Archivi tag: Ed Carpenter Racing

Newgarden_IMStest_H

IndyCar – Newgarden al comando nei test di Indianapolis

Un Josef Newgarden proteso verso il risultato di spicco nella prossima Indy 500 termina al comando nella lista dei tempi nel primo dei due giorni dell’Open Test. Il 32enne portacolori del Team Penske, due titoli all’attivo, ad Indianapolis non ha peró raccolto meglio di un terzo posto nel 2016 con l’Ed Carpenter Racing

Newgarden ha segnato la media di 237.023 mph durante le ore finali della giornata, il cui programma è stato esteso ulteriormente di 60’ fino al tramonto per ovviare alle previsioni di pioggia previste invece per tutta la giornata odierna in Indiana.

Unico altro pilota a scendere sotto le 236 mph, l’enfant du pays Conor Daly, uno degli “stakanovisti” del day 1 con 145 tornate, insieme a Scott McLaughlin (146), David Malukas (150), il teammate Rinus Veekay (156) ed il vincitore 2022 Marcus Ericsson. Quest’ultimo è stato il migliore nelle prime due ore riservate ai veterani con 224.330 mph. La top five prosegue con Scott Dixon, Kyle Kirkwood e Takuma Sato.

Al contrario, solo 23 tornate per Marco Andretti, il quale ha completato il rookie e refresher program in mattinata insieme ai debuttanti Agustin Canapino, Sting Ray Robb e Benjamin Pedersen e ai rientranti Katharine Legge, Ryan Hunter-Reay, Tony Kanaan e Stefan Wilson. Quest’ultimo chiude con la sesta prestazione di giornata con 107 giri percorsi sulla DW12-Chevy del Dreyer & Reinbold.

L’unico contatto da segnalare non è avvenuto sull’ovale ma in pitlane, ed ha visto protagonisti Callum Ilott e Rinus VeeKay, a causa di una unsafe release da parte del pilota del Juncos Hollinger, peraltro a lungo fermo per problemi tecnici (solo 31 giri percorsi) e già nel mirino dei media dopo i fatti di Long Beach. Il pilota inglese si è immediatamente scusato, imputando l’errore al box JHR.

Ricordiamo che sono state utilizzate le nuove configurazioni aerodinamiche specifiche per i Superspeedway introdotte recentemente.

La seconda giornata di test inizierà, meteo permettendo, alle 10.00 AM locali, pari alle 16 italiane, e sarà godibile in free streaming mediante la piattaforma INDYCAR LIVE! https://www.indycar.com/ways-to-watch/stream.

Piero Lonardo

Foto: Team Penske

I risultati del Day 1

Indy500_start2022

IndyCar – La serie da oggi a Indianapolis per preparare la 500 Miglia

Inizia oggi per la durata di due giorni l’Open Test di Indianapolis in preparazione della 107ma Indy 500. Presenti tutti e 33 i piloti iscritti al “Greatest Spectacle in Racing”, che quest’anno non prevedrà quindi alcun bump.

I test si svolgeranno dalle 10.00 AM alle 6.30 PM locali di oggi e dalle 10.00 AM alle 4 PM di venerdi e saranno visibili in streaming gratuito tramite la piattaforma INDYCAR LIVE! https://www.indycar.com/ways-to-watch/stream.

In cartellone anche il Rookie Orientation Program e refresher test dalle 12.00 AM alle 2.00 PM locali di oggi, mentre i cosiddetti veterani prenderanno la pista già al mattino.

PapayaTK

Presentate nel frattempo altre livree speciali per l’occasione. In primis quella della quarta Arrow McLaren, quella dell’addio di Tony Kanaan alle corse. La DW12-Chevy #66 prevede tre stelle color papaya disposte orizzontalmente su sfondo nero. Anche questo è un richiamo alla Triple Crown esposta sulle altre tre vetture riguardanti le vittorie al GP di Monaco, alla 24 Ore di Le Mans e ovviamente alla Indy 500 per il 60mo anniversario del team.

Cusick_livery

Rese note anche quella del Dreyer & Reinbold per Stefan Wilson per la sua quinta partenza ad Indianapolis in collaborazione col Cusick Racing e quelle del Meyer Shank Racing. Queste ultime (in foto la #06 per il quattro volte vincitore Helio Castroneves) switcheranno dal fondo nero al bianco, similmente a quanto presente sulla Acura GTP della serie IMSA. Peccato però che si tratta anche dello stesso schema adottato dal medesimo sponsor sulla vettura del Team Andretti di Kyle Kirkwood, il quale ha commentato su Twitter “sarà dura per gli spotter…”

06_libery

Infine, due parole sulla situazione che si è creata nel post gara di Long Beach: L’IndyCar Series ha ritenuto di dover inviare il seguente comunicato: “Nelle ultime 24 ore, alcuni dei nostri piloti sono stati obiettivo di irrispettosi ed inappropriati abusi online. Non c’è posto per questo comportamento nel nostro sport. Mentre la fiera competizione e la rivalità saranno sempre un bene delle corse IndyCar, è importante di mostrare e celebrare questi attributi con degno rispetto ed attenzione per il benessere dei nostri competitor.”

“L’IndyCar – conclude il comunicato – è una comunità che dovrebbe sempre sforzarsi di migliorarsi mediante il sostegno e l’apprezzamento reciproco.”

Maggiore indiziato, il commentatore argentino Ricardo Ponte, reo di aver apostrofato in diretta tv Callum Ilott, reo di aver bloccato Agustin Canapino durante la ripartenza seguita all’incidente tra Scott Dixon e Pato O’Ward. “El Titan”, in testa al gruppo per non aver cambiato le gomme durante la Full Course Yellow, ma bloccato dal teammate, il quale non voleva perdere il giro dopo il precedente contatto a muro, è stato vittima di Helio Castroneves, che nel passarlo gli ha rovinato il muso, costringendolo ad una lunga sosta extra.

Messaggi di odio comunque anche all’indirizzo di O’Ward, “reo” di aver chiuso Dixon a muro. Il sei volte campione ha puntualizzato in diretta tv che “questo non è il modo di correre”, cui il messicanino ha risposto ai microfoni di NBCSports di non doversi scusare e che si è trattato di un incidente di gara. O’Ward ha poi fatto seguire un comunicato bilingue che invita tutti a non oltrepassare una certa linea di comportamento anche in presenza di diverse opinioni.

Piero Lonardo

Foto: IndyCar Series, Arrow McLaren, Dreyer & Reinbold Racing, Meyer Shank Racing

04-16-Kirkwood-Win

IndyCar – Kirkwood imbattibile a Long Beach riporta la prima W

Una vittoria costruita dalle qualifiche, ecco la sintesi della gara di Kyle Kirkwood a Long Beach. Il 25enne di Jupiter, Florida, approdato in Andretti Autosport dopo una prima stagione da rookie al team Foyt, aveva già dimostrato nel 2022 di essere capace di fornire prestazioni mostre anche con gomme in non perfette condizioni.

Purtroppo quasi sempre questi exploit si sono tramutati in DNF per troppa irruenza o incidenti di gara; nel GP di Long Beach appena terminato invece, forte anche dell’apporto del team e del suo stratega Bryan Herta, la prima pole position nell’IndyCar Series si è tramutata in vittoria.

La squadra di Michael Andretti peraltro ha dominato, portando tre macchine tra le prime quattro, con Romain Grosjean (ma quando ne vincerà una?) secondo e Colton Herta quarto. Nel mezzo, quel Marcus Ericsson che giorno dopo giorno si trova sempre meglio tra le monoposto USA e che comanda la classifica generale.

Grandi sconfitti di oggi l’ex-leader Pato O’Ward ed il vincitore del Texas, Josef Newgarden. Il primo ha gettato via la gara con un tentativo di sorpasso su Kirkwood concluso in melèe, fortunatamente senza maggiori conseguenze, subendo persino l’onta del doppiaggio finale, mentre l’alfiere del team Penske, dopo aver approfittato dell’occasione per passare al comando, non è stato in grado di tenere il passo della concorrenza, dovendo ricorrere a primary usate per l’ultimo stint. Alla fine il due volte campione è terminato solamente ottavo, mentre davanti Grosjean non riusciva ad avvicinarsi quanto basta per impensierire il compagno di squadra, cui va un successo meritatissimo.

In generale, le monoposto dotate di motore Chevrolet hanno generalmente stentato, se è vero che il migliore dei piloti del farfallino è stato Will Power, sesto. Solo tre i ritiri: Scott Dixon, vittima di un primo contatto con un irrequieto O’Ward, Rinus VeeKay per problemi tecnici ed Alexander Rossi, che mentre la sua ex-vettura andava a conquistare il successo, si accomodava nella via di fuga di curva 1.

Il prossimo appuntamento con l’IndyCar Series è fra due settimane a Barber Park, Alabama. Lo scorso anno fu successo di O’Ward.

Piero Lonardo

Foto: IndyCar Series

L’ordine di arrivo 

Kirk_pole

IndyCar – Kirkwood, prima pole in carriera a Long Beach

Dopo due sessioni di libere dominate dalla McLaren #5, tutti si aspettavano la conferma anche in qualifica per Pato O’Ward, invece le cose tra i muretti di Long Beach sono andate diversamente, e Kyle Kirkwood si è aggiudicato la prima pole position in carriera.

Il giovane floridiano, che ricordiamo ha vinto negli anni passati tutti e tre i campionati della cosiddetta Road to Indy, ha beffato nel finale della Firestone Fast Six il compagno di squadra Romain Grosjean col tempo di 1.06.2878, seguito a ruota da Marcus Ericsson, con cui dividerà la prima fila.

O’Ward, come il resto dei favoriti, ha sostanzialmente sprecato un set di alternate nuove per rientrare tra i primi sei dopo il crash di Marcus Armstrong nei minuti finali della Top Twelve. Da regolamento la direzione gara ha permesso un giro lanciato per ciascun concorrente e sono stati premiati, oltre ai quattro già citati, anche Scott Dixon ed Alex Palou, mentre al contrario sono rimasti esclusi Colton Herta e Josef Newgarden. Kirkwood, con un set di gomme nuove, ha avuto la meglio nel turno finale.

In precedenza era stato David Malukas a battezzare le barriere nel primo turno, che ha visto uscire tra gli altri anche il due volte vincitore Will Power.

McLaren_Indy_liveries

L’Arrow McLaren frattanto ha presentato le livree per la prossima Indy 500, ispirate, in onore del 60mo anniversario della findazione del team, alla Triple Crown. Ognuna delle tre DW12-Chevy full-season (quella per Tony Kanaan verrà rivelata in seguito) si ispira infatti ai colori di uno dei successi storici del team di Woking.

La #5 di Pato O’Ward è ispirata alla vittoria della F1 GTR alla 24 Ore di Le Mans del 1995 di JJ Lehto, Yannick Dalmas e Masanori Sekiya; la #6 di Felix Rosenqvist alla vittoria di Alain Prost al Gran Premio di Monaco di F1 del 1984 e la #7 di Alexander Rossi alla Indy 500 del 1974 da parte di Johnny Rutherford.

Queste e le altre monoposto della serie saranno di scena all’Indianapolis Motor Speedway il 20-21 aprile prossimi per i test collettivi in vista della 107ma Indy 500.

Nel frattempo, domani lo start della gara di Long Beach avverrà alle 3.30 PM ET, pari alle 21,30 nostrane, preceduta da mezz’ora di warm-up a partire dalle 12.00 PM ET. Diretta a pagamento della gara sui canali Sky.

Piero Lonardo

Foto: IndyCar Series, Arrow McLaren

I risultati delle Libere 1

I risultati delle Libere 2

I risultati delle Qualifiche

Newgardenbox

IndyCar – Newgarden, terzo sigillo in Texas, ma che battaglia!

Una battaglia serrata nell’ultimo quinto di gara alla fine ha premiato Josef Newgarden, che riporta la terza vittoria al Texas Motor Speedway.

Sembrava la giornata della rivincita di Pato O’Ward dopo la sfortuna di St.Petersburg. Il messicanino dell’Arrow McLaren ad un certo punto era riuscito nell’impresa di doppiare tutti a parte il vicecampione in carica, ma come è spesso accaduto in passato, è stata proprio una vettura del team, nella fattispecie quella del poleman Felix Rosenqvist, a rimettere tutto in discussione, al lap 179 di 250, dopo una lunga sezione di gara senza interruzioni, dopo il crash in T2 da parte di Takuma Sato al giro 48.

Start

Tutto da rifare quindi, con sei piloti in contention nel restante 20% di gara, frammentato da altre tre interruzioni causate da Sting Ray Robb, a muro in T2, poi dal contatto tra Devlin deFrancesco a Graham Rahal ed infine da Romain Grosjean, che chiudeva con due tornate di anticipo il fantastico duello al cardiopalma a gomme fresche fra i due contender.

Che differenza rispetto alla tanto decantata F1! (una volta tanto, visti i fattacci di Melbourne, ci va di dirlo) E dire che la giornata era iniziata con prospettive di pioggia e fulmini, per la preoccupazione degli organizzatori, che durante la settimana hanno potuto annunciare il rinnovo dell’accordo pluriennale con il main sponsor NTT.

Tornando ai risultati della gara, Alex Palou, a lungo in lotta per il primato, riesce ad assicurarsi il gradino basso del podio davanti ad un sempre più consistente, specie sugli ovali, David Malukas e a Scott Dixon, che supera Mario Andretti nella classifica assoluta degli arrivi tra i primi cinque. La top ten si completa con Scott McLaughlin, Colton Herta, Marcus Ericsson, Callum Ilott ed Helio Castroneves.

Giornata no per il campione in carica Will Power, P16 a 2 giri, e per Alexander Rossi con la terza McLaren, penalizzato da un contatto in pitlane con Kyle Kirkwood per il quale ha ricevuto una dubbia penalizzazione, mentre il migliore fra i rookies risulta, manco a dirlo, il debuttante assoluto Agustin Canapino, addirittura undicesimo.

E’ notte fonda invece al Rahal Letterman Lanigan, che domani testerà il campione Indy Lights uscente, Linus Lundqvist, e Katharine Legge, pronta per la sua terza Indy 500 a 10 anni dalla precedente.

il secondo posto consecutivo vale a O’Ward la leadership in classifica generale con 82 punti davanti al vincitore di St.Petersburg, Marcus Ericsson, con 75, a Scott Dixon con 67 e a Newgarden con 66.

L’IndyCar Series tornerà fra due settimane, con il tradizionale appuntamento sulle strade di Long Beach, in coabitazione col WeatherTech SportsCar Championship.

Piero Lonardo

Foto: IndyCar Series, Arrow McLaren

L’ordine di arrivo

Rose_TX

IndyCar – Rosenqvist ancora il piú veloce in Texas

Seconda pole per Felix Rosenqvist al Texas Motor Speedway. Lo svedese dell’Arrow McLaren ha segnato la miglior media sui due giri sulle 220.264 mph bissando la partenza al palo del 2022.

Niente da fare per la concorrenza, specie per i compagni di squadra Alexander Rossi e Pato O’Ward i quali, usciti fra gli ultimi dietro Rosenqvist, si sono dovuti accodare in P3 e P5. Nel mezzo il solito “vecchietto terribile” Scott Dixon.

Buon rientro anche per l’altro veterano, Takuma Sato, che piazza la sesta media davanti al suo nuovo teammate, Alex Palou.

Delusione invece in casa Penske dopo i buoni risultati delle prime libere, che hanno visto Scott McLaughlin al top ed il vincitore dello scorso anno, Josef Newgarden, in P9. Il migliore del team campione in carica è stato proprio il vicecampione, quarto mentre Will Power, fresco di rinnovo del contratto col team, ha terminato con l’ottava prestazione. Molto piú indietro invece McLaughlin, che partirà dalla quindicesima piazzola.

Anche in casa Andretti non si ride molto dopo le buone prestazioni del mattino, con il solo Colton Herta nella top ten, dietro David Malukas, ma ancora peggio è andata all’Ed Carpenter Racing, capitanato dal team owner in P18, al Meyer Shank Racing, cinque Indy 500 in due, in P21 e P22, e soprattutto al Rahal Letterman Lanigan, che chiude praticamente la graduatoria con le sue tre vetture.

Benjamin Pedersen si piazza al top fra i rookies in P13, mentre Agustin Canapino continua a non deludere per il Juncos Hollinger Racing, piazzando il 19mo tempo, due piazzole piú in basso del suo promettente compagno di squadra, Callum Ilott.

Nel ricordare che al Texas Speedway debuttano le modifiche aerodinamiche descritte nelle scorse settimane per i big ovals, informiamo che il programma odierno proseguirà con altre due sessioni dl libere, rispettivamente fra pochissimo, alle 1.45 PM ET (19.45 nostrane) e alle 2.30 PM ET locali, enztrambe fruibili in diretta gratuita su IndyCarLive!. La prima di queste sessioni sarà dedicata alla “gommatura” della parte superiore dell’ovale, così da favorire i sorpassi in gara, che partirà domenica alle 12.10 PM ET, le 18.10 italiane, visibile a pagamento su SkySport.

Piero Lonardo

Foto: Arrow McLaren

I risultati delle Qualifiche

I risultati delle Libere 1 Continua a leggere

Texas2022_start

IndyCar – La serie torna in Texas per il primo ovale del 2023

Nel weekend torna l’Indycar Series per il secondo appuntamento stagionale in Texas. Confermati per la PPG 375 tutti i piloti full-season, compreso Jack Harvey, dichiarato abile dai medici della serie dopo il botto di St.Petersburg.

Per il pilota dell’RLL peró, che già lo scorso anno non brillò nei confronti del rookie of the year Christian Lundgaard (non prendiamo in considerazione paragoni col figlio d’arte Graham Rahal), si addensano nubi perniciose all’orizzonte, con anche Linus Lundqvist, dopo l’estone Juri Vips nelle settimane scorse a Barber, pronto a testare le vetture del team subito dopo il weekend. Per il campione Indy Lights in carica potrebbero aprirsi opportunità in stagione, anche grazie alla pur non robusta scolarship gudagnata nel 2022.

Sato_Indy (1)

Ad ogni modo, il Texas vedrà tornare in pista anche Takuma Sato al volante della DW12-Honda #11 del Team Ganassi. Anche dietro al veteranissimo pilota giapponese c’è un giovane che scalpita per prenderne il sedile, ed è Marcus Armstrong, il quale potrebbe subentrare anche sugli ovali restanti dopo la Indy 500.

Frattanto tutti i rookies 2023 hanno avuto la possibilità di assaggiare la settimana scorsa in anteprima il superspeedway di Forth Worth, cosí da avere l’autorizzazione a correre. Per Agustin Canapino si è trattato della prima presa di contatto su ovale, mentre Benjamin Pedersen e Sting Ray Robb avevano già disputato gare su ovali corti nell’Indy Lights.

RHR_DRR

Infine, si va a completare la griglia di partenza della 107ma Indy 500, con Ryan Hunter-Reay, che si schiererà con la DW12-Chevy 23 del Dreyer & Reinbold al fianco di Stefan Wilson. Con il vincitore 2014 sono 33 le entry confermate, il che eviterebbe lo spauracchio del “bump”, anche se in casa Foyt potrebbe esserci la sorpresa di una terza vettura da affiancare a Santino Ferrucci e Benjamin Pedersen.

Nessun segnale di vita invece da parte del team in rosa, Paretta Autosport, ancora alla ricerca di un partner tecnico dopo gli outing con Penske ed ECR.

Tornando al Texas, si tratterà di un weekend concentrato su due sole giornate, con libere e qualifiche sabato 1° aprile, rispettivamente alle 9.00 AM ET (FP1), 12.15 PM (Qualifiche), 1.45 PM (FP2) e 2.30 PM (Final Practice) e gara domenica 2 alle 12.10 PM ET, vale a dire le 18.10 italiane.

Piero Lonardo

Foto: IndyCar Series, Takuma Sato Instagram, Dreyer & Reinbold

McL_Barber

IndyCar – Penske davanti nei test di Barber. RLL prova Vips

Si è svolta nella giornata di lunedí una sessione di test privati IndyCar a Barber Park. Sono stati ben 16 i piloti che hanno calcato il tracciato dell’Alabama, in vista della gara del 30 aprile, assenti al completo Andretti Autosport, Arrow McLaren e l’Ed Carpenter Racing, Juncos Hollinger e Foyt si sono presentati con una vettura ciascuno per Agustin Canapino e Benjamin Pedersen.

Uno Scott McLaughlin rinvigorito dopo il crash di St.Petersburg ha segnato la migliore prestazione non ufficiale con 1.06.22, precedendo di 2 decimi il compagno di squadra Will Power.

P3 per il sempre più consistente Christian Lundgaard per il Rahal Letterman Lanigan che ha provato in questa occasione l’estone Juri Vips, in attesa del totale recupero di Jack Harvey dopo il botto nel season opener. Chiudono la top five il campione 2021 Alex Palou e la terza entry Penske di Josef Newgarden.

Ricordiamo che il prossimo appuntamento con l’IndyCar Series è per il 2 aprile, presso il Texas Motor Speedway.

Piero Lonardo

Foto: Team Penske

Ericsson_podium_hor

IndyCar – Ericsson trionfa a St.Pete in una gara ad eliminazione

Marcus Ericsson capitalizza da errori e disgrazie altrui e si aggiudica il season opener IndyCar di St.Petersburg.

L’attesa era tanta per la prima del 2023, che come da tradizione si teneva nella cornice cittadina St.Petersburg, peraltro coincidente con la partenza del mondiale di F1. Ben 27 vetture al via, massimo storico per la gara della Florida, segnale del buon momento della serie.

Start

Invece, sono bastate quattro curve ed il parco vetture si è sostanzialmente ridotto, con un crash multiplo innescato dal contatto tra Scott Dixon e Felix Rosenqvist che ha tolto di gara diversi protagonisti: Simon Pagenaud, Helio Castroneves, Devlin DeFrancesco, Santino Ferrucci e Benjamin Pedersen. Il rookie danese peraltro faceva volare DeFrancesco praticamente senza frenare. Sing Ray Robb, pure coinvolto, rientrerà con un giro di ritardo, mentre Rosenqvist sarà protagonista di un test in gara, 40 tornate più tardi.

Segue mezz’ora abbondante di red flag dietro sfaety car, ma al restart David Malukas rischia la seconda carambola consecutiva toccando Marcus Armstrong. I due proseguiranno ed al chicagoano verrà comminato un drive-through.

Grosjean, partito dalla pole, può godere delle ”alternate”, così come gli altri componenti della top six: Colton Herta, Pato O’Ward, Marcus Ericsson, Alex Palou e Kyle Kirkwood

Le “verdi” del vincitore 2021 cedono di colpo ad un quarto di gara ed Herta deve cedere all’intero lotto dei primi, iniziando la danza dei pit che contano, mentre il compagno di squadra aumentava il proprio vantaggio su O’Ward.

Dopo il primo giro di cambi peró era Scott McLaughlin, partito con le primary, a transitare in P1. La  situazione poteva ripristinarsi qualche giro dopo, quando tutti coloro che hanno scelto di partire con le gomme più performanti, eccetto Josef Newgarden e le due vetture dell’Ed Carpenter Racing, che avevano già provveduto, approfittando della prima Full Course Yellow, si presentavano ai box per la prima sosta, ma il kiwi riusciva a mantenere la leadership su Grosjean.

Segue una fase frammentaria della gara, dove le Full Course Yellow innescate da Conor Daly fermo in T9, ma soprattutto del contatto tra Rinus Veekay, Kyle Kirkwood e Jack Harvey, con la DW12-Honda #27 che vola sul pilota britannico, che ne esce vistosamente shakerato. La vettura di Kirkwood peraltro riprenderà miracolosamente la gara. Ma non era finita perchè al successivo restart era Herta a finire nelle solite gomme, dopo una toccata con Power.

La svolta della gara sembrava svolgersi a tre quarti di gara, alla seconda sosta, con Grosjean che usciva ancora una volta davanti a O’Ward, cui non riusciva il secondo undercut di fila, in attesa della sosta del leader, che avveniva alla tornata successiva.

McLaughlin a gomme fredde e col vantaggio risicato dal “tappo” dell’incolpevole Agustin Canapino, teneva duro alla solita turn4 mentre Grosjean cercava un improbabile sorpasso all’esterno: risultato, entrambe le vetture nelle gomme, anche se sarà il kiwi ad essere ritenuto responsabile del contatto.

#5: Pato O'Ward, Arrow McLaren Chevrolet

Tutto finito? Assolutamente no perchè O’Ward, dopo aver condotto per le successive 24 tornate, rimaneva vittima di un problema di elettronica (definito “random” dal pilota) e lasciava sfilare Marcus Ericsson, che si involava, ancora una volta fortunosamente, verso la sua quarta vittoria nella serie davanti al messicano. Si tratta della seconda vittoria del Team Ganassi a St.Petersburg, la precedente nel 2011, quando si affermó Dario Franchitti.

Completano la top five Scott Dixon, Alexander Rossi ed un sempre più concreto Callum Ilott. Disfatta completa per l’Andretti Autosport, con il solo Kirkwood al traguardo, 15mo a tre giri, mentre il Team Penske, abitualmente di casa nella baia di Tampa, che perde anche Newgarden nel finale per una perdita d’olio sugli scarichi, puó consolarsi col solo Will Power settimo dietro un redivivo Graham Rahal. Incidente di Harvey a parte, gara positiva anche per l’altro alfiere dell’RLL, Christian Lundgaard, nono.

Tra i rookies, la promessa Marcus Armstrong riesce a terminare appena fuori dalla top ten, davanti a “El Titàn” Canapino, il quale non si è assolutamente intimorito nella sua prima uscita sulle monoposto più veloci del pianeta, a fianco di tanti piloti ben piú esperti dell’argentino.

Infine, due parole sulla telecronaca. Normalmente cerchiamo di non essere polemici su queste pagine, specie con presunti colleghi, ma stavolta SkySport ha dimostrato l’ennesima pochezza non solo privando gli abbonati di libere e qualifiche, sventagliate al pubblico lo scorso anno dopo l’accordo con Peacock, ma anche del podio e dei festeggiamenti: possibile che non vi fosse modo di trovarvi spazio nell’immenso palinsesto sportivo, magari tra una replica e l’altra di libere, qualifiche e gara della F1? Imbarazzante. Sempre sia benedetta IndyCar Live!

(edit) Ci dicono che anche la diretta USA della gara sia stata “segata” per motivi di tempo. Non so se la regia internazionale abbia invece proseguito, ma il mio commento non muta per quanto concerne la pochezza nella copertura dell’evento da parte di SkySport, limitato solo alla gara.

L’appuntamento con l’IndyCar Series è fra un mese, il 2 aprile, per la prima su ovale del 2023 presso il Texas Motor Speedway.

Piero Lonardo

Foto: Firestone Racing, IndyCar Series, Arrow McLaren

L’ordine di arrivo

Frost

Indy NXT – Frost fa valere l’esperienza e fa sua St.Pete

Con un parco partenti finalmente degno anche nel numero delle altre categorie propedeutiche, l’Indy NXT ha dato spettacolo a St.Petersburg. Tra i 19 partenti è stato il veterano Danial Frost a transitare davanti a tutti alla bandiera a scacchi, per la sua seconda vittoria in carriera nella serie ex-Indy Lights.

L’alfiere dell’HMD with Dale Coyne ha lasciato sfogare tutti gli avversari per piazzare la zampata all’ultimo restart, avendo la meglio sui Nolan Siegel, che a sua volta aveva preso la testa su Jacob Abel.

Dopo la sfuriata iniziale del poleman, Louis Foster, è stato proprio Abel ad involarsi nella parte centrale di gara, tutta disputata in regime di corsa libera, fino ad accumulare un vantaggio di 2”5 su Foster e Christian Rasmussen, quest’ultimo desideroso di riscattare la sfortunata gara del 2022.

Purtroppo per Abel i muretti non perdonano, ed al lap 27 tornava in azione la vettura di servizio per il contatto di Josh Pierson in curva 10 che coinvolgeva anche Reece Gold. Ad inizio gara lo stesso Gold aveva subito “fatto fuori” Enaam Ahmed, mentre un paio di giri dopo era stato Colin Kaminsky a buttare nelle gomme di curva 4 Jagger Jones, seguito dall’incolpevole Jamie Chadwick.

Tutto da rifare per Abel, il quale però resisteva alla prima carica degli inseguitori ed anche alla seconda, generata dalla quarta Full Course Yellow innescata da Jamie Chadwick in curva 4. Al terzo tentativo peró non c’era niente da fare nei confronti di Nolan Siegel, che sfruttava la lotta fra il capofila e Rasmussen, con Foster fuori dai giochi per la vittoria a causa di una toccata a muro, imitato da Frost che si impossessava della seconda piazza.

La leadership di Siegel però durava pochissimo, perchè all’ennesima ripartenza per una nuova neutralizzazione (ricordiamoci, Yellow chiama Yellow) generata dal testacoda di Josh Green nella solita curva 4, e che coinvolgeva anche Kyffin Simpson e Matteo Nannini che lo seguivano da presso in P7 e P8, Frost, con poco più di 2’ sul cronometro, aveva facilmente la meglio su Siegel, mentre Abel riusciva invece a difendere su Rasmussen.

Questi i primi quattro posti della classifica finale del season opener 2023, che nonostante i tanti contatti vede terminare 14 vetture, di cui 11 a pieni giri. L’Indy NXT tornerà il 30 aprile al Barber Motorsport Park.

Piero Lonardo

Foto: GPSTPETE

L’ordine di arrivo