Alex Palou dopo Detroit si impone anche a Road America nell’ottavo round dell’IndyCar Series 2023. Il catalano, reduce da un brutto crash nelle libere 2, ha prima qualificato la sua DW12-Honda in P3, per poi piazzarsi subito alle spalle del polesitter, Colton Herta, per superarlo una prima volta ai box a metà gara e piazzare la zampata decisiva a 7 tornate dal termine.
Herta è il grande deluso di questa gara. Galeotta la decisione del suo box di procedere ad un undercut nell’ultima sosta che lo ha lasciato sí senza affanno davanti ai suoi inseguitori, ma che – senza l’ausilio di neutralizzazioni – si è dimostrato “killer”, come ha commentato ai microfoni nel post-gara, costringendolo ad un fuel saving che Josef Newgarden, Pato O’Ward e Scott Dixon hanno utilizzato per passargli davanti alla bandiera a scacchi.
Il vincitore della Indy 500 è stato l’unico realmente in palla del Team Penske, con una gara tutta d’attacco – a volte forse anche esagerata, vedi sorpasso su Palou – terminata a 4” dal vincitore, che gli permette di mantenere il distacco dal leader su grandezze accettabili, mentre O’Ward, vittima del tamponamento al via da parte di Kyle Kirkwood che ha causato la prima delle 4 Full Course Yellow, peraltro tutte nella prima metà di gara, ha guadagnato il massimo da una McLaren che sembra sempre sul punto di svoltare ma cui manca sempre quel qualcosa, come dimostrano le gare dei suoi due compagni di squadra.
Alexander Rossi sembrava dovesse ripetere i fasti del 2019, invece ha chiuso in top ten senza mai dare la sensazione, nonostante una strategia analoga a quella dei migliori, di poter andare oltre. Felix Rosenqvist invece, partito dalla 16ma piazzola, ha scontato le 4 soste che sono risultate vincenti solo per la vecchia volpe Scott Dixon, che chiude in P4 dalla 23ma piazzola di partenza.
Will Power, l’altro protagonista del crash di sabato, ha tentato una strategia impossibile che ha comportato ben 7 soste ma che ha sortito solamente la 13ma piazza finale, 9 comunque in meno di quella di partenza. Stretegia assurda copiata in parte dal box Ganassi anche per Marcus Armstrong, probabilmente per non lasciare nulla al caso e/o proteggere le altre vetture del team, che è costato quasi certamente un arrivo in top ten.
La tanto auspicata rinascita dell’RLL si è concretizzata con l’arrivo in P7 del solito Christian Lundgaard, a lungo in lotta con le McLaren, e con la P11 di Graham Rahal. Il best lap al giro 8 però la dice lunga sull’effettiva competitività del figlio d’arte, che si è limitato al compitino. Peggio è andata a Jack Harvey, nelle gomme in curva 1 e ultimo dei classificati.
Menzione speciale per Ryan Hunter-Reay, che dopo una qualifica oltre il pessimo si è prodigato nel portarsi al traguardo senza errori, chiudendo in 17ma posizione, mentre il compagno di squadra VeeKay ne combinava di ogni, pur raggiungendo i margini della top ten.
Altra menzione speciale, ma in negativo, per Romain Grosjean, che dopo essersi fatto apostrofare da Power ed aver disputato una qualifica da dimenticare, ha pensato di trascorrere più tempo fuori pista che dentro.
In classifica, Palou ora conduce con 74 lunghezze di vantaggio su Marcus Ericsson, oggi sesto, e 81 su Newgarden. A seguire, appaiati a -98, Pato O’Ward e Scott Dixon. Distacchi notevoli considerando che fra due settimane saremo al giro di boa della stagione a Mid-Ohio.
Piero Lonardo
Foto: Chip Ganassi Racing