostra.

Collegamenti gratuiti per libere e qualifiche su IndyCar Live! e gara da seguire sui canali Sky. Considerato l’orario non concomitante con la F1, si auspica un trattamento migliore del round precedente da parte della pay-tv.

Piero Lonardo

Foto: IndyCar Series

Palou

IndyCar – Chi fermerà Palou, vittorioso anche a Road America?

Alex Palou dopo Detroit si impone anche a Road America nell’ottavo round dell’IndyCar Series 2023. Il catalano, reduce da un brutto crash nelle libere 2, ha prima qualificato la sua DW12-Honda in P3, per poi piazzarsi subito alle spalle del polesitter, Colton Herta, per superarlo una prima volta ai box a metà gara e piazzare la zampata decisiva a 7 tornate dal termine.

Herta è il grande deluso di questa gara. Galeotta la decisione del suo box di procedere ad un undercut nell’ultima sosta che lo ha lasciato sí senza affanno davanti ai suoi inseguitori, ma che – senza l’ausilio di neutralizzazioni – si è dimostrato “killer”, come ha commentato ai microfoni nel post-gara, costringendolo ad un fuel saving che Josef Newgarden, Pato O’Ward e Scott Dixon hanno utilizzato per passargli davanti alla bandiera a scacchi.

Il vincitore della Indy 500 è stato l’unico realmente in palla del Team Penske, con una gara tutta d’attacco – a volte forse anche esagerata, vedi sorpasso su Palou – terminata a 4” dal vincitore, che gli permette di mantenere il distacco dal leader su grandezze accettabili, mentre O’Ward, vittima del tamponamento al via da parte di Kyle Kirkwood che ha causato la prima delle 4 Full Course Yellow, peraltro tutte nella prima metà di gara, ha guadagnato il massimo da una McLaren che sembra sempre sul punto di svoltare ma cui manca sempre quel qualcosa, come dimostrano le gare dei suoi due compagni di squadra.

Alexander Rossi sembrava dovesse ripetere i fasti del 2019, invece ha chiuso in top ten senza mai dare la sensazione, nonostante una strategia analoga a quella dei migliori, di poter andare oltre. Felix Rosenqvist invece, partito dalla 16ma piazzola, ha scontato le 4 soste che sono risultate vincenti solo per la vecchia volpe Scott Dixon, che chiude in P4 dalla 23ma piazzola di partenza.

Will Power, l’altro protagonista del crash di sabato, ha tentato una strategia impossibile che ha comportato ben 7 soste ma che ha sortito solamente la 13ma piazza finale, 9 comunque in meno di quella di partenza. Stretegia assurda copiata in parte dal box Ganassi anche per Marcus Armstrong, probabilmente per non lasciare nulla al caso e/o proteggere le altre vetture del team, che è costato quasi certamente un arrivo in top ten.

La tanto auspicata rinascita dell’RLL si è concretizzata con l’arrivo in P7 del solito Christian Lundgaard, a lungo in lotta con le McLaren, e con la P11 di Graham Rahal. Il best lap al giro 8 però la dice lunga sull’effettiva competitività del figlio d’arte, che si è limitato al compitino. Peggio è andata a Jack Harvey, nelle gomme in curva 1 e ultimo dei classificati.

Menzione speciale per Ryan Hunter-Reay, che dopo una qualifica oltre il pessimo si è prodigato nel portarsi al traguardo senza errori, chiudendo in 17ma posizione, mentre il compagno di squadra VeeKay ne combinava di ogni, pur raggiungendo i margini della top ten.

Altra menzione speciale, ma in negativo, per Romain Grosjean, che dopo essersi fatto apostrofare da Power ed aver disputato una qualifica da dimenticare, ha pensato di trascorrere più tempo fuori pista che dentro.

In classifica, Palou ora conduce con 74 lunghezze di vantaggio su Marcus Ericsson, oggi sesto, e 81 su Newgarden. A seguire, appaiati a -98, Pato O’Ward e Scott Dixon. Distacchi notevoli considerando che fra due settimane saremo al giro di boa della stagione a Mid-Ohio.

Piero Lonardo

Foto: Chip Ganassi Racing

L’ordine di arrivo

Siegel

Indy NXT – Siegel, vittoria e leadership a Road America

Nolan Siegel a Road America fa il bis dopo Detroit e balza in testa alla Indy NXT 2023. La giovane promessa dell’armata HMD ha gestito al meglio le gomme sull’impegnativo tracciato del Midwest e ha approfittato degli errori altrui per chiudere al comando della classifica generale.

Per primo il polesitter Kyffin Simpson, largo in curva 1 allo start per permettere a Reece Gold, partito dalla seconda fila, di prendere il comando della gara; dalla terza fila invece si faceva largo Louis Foster, che si installava dietro il leader e a Siegel, entrambi a precedere Colin Kaminski, presto superato anche dal compagno di squadra Jacob Abel.

Christian Rasmussen, autore di una qualifica non impeccabile, cercava di mantenere la settima posizione, ma era Hunter McElrea, partito dalla P13, ad effettuare la rimonta più efficace, risalendo sino a superare il leader in classifica; poco dietro Jamie Chadwick, per la prima volta in top ten, rovinava tutto con un contatto con Josh Pierson, reduce da Le Mans.

Foster superava Siegel per la seconda piazza ma tre giri dopo quest’ultimo ristabiliva la posizione e partiva alla caccia del leader, e Foster doveva cedere al lap 6 anche al rimontante Abel, mentre Rasmussen e McElrea si davano battaglia poco dietro.

Il sorpasso che vale la gara avviene al nono giro, poco prima che Rasmussen provochi l’unica Full Course Yellow della giornata, sbattendo a muro al Kink con l’anteriore sinistra delaminata. Jagger Jones, fin qui autore di una gara abbastanza anonima nelle retrovie, ne approfitta per cambiare le gomme e dopo il restart al giro 13 inizia una furiosa rimonta che lo porterà sin dentro la top ten.

Davanti Siegel tiene mentre Abel infila Gold, presto imitato da McElrea ed i tre chiuderanno cosí il podio. A seguire James Roe, Louis Foster, penalizzato per blocking ai danni dell’irlandese, cui ha dovuto ricedere la posizione, poi ancora Danial Frost, Kyffin Simpson, Jagger Jones e Colin Kaminsky.

Solo P16 per il nostro Matteo Nannini, autore di un’uscita di strada in qualifica ad appena 20” dal termine quando vantava il secondo tempo dietro Simpson.

In classifica generale, Siegel opera il sorpasso su Rasmussen, che dopo il DNF odierno è costretto ad inseguire con ben 40 lunghezze di ritardo. Abel si avvicina dal canto suo a McElrea: i due inseguono ancora più staccati a –56 e -61 rispettivamente. L’Indy NXT tornerà in azione fra due settimane a Mid-Ohio.

Piero Lonardo

Foto: Indy NXT

I risultati delle Qualifiche

L’ordine di arrivo

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IndyCar – Herta torna in pole a Road America

Colton Herta conquista la prima pole del 2023, la decima in carriera, a Road America. L’alfiere dell’Andretti Autosport nella Firestone Fast Six ha fissato i cronometri sull’1.40.1945, la migliore prestazione del weekend, battendo per poco meno di due decimi Pato O’Ward.

Herta ha dovuto rimontare un testacoda nel Q2, che ha comportato la cancellazione del tempo ottenuto fino a quel momento che lo piazzava in P3 in quel segmento, piazzandosi alla fine al comando del turno, cosí come peraltro avvenuto anche nel primo gruppo del Q1.

Uno degli altri miracoli della giornata è il terzo tempo di Alex Palou, la cui vettura è rimasta seriamente danneggiata nel secondo turno di libere disputatosi solo un paio di ore prima, al punto di utilizzare il muletto.

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Ma nelle libere-2 è riaffiorato anche il duello da tempo sopito tra Will Power e Scott Dixon: i due sono venuti a duro contatto per un errore di valutazione del sei volte campione, terminando entrambi a muro e scatenando una di quelle veementi reazioni da parte di Power che non vedevamo da tempo. Il risultato è stato comunque anche in questo caso la ricostruzione (totale per Dixon, parziale per Power) delle due vetture, che non hanno superato il primo turno e partiranno in P22 e P23.

Ha invece parzialmente deluso le aspettative Alexander Rossi. Già “pizzicato” per eccesso di velocità in pitlane nel primo turno, il polesitter 2022, autore del best lap in entrambi i turni di libere, alla fine si è classificato solo quinto, unico ad aver disputato la Fast Six con le alternate, dietro a Josef Newgarden. Il due volte campione c hiude la lista dei piloti che hanno disputato lo shootout finale, in quanto il motore di Kyle Kirkwood, pure qualificatosi per la Fast Six, ha esalato l’ultimo respiro al termine del Q2.

Il vincitore dello scorso anno all’ultimo secondo ha buttato fuori dai primi sei il sempre più promettente Christian Lundgaard, unico aspetto positivo del recente “refresh” in casa RLL. Newgarden peraltro è stato anche protagonista di un testacoda a tempo scaduto, che non ha inficiato il risultato finale della Fast Six.

Ottima prestazione anche per Marcus Armstrong, che partirà ottavo, e tra i rookies anche Benjamin Pedersen può vantarsi della sua miglior partenza finora, col decimo tempo.

Fuori per poco dai migliori anche David Malukas, costantemente nella top five tra le libere, mentre al contrario fin qui debutto da dimenticare per Ryan Hunter-Reay, desolatamente ultimo dopo aver causato l’unica red flag della sessione nel finale del secondo gruppo del Q1 con una rovinosa uscita all’ultima curva.

Il risultato di oggi però potrà non essere decisivo per la gara, anche perchè il nuovo asfalto del circuito ha dimostrato di gradire assai le primary, ed avere tre set di gomme nuove potrebbe essere la chiave per la vittoria. Appuntamento quindi alle 1.00 PM ET di domenica, le 19 italiane, per gustarsi una delle gare più combattute della stagione. Diretta a pagamento sui canali Sky.

Piero Lonardo

Foto: Andretti Autosport, IndyCar Series

I risultati delle Libere 2

I risultati delle Qualifiche

Rossi

IndyCar – Rossi guida la carica McLaren nelle prime libere a Road America

Alexander Rossi non ha ancora avuto l’occasione di capitalizzare dal suo passaggio in Arrow McLaren, ma Road America potrebbe essere l’appuntamento giusto per spiccare il volo. Al team di Zak Brown manca ancora la vittoria, sfuggita per un soffio a Pato O’Ward nei primi due appuntamenti, e l’ex-F1, che ricordiamo vanta fin qui quattro top five ed insegue proprio il compagno di squadra al sesto posto in classifica generale, si è presentato al top nelle prime libere.

Rossi, che qui vinse nel 2019 e che lo scorso anno è partito dalla pole, ha sfruttato al meglio la sessione di test della scorsa settimana, traendo il massimo dalla pista recentemente ripavimentata e leggermente modificata, segnando il best lap nelle libere 1 con 1.41.7790. Le altre macchine del team sono le uniche motorizzate Chevy comprese nella top ten con O’Ward P5 e Rosenqvist P8.

Dietro Rossi, un ritrovato David Malukas ed il leader in classifica Alex Palou. Anche il Team Ganassi piazza tutti i suoi piloti tra i primi dieci con Scott Dixon P4, Marcus Ericsson P6 e Marcus Armstrong P10. Le uniche eccezioni quindi fanno capo a Colton Herta, nono, e a Christian Lundgaard, settimo.

Sono state settimane difficili in casa Rahal Letterman Lanigan, con spostamenti di personale, anche tra la struttura che segue le BMW GTP in IMSA, ma paiono aver pagato con Graham Rahal appena fuori dalla top ten ed anche un Jack Harvey sempre più sul piede di partenza in P23, dietro al rientrante Ryan Hunter-Reay con la DW12-Chevy #20 dell’Ed Carpenter Racing.

I test sembrano invece non aver sortito effetto – almeno per ora – in casa Penske, con Scott McLaughlin, Josef Newgarden, vincitore lo scorso anno, e Will Power in fila a partire dalla quindicesima prestazione, mentre all’MSR si è tornati alle prestazioni pre-Detroit, con Helio Castroneves 20mo e Simon Pagenaud mestamente ultimo.

Oggi si prosegue con le libere-2 e le qualifiche, a partire rispettivamente dalle 10.55 AM ET e alle 1.55 PM ET, entrambe fruibili, come la IndyNXT che torna per la sua quinta prova stagionale, in free streaming su IndyCar Live!

Piero Lonardo

Foto: IndyCar Series

I risultati delle Libere 1

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IndyCar – Si riprende a Road America col ritorno di Hunter-Reay

L’Indycar Series ritorna nel weekend per il tradizionale appuntamento di Road America. Diversi team hanno avuto l’occasione di provare la settimana scorsa in una due giorni che ha visto alternarsi sull’iconico tracciato del Wisconsin, recentemente riasfaltato, vetture dei team Penske, Ganassi, Dale Coyne, Juncos Hollinger, Arrow McLaren e Foyt.

Tra le 27 vetture iscritte spicca una novità non di poco peso, Ryan Hunter-Reay al posto di Conor Daly sulla DW12-Chevy #20 dell’Ed Carpenter Racing. Il campione IndyCar 2012 torna quindi full-time dopo il recente outing alla Indy 500, conclusa appena fuori dalla top ten per il Dreyer & Reinbold.

Il DRR peraltro ha trovato una nuova occupazione a Daly dopo l’appiedamento (ufficialmente dichiarato quale separazione consensuale), avvenuto sostanzialmente per mancanza di risultati in questo avvio di stagione dove il figlio d’arte ha terminato una sola volta tra i primi dieci. Non che i compagni di squadra abbiamo fatto molto meglio, perché Rinus VeeKay, aldilà della bella prestazione in qualifica a Indy, non ha ottenuto tanto di meglio.

In bilico rimane anche il sedile di Jack Harvey, dopo che anche a Toby Sowery, successivamente al campione Indy Lights (ora Indy NXT) in carica, Linus Lundqvist, è stato permesso di provare una vettura del Rahal Letterman Lanigan a Sebring. Nella stessa sessione svolta a Sebring, Lundqvist ha testato invece la macchina di VeeKay.

Tornando alla gara di domenica, lo scorso anno fu Josef Newgarden a trionfare davanti a Marcus Ericsson, mente il leader della classifica generale Alex Palou, vincitore nel 2021, venne fatto fuori proprio dallo svedese dopo 5 giri. Ricordiamo che stiamo parlando anche della top three attuale, con Ericsson a 51 lunghezze dal compagno di squadra e Newgarden, seppure pur’egli con due vittorie all’attivo come Palou, addirittura a -70.

Le attività in pista a Road America inizieranno venerdì 16 giugno alle 4.00 PM ET con le prime libere. Qualifiche sabato dalle 1.55 PM ET, vale a dire le 19.55 italiane, e gara alle 1.15 PM ET di domenica 19. Qualifiche e turni di libere visibili come sempre in free streaming su IndyCar Live!, mentre la gara sar° trasmessa dai canali SkySport.

Piero Lonardo

Foto: IndyCar Series

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Indy NXT – A Detroit, primi successi di Gold e Siegel

Nel corposo weekend appena trascorso è tornata anche l’Indy NXT con un doubleheader sulle strade di Detroit. Dopo che le due pole position sono state assegnate nel tardo pomeriggio di venerdí a Louis Foster, già al palo a St.Petersburg, gara 1 è iniziata sotto l’insegna del crash-fest.

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A farne le spese proprio Foster, arpionato da Hunter McElrea, ma anche il leader in classifica, Christian Rasmussen, era costretto a riparare ai box per cambiare ala dopo aver tamponato Reece Gold, cosí come peraltro Kyffin Simpson.

Dopo l’inevitabile penalità ai danni di McElrea, era Gold a trovarsi al comando, ma la gara veniva neutralizzata poco dopo a causa dell’irruenza da parte di Josh Green, il quale accompagnava in testacoda Rasmus Lindh.

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Il duello per il successo vedeva quindi Gold tallonato e poi passato da Siegel, il quale però all’ultimo giro era costretto allo stop per un problema al cambio. Via libera quindi per Gold, che porta a casa la prima vittoria nella serie davanti a Jagger Jones e ad Ernie Francis Jr., il quale completava a podio una rimonta dalla quattordicesima piazzola.

Gara terminata anzitempo anche per il vincitore di St.Pete, Danial Frost, mentre Rasmussen dal canto suo riuscirà ad avanzare sino alla P9, proprio dietro allo sfortunato contender.

2023 Indianapolis 500 - Pace CarSiegel si rifarà in gara 2, sfruttando al meglio la bagarre fra Foster e Rasmussen in prima fila per installarsi subito al comando. Il danese a propria volta alzava i gomiti sul teammate relegandolo subito in terza posizione.

Lo sfortunato protagonista di gara 1 riusciva poi a tenere a bada Rasmussen sino alla bandiera a scacchi, gestendo anche i due restart generati da altrettanti contatti a muro da parte di Jagger Jones e Kyffin Simpson, mentre Foster teneva la posizione su McElrea e Frost, quest’ultimo risalito dall’ottava piazzola.

In classifica generale, il weekend di Detroit ha permesso a Siegel di avvicinarsi pericolosamente al leader Rasmussen, che ora conduce con due sole lunghezze sul teammate dell’HMD. McElrea, terza forza della serie seppure ancora alla ricerca del primo successo, insegue già ben staccato a -38.

L’appuntamento con la Indy NXT è fra due settimane a Road America.

Piero Lonardo

Foto: HMD, Indy NXT

L’ordine di arrivo di Gara 1 

L’ordine di arrivo di Gara 2

IndyStart

IndyCar – Palou re di Detroit e sempre più solo in vetta alla classifica

Alex Palou domina il Detroit Grand Prix e prende il largo in classifica generale. Il driver del Team Ganassi ha dominato il nuovo tracciato, disegnato fra i muretti angusti della Motor City, riuscendo anche a superare un suo stesso errore che lo ha portato in emergency mode al restart del giro 56.

Will Power, risalito dalla settima piazzola, è stato abile ad approfittare della defaillance della DW12-Honda #10, portandosi al comando. La situazione è stata ripristinata in pista dopo appena 9 giri, ed il successivo giro di pitstop non ha cambiato le carte in tavola.

Chi in seguito si è alternato al comando, Alexander Rossi, Josef Newgarden, Kyle Kirkwood il quale sembrava già out dopo la tamponata al primo giro da parte di Callum Ilott, e Marcus Ericsson, ha solamente atteso la propria sosta in assenza di interruzioni per lasciare infine Palou riprendersi la leadership che ha mantenuto sino alla bandiera a scacchi nonostante una fase finale concitata.

Se infatti i primi 82 giri dopo lo start non avevano visto che l’errore di un furioso Pato O’Ward ed il lungo di Sting Ray Robb, il finale ha visto cadere uno ad uno diversi contender, primo fra tutti Romain Grosjean, a muro nell’insidiosa turn 4, il quale innescava il consueto rito di “caution chiama caution” di cui hanno fatto le spese anche Christian Lundgaard e Rinus VeeKay.

Nello shootout finale di 5 giri Palou non ha avuto problemi nel gestire Power, che alla fine riconquistava la piazza d’onore dopo le “attenzioni” di Scott Dixon che permettevano a Rossi di prendere ben tre posizioni in una curva, mentre Felix Rosenqvist dopo la sfortunata Indy 500 completava la rimonta a podio superando anche lo stesso Dixon, dopo aver avuto in precedenza la meglio (con le cattive) sul teammate Rossi.

Ottima viste le premesse iniziali la sesta piazza di Kirkwood, ancora una volta il solo driver concreto dell’Andretti Autosport, mentre la top ten si completa con Scott McLaughlin, i due Marcus, Armstrong ed Ericsson, e Newgarden.

In classifica, Palou conduce con la bellezza di 51 lunghezze su Ericsson e 70 sul trionfatore di Indianapolis.

L’IndyCar Series, che quest’anno “presterà” alla 24 Ore di Le Mans i soli Scott Dixon e Simon Pagenaud, tornerà fra due settimane a Road America prima del tour de force estivo.

Piero Lonardo

Foto: IndyCar Series

L’ordine di arrivo

Palou

IndyCar – Palou, nuova pole a Detroit

E’ incredibile come le sorti di un rapporto pilota/team possano cambiare nel volgere di qualche mese. Alex Palou, che a luglio scorso aveva fatto di tutto per uscire dal Team Ganassi, allettato dalle sirene McLaren, dopo il mese di maggio si ritrova in testa all’IndyCar Series con una vittoria e, fin qui, due pole position all’attivo nelle ultime tre gare.

A Detroit, sul rinnovato circuito cittadino infatti, il catalano ha piazzato la sua terza pole in carriera, bissando quella della Indy 500 di due settimane fa.

Palou ha dominato le due ultime fasi, pur non segnando la migliore prestazione, ad opera invece di Kyle Kirkwood nel secondo gruppo del Q1, lasciandosi alle spalle Scott McLaughlin nella Firestone Fast Six col tempo di 1.01.8592.

Seconda fila per Romain Grosjean e Scott Dixon, a precedere i duellanti della 500 Miglia, Josef Newgarden, e Marcus Ericsson. Quest’ultimo e “The Phoenix” hanno perso tempo prezioso a causa di un drive through successivo ad altrettanti “lunghi”.

Queste non sono state le uniche disavventure tra i muretti della Motor City, che hanno visto defaillance sin dalle prime libere, anche ad opera di campioni consumati. Nel turno odierno è stata la volta di Helio Castroneves, giratosi in curva 2 al termine del primo gruppo del Q1, mentre Christian Lundgaard e Colton Herta hanno vanificato i propri sforzi rovinando le sospensioni nella metà successiva, imitati infine da Kirkwood, il quale ha perso un’ottima occasione per ripetere l’exploit di Long Beach, durante la Top Twelve.

Segnali di ripresa in casa Meyer Shank grazie all’ottava prestazione di Simon Pagenaud, davanti alle due migliori McLaren di felix Rosenqvist e Pato O’Ward. Notte fonda invece in casa RLL, col solo Lundgaard fuori dalle ultime posizioni.

Per una volta tra i rookies non andremo a tessere le lodi di Agustin Canapino, protagonista negativo delle prime libere di ieri, mentre al contrario è stato Marcus Armstrong ad incantare, sfiorando i primi sei per la P11 finale.

Il Detroit Grand Prix, che si annuncia quanto mai combattuto, prenderà il via domenica alle 3.00 PM ET, vale a dire alle 21 nostrane. Diretta a pagamento sui canali SkySport.

Piero Lonardo

Foto: IndyCar Series

I risultati delle Libere 1

I risultati delle Libere 2

I risultati delle Qualifiche

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IndyCar – I dolori del giovane Marcus (e non solo)

Il finale della 107ma Indy 500 ed il successo allo shootout di Josef Newgarden ha fatto sicuramente discutere, in primis per le tre red flag ed il loro svolgimento, ma anche per le cause che le hanno scatenate.

Primo a lamentarsi a caldo Marcus Ericsson. “Non credo sia stato un modo corretto di fare finire la corsa” ha commentato ad un noto media “Non penso ci fossero abbastanza giri per fare ciò che è stato fatto – ha aggiunto il vincitore 2022, che è andato a meno di un centesimo dal back-to-back – “e non penso sia sicuro uscire dalla pilane per un restart quando metà del gruppo sta ancora cercando di entrare in pista”.

Ma ce n’è anche per lo svedese, reo di aver provocato l’incidente che al lap 192 di 200 ha tolto di mezzo Pato O’Ward. L’alfiere di Arrow McLaren avrebbe detto a caldo “che non si dimenticherà”, e che “farà in modo che (Ericsson) venga (fuori) con lui la prossima volta”.

Arrivo

Ci sono ovviamente polemiche anche per la mossa da parte vincente di Newgarden, il quale ha copiato quanto effettuato lo scorso anno da Ericsson nei confronti di O’Ward, mossa ribattezzata “The Dragon move”, zigzagando fino ai margini dell’entrata della pitlane per non dare spazio e scia al pilota di Ganassi.

“(Ericsson) era super-vicino ed è uscito bene dalla curva 4” ha commentato Newgarden “e cosí ho pensato di dover essere più aggressivo possibile per non farlo passare” e riguardo alla sua mossa “E’ legale, non ho altro da dire”.

Di parere avverso Stefan Wilson, che, pur congratulandosi con Newgarden ha twittato “Non mi piacciono le “dragon moves” all’uscita delle curve 2 e 4, forse sono un po’ scappate di mano” “Andare a cercare l’entrata della pitlane – ha concluso Wilson, presente  in circuito nonostante la recente operazione alle vertebre dorsali – aggiunge un sacco di rischi per le macchine che seguono e che cercano di rimanere a contatto”.

Rogerpenske

Ma le polemiche hanno investito anche Roger Penske, alla prima vittoria da proprietario dell’IMS, reo per i più buoni di aver voluto privilegiare lo spettacolo a tutti i costi, ma per altri di aver voluto dare un’ultima chance al suo pilota.

Difficile per alcuni sottrarsi totalmente dal tarlo del dubbio, peraltro confermato dallo stesso “Captain” il quale ha confermato di aver “solo” cercato a tutti i costi un finale non sotto bandiere gialle. Al riguardo un quasi vincitore come JR Hildebrand, nel chiamare in causa i “fantasmi” del finale di Abu Dhabi 2021, ha colto via Twitter l’occasione per ricordare che le esigenze dello spettacolo non devono mettere in ombra lo sport.

Matthews

Una menzione speciale va alla signora Robin Matthews, la cui vettura privata, una Chevrolet peraltro, soprannominata Snowball (palla di neve) è stata fortunatamente l’unica “vittima” della ruota staccatasi dalla macchina di Kyle Kirkwood. La signora Matthews, stava lavorando in una suite di curva 2 al momento dell’impatto fra la ruota vagante e la macchina parcheggiata.

Piero Lonardo

Foto: IndyCar Series, Rich Nye WTHR 13