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Indy Lights – La serie cambia nome, Indy NXT by Firestone! Schedule immutata

Dopo la bellezza di 31 anni, l’Indy Lights Series cambia nome e diventa Indy NXT by Firestone. L’annuncio via social pochi minuti or sono.

La serie cadetta, nata nel 1986 come CART American Racing Series, ha visto laurearsi campioni provenienti da ogni parte del globo, a partire dal nostro Fabrizio Barbazza fino ad arrivare al campione 2022, Linus Lundqvist, passando per protagonisti del motorsport a stelle e strisce quali Paul Tracy, Greg Moore, Tony Kanaan, Scott Dixon, Josef Newgarden e Pato O’Ward.

Prosegue quindi il nuovo corso imposto da Roger Penske, iniziato con la presa in carico delle operazioni direttamente da parte dell’IndyCar Series avvenuta lo scorso anno, e che ha portato il nuovo title sponsor Firestone. L’acronimo NXT invece fa non a caso il verso alla lega di Sviluppo del wrestling professionale, e propone per la prossima stagione 14 gare nelle stesse identiche venue visitate nel 2022.

Si partirà quindi a St.Petersburg il 5 marzo per proseguire con Barber Park, i due doubleheader consecutivi di Indianapolis (stradale) e Detroit sul nuovo layout per poi toccare le storiche piste di Road America e Mid-Ohio tra maggio e luglio.

La seconda parte della stagione inizierà il 6 agosto con l’Iowa Speedway, uno dei due soli ovali in programma (l’altro sarà Gateway a fine mese) intervallato dalle strade di Nashville prima del gran finale sulla costa ovest con Portland ed il doppio round di Laguna Seca, che chiuderà la stagione il 9-10 settembre.

La griglia di partenza appare finalmente quantomai nutrita, soprattutto grazie agli sforzi di HMD, che come noto schiererà la bellezza di nove vetture totali, cui, in attesa degli annunci da parte di Juncos Hollinger e Legacy Autosport, si aggiungeranno gli effort di Andretti Autosport, Abel Motorsport e Cape Motorsports, per un potenziale plateau di ben 19 vetture.

Piero Lonardo

Foto: Indy NXT by Firestone

Il calendario Indy NXT by Firestone 2023:

5 Marzo, Streets of St. Petersburg

30 Aprile, Barber Motorsports Park

12 Maggio, Indianapolis Motor Speedway Road Course Race 1

13 Maggio, Indianapolis Motor Speedway Road Course Race 2

3 Giugno, Streets of Detroit Race 1

4 Giugno, Streets of Detroit Race 2

18 Giugno Road America

2 Luglio, Mid-Ohio Sports Car Course

22 Luglio, Iowa Speedway

6 Agosto, Streets of Nashville

27 Agosto, World Wide Technology Raceway

3 Settembre, Portland International Raceway

9 Settembre, WeatherTech Raceway Laguna Seca Race 1

10 Settembre, WeatherTech Raceway Laguna Seca Race 2

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IndyCar – Kanaan e Andretti a Indy. Ipotesi Armstrong per Dale Coyne?

La 107ma edizione della Indy 500 ritroverà due dei suoi veterani in Tony Kanaan e Marco Andretti. Quest’ultimo sarà sulla griglia di partenza col team di famiglia nel 2023 ancora una volta col numero 98 e come nel 2022 grazie all’appoggio del KULR Technology Group, società dedita nello sviluppo delle tecnologie legate alle batterie agli ioni di litio, compresa la partecipazione al programma Mars Rover del 2020.

La Indy 500 sarà anche il 250mo start IndyCar per Marco Andretti, che all’IMS ha trovato le sue migliori prestazioni, con quattro top three a partire dal 2006 e la pole position del 2020.

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Un altro “vecchietto instancabile” pronto ai nastri di partenza del 2023 sarà Tony Kanaan, che a sorpresa ha chiuso per la quarta entry dell’Arrow McLaren SP. Il vincitore dell’edizione 2013 è reduce da un terzo posto col team Ganassi, che si è aggiunto alle altre quattro top three delle sue fin qui 21 partecipazioni, che contano anche la pole position del 2005.

Kanaan, che nelle ultime due stagioni ha svolto il ruolo di quarto pilota insieme a Jimmie Johnson, andrà a completare una line-up tra le più agguerrite con Pato O’Ward, runner-up lo scorso anno, Felix Rosenqvist, quarto al traguardo, ed Alexander Rossi, vincitore 2016.

Il popolare sette volte campione NASCAR potrebbe essere nuovamente della partita, imitato anche da Kyle Busch, il quale sembrava originariamente il destinatario della quarta vettura dell’AMSP, cosí come anche un altro vincitore del Greatest Spectacle in Racing, Takuma Sato.

Proprio le entry #10 del Chip Ganassi Racing e la #51 del Dale Coyne Racing rimangono i posti ancora vacanti in ottica full-time. Il DCR è reduce da una sessione, tenutasi a Sebring, nella quale ha provato sia il prossimo alfiere della campagna Indy Lights, Danial Frost, che la giovane promessa della F2 Marcus Armstrong. Al test hanno partecipato anche Juri Vips per il RLL, Jake Dennis per Andretti Autosport, il pilota di casa Agustin Canapino per il Juncos Hollinger ed il neocampione IMSA Tom Blomqvist per il Meyer Shank Racing.

In attesa delle decisioni definitive dei due team, sembra proprio Armstrong il maggiore candidato a riempire uno dei due sedili; al riguardo ricordiamo che in casa Ganassi si andrà a ricercare anche un sostituto a lungo termine per il transfuga Alex Palou, che dopo la querelle agostana nel 2024 si accaserà definitivamente in McLaren.

Ed il secondo sedile del Juncos Hollinger? Beh, in questo caso la fretta è assolutamente minore, e aldilà delle piste “di casa” che portano a nomi affidabili quanto notoriamente privi di budget quali Kyle Kaiser e Spencer Pigot, spunta sempre il nome di Armstrong, senza dimenticare che alla finestra comunque c’è sempre anche il campione Indy Lights in carica, Linus Lundqvist.

Chissà se alla fine il patron Ricardo non riuscirà nell’impresa di far debuttare proprio il protetto Canapino che, parentesi, alla guida della Cadillac DPi, ha a dir poco stupito il paddock IMSA…

Piero Lonardo

Foto: IndyCar

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Indy Lights – Frost star del Chris Griffis Memorial Test. Pierson completa per HMD

E’ il veterano Danial Frost la star del Chris Griffis Memorial Test, i test collettivi dell’Indy Lights Series che si sono tenuti all’indianapolis Motor Speedway nella giornata di venerdí.

Il nativo di Singapore, che si appresta a disputare la sua terza campagna nella serie cadetta nelle fila dell’HMD Motorsports w/Dale Coyne Racing, ha fissato i cronometri al mattino sull’1.16.2526, confermandosi al top poi anche nella seconda sessione con un tempo di appena 27 millesimi superiore.

16 i partecipanti al tradizionale appuntamento di fine stagione, in rappresentanza di quattro scuderie: HMD con ben 9 vetture, Andretti Autosport con 4, Abel Motorsports con 2 ed il rientrante Juncos (Hollinger) Racing con una.

Dietro Frost si è piazzato il passato Rookie of the Year, Hunter McElrea, che porterà nuovamente i colori del Team Andretti con il campione Indy Pro 2000 in carica, Louis Foster, autore dell’ottava prestazione combinata. Ernie Francis Jr. chiude il podio virtuale con la vettura cogestita da HMD e Force Indy.

Annunciata infatti in settimana l’intera forza dell’armata HMD, che, oltre a riproporre Frost e la star Christian Rasmussen, proporrà l’ex-TJ Speed Kyffin Simpson ed aggiungerà il più giovane partecipante alla 24 Ore di Le Mans, Josh Pierson, che affiancherà l’esperienza nelle monoposto USA alla campagna WEC con United Autosports. Pierson ha chiuso la giornata in P15 ad 1” dal leader.

Della partita anche l’eterno secondo di USF 2000 ed Indy Pro, Rasmus Lindh, destinato finalmente ad una stagione a tempo pieno con HMD w/DCR dopo le esperienze in IMSA con Performance Tech ed Andretti Autosport. Di ritorno dall’esperienza endurance (in ELMS in questo caso) anche Christian Bogle.

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Approccio differente invece per Andretti Autosport, che oltre ai due titolari ha dato spazio a James Roe, lo scorso anno con TJ Speed, e a Jamie Chadwick. La tricampionessa della Formula W ha però chiuso la lista dei tempi, a 1”4 da Frost.

Tempo di valutazioni invece per Abel Motorsports e Juncos Hollinger, con i rookies Jack William Miller e Nicky Hays e Reece Gold rispettivamente. Quest’ultimo, vicecampione della Indy Pro 2000 la scorsa stagione proprio con il team dell’argentino, ha tutte le carte in regola per riprendere il ruolo di leader anche nella serie cadetta.

Assente invece dalla giornata tra i piloti già confermati per la prossima stagione, che si annuncia tra le più contestate del recente passato, con una ventina di entry potenziali, il Cape Motorsports con Jagger Jones.

Piero Lonardo

Foto: Indy Lights

I risultati del Chris Griffis Memorial Test

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IndyCar – Spring Training in California. Kellett lascia Foyt

Definite la data e la location dello Spring Training dell’IndyCar Series 2023, che per la prima volta toccherà il Thermal Club in California il 2-3 febbraio prossimi.

Il circuito, nato, come indica il nome, come club-style track, è situato nei dintorni di Palm Springs, nella parte sud-orientale dello stato. e riceverà ad inizio anno la necessaria omologazione FIA. La configurazione adottata dalla serie sarà composta da 17 curve per un totale di 2,9 miglia.

La zona è nota per il Coachella Festival di giugno e per il vicino Joshua Tree National Park e, oltre alla gradevolezza del clima, offre notevoli attrattive anche dal punto di vista turistico, aspetto questo non trascurabile per un futuro inserimento nel calendario IndyCar.

Gli altri due Open Test definiti dalla serie si svolgeranno ad Indianapolis, in vista della 107ma Indy 500, il 20-21 aprile, e a Laguna Seca il 7 settembre, in vista del weekend finale del 2023.

Relativamente al mercato invece, è giunta ieri la notizia che Dalton Kellett si separerà dal Team Foyt. Il 29enne canadese ha ringraziato il team, che ha già annunciato Benjamin Pedersen e Santino Ferrucci, e col quale ha disputato tre stagioni, a mezzo social.

Piero Lonardo

Foto: IndyCar

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IndyCar – Santino Ferrucci si accasa con Foyt

In attesa di un qualche tipo di conferma sull’indiscrezione Raikkonen-Ganassi, un altro pilota si accasa per la prossima stagione dell’IndyCar Series, Santino Ferrucci, che correrà col Team Foyt.

Al 24enne del Connecticut andrà la DW12-Chevy #14 che lo scorso anno è stata condotta da Kyle Kirkwood ed affiancherà il neoacquisto Benjamin Pedersen.

Ferrucci ha disputato 43 gare a partire dal 2018, con Dale Coyne, RLL, Dreyer & Reinbold e Juncos Hollinger, conquistando quattro top five, tutte su ovale. Tra queste il quarto posto alla Indy 500 del 2020, dove nelle quattro edizioni in cui ha partecipato si è sempre piazzato nella top ten.

E’ evidente l’intenzione del team Foyt di invertire la tendenza dello scorso anno, che ha visto le vetture del team chiudere la classifica generale, col miglior risultato il decimo posto ottenuto da Kirkwood a Long Beach.

Anche Dalton Kellett frattanto, da due anni in forza alla squadra texana, dovrebbe continuare il rapporto col team, anche se non è chiaro se si tratterà di una entry full-time.

Piero Lonardo

Foto: IndyCar

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IndyCar – Spunta l’ipotesi Raikkonen-Ganassi! Herta estende con Andretti. Barnhart nuovo boss McLaren. Juncos, tour in Argentina

Una news sta facendo il giro del web: Kimi Raikkonen potrebbe fare parte del Team Ganassi nella prossima stagione IndyCar! Si tratterebbe della prima volta in 30 anni, dai tempi di Nigel Mansell, in cui la serie ospiterebbe in pianta stabile un ex-campione del mondo di F1.

L’unico altro campione che nel frattempo si è avvicinato alle monoposto piú veloci del pianeta come noto è stato Fernando Alonso, che peró alla fine ha limitato i suoi tentativi alla Indy 500 prima di rivolgersi nuovamente alla massima formula monoposto FIA.

Il 42enne “Iceman” si troverebbe la strada spianata dal forfait annunciato nei giorni scorsi da parte di Jimmie Johnson, che lascia il CGR con una vettura libera al fianco di Scott Dixon, Marcus Ericsson ed Alex Palou.

Raikkonen in agosto è tornato a gareggiare in NASCAR dopo l’esperienza del 2011 e sarebbe fortemente interessato a provare ancora nuove emozioni in pista; ricordiamo che il suo nome era stato associato nel 2011 alla “Million dollar race” di Las Vegas, nella quale perse tragicamente la vita Dan Wheldon.

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Nel frattempo McLaren Arrow SP, una volta sistemata la questione piloti con la conferma di Felix Rosenqvist al fianco di Pato O’Ward ed Alexander Rossi, va a cambiare il management in pista.

Dopo il licenziamento di Taylor Kiel, sarà il veterano Brian Barnhart a prendere le redini della squadra come general manager. Barnhart è stato vicepresidente e direttore di gara dalla serie; contestualmente Gavin Ward è stato promosso al ruolo di racing director, distribuendo cosí le precedenti responsabilità dell’ex-presidente.

Ci sarà anche un cambio di numerazione, con Rosenqvist che passerà alla macchina #6; la DW12-Chevy #7 sarà invece assegnata a Rossi mentre O’Ward proseguirà con la #5. Barnhart fungerà anche da responsabile della macchina di Rossi, proseguendo cosí la collaborazione avviata all’Andretti Autosport.

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Frattanto proprio quest’ultima squadra ha prorogato il proprio rapporto con la star Colton Herta, in scadenza alla fine del 2023, con un contratto pluriennale. Lo scopo è piuttosto chiaro, ed ha a che vedere col futuro in F1 del team, non appena ciò si renderà possibile; nel frattempo dovrebbero poter proseguire regolarmente i test con McLaren, insieme ad Alex Palou e Pato O’Ward, con la vettura 2021.

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In attesa infine di annunciare il secondo pilota full-time che affiancherà nell’IndyCar Series 2023 Callum Ilott, Ricardo Juncos porterà ai primi di novembre nella natia argentina una delle sue vetture, che verrà esposta a Buenos Aires per poi essere portata in pista a scopo esibizione sui circuiti di Buenos Aires, Termas de Rio Hondo e Santiago del Estero, da uno dei piloti “di fiducia” di Juncos, il connazionale Agustin Canapino, che impressionò nella breve avventura in IMSA del team nel 2019.

Difficile non associare questa “mini-temporada” alla volontà di impressionare le autorità argentine allo scopo di sponsorizzare la candidatura del Paese ad ospitare in un prossimo futuro l’IndyCar sul proprio territorio.

Piero Lonardo

Foto: NASCAR, IndyCar

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Indy Lights – Torna Juncos con due vetture. Frost e Bogle ritornano in HMD

Ricardo Juncos continua a trarre benefici dalla recente partnership con Brad Hollinger e, dopo l’arrivo della seconda entry in IndyCar, ha annuncia il ritorno in Indy Lights nel 2023 con due vetture.

La squadra, nata nel lontano 1997 nella patria d’origine del team owner, è stata protagonista della Road to Indy ladder sin dal 2009, conquistando titoli a raffica sia in Star Mazda/Indy Pro che in Indy Lights.

Campioni nella serie cadetta Spencer Pigot e Kyle Kaiser nel 2015 e nel 2017, mentre l’ultimo dei ben cinque titoli conquistati in Indy Pro è del 2020 con Sting Ray Robb.

Proprio quest’ultimo potrebbe essere il primo pilota della rinnovata line-up, stando almeno a quanto riportato da Juncos nel comunicato ufficiale, che cita l’ingaggio di un già vincitore nella serie, anche se il pilota ha affermato di voler compiere il salto diretto in IndyCar, eventualità peraltro ugualmente possibile in capo al JHR, che chiuderà contestualmente il programma Indy Pro.

Si rinforza intanto lo squadrone HMD. Dopo aver annunciato in precedenza Josh Green, si riempiono altre due caselle delle otto previste per il 2023 con Danial Frost e Christian Bogle.

Per entrambi si tratta la terza stagione nella serie cadetta, che ha visto Frost eccellere in gara 1 ad Indianapolis nel 2022, annata nella quale ha ottenuto altre 4 top five, mentre nel 2021 il nativo di Singapore puó vantare 4 podi.

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Il curriculum di Bogle invece vede come massimo risultato il quarto posto di Detroit lo scorso giugno.

Piero Lonardo

Foto: Indy Lights

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IndyCar – Fuga dall’Indy Lights: Pedersen si accasa con Foyt, Robb in cerca, Lundqvist ancora a spasso

Benjamin Pedersen è il nuovo pilota del Team Foyt nell’IndyCar Series. Il danese di Seattle ha infatti firmato un contratto pluriennale che lo lega al team del texano.

Il 22enne nativo di Copenhagen, ha trascorso le ultime due stagioni nell’Indy Lights, entrambe con HMD dopo altrettante stagioni nel F3 britannico, conquistando una vittoria a Portland lo scorso settembre e altri 10 podi complessivi, giungendo quarto nella serie 2021 e quinto nel 2022.

Un altro pilota in cerca di sedile nella serie maggiore è Sting Ray Robb. Un palmares simile a quello di Pedersen, fatto di due stagioni trascorsi in Indy Lights con una vittoria a Laguna Seca tre settimane fa ed altri 7 podi, tutti ottenuti con l’Andretti Autosport nella stagione appena terminata e che gli sono valsi la seconda piazza finale.

In precedenza Robb ha militato nello Juncos Racing, team col quale nel 2020 ha conquistato, al quarto tentativo, il titolo Indy Pro 2000. Ed il team dell’appassionato argentino potrebbe proprio essere la destinazione del 21enne di Boise, Idaho, che garantirebbe quella copertura economica indispensabile alla seconda vettura full-time nei programmi del JHR.

All’appello manca ancora però il campione in carica della serie cadetta, Linus Lundqvist. La destinazione più probabile potrebbe essere il Dale Coyne Racing, vale a dire la squadra che collabora con HMD in Indy Lights e che ha già tra i suoi piloti David Malukas, figlio del patron HMD.

La situazione economica dello svedese peró, nonostante la scolarship derivante dal titolo, non è paragonabile a quella dei due ex-rivali, e Lundqvist potrebbe dover decidere, se non per una stagione part-time, anche di rimanere un anno alla finestra in attesa dell’occasione giusta. Una mossa assai azzardata vista la concorrenza in ballo.

Piero Lonardo

Foto: Indy Lights

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IndyCar – Calendario 2023 identico al precedente. Jimmie Johnson chiude

Era ampiamente previsto che non ci sarebbero state novità sostanziali nella prossima schedule IndyCar, e infatti quest’oggi la serie ha rilasciato un calendario fotocopia di quello della stagione appena conclusa.

Le differenze sono veramente marginali per le 17 gare previste, e si limitano ad alcune variazioni minori quali lo spostamento di una settimana del season opener di St.Petersburg al 5 marzo. Anche il successivo appuntamento del Texas Speedway si muove avanti al 2 aprile cosí come la gara di Road America che va al 18 giugno.

La convulsa schedule di luglio permette ora un attimo di respiro con lo spostamento della seconda gara sullo stradale di Indianapolis dopo il cittadino di Nashville, al 12 agosto, e si trascina anche l’ultima delle quattro venue stagionali su ovale, il WorldWide Technology Raceway, al 27 dello stesso mese.

Sicuramente Roger Penske e la sua organizzazione ritengono saggiamente di non volere rischiare su progetti a rischio come per esempio il mai nato GP di Boston, però il crescente interesse del pubblico messicano, trascinato dalle prodezze di Pato O’Ward, meriterebbe sicuramente una gara fuori dai confini meridionali USA. Ricordiamo che l’IndyCar, escludendo Toronto, non esce dai confini degli States dal lontano 2013.

Oltre a Città del Messico, per il prossimo futuro si parla di Milwaukee e Richmond (quest’ultima già inserita nella sfortunata schedule 2020 al posto di Pocono), cosí da raggiungere quella ventina di gare che rappresenterebbe l’obiettivo del management.

Nel frattempo, la serie perde una vettura di spicco, quale interesse se non nei risultati, quella di Jimmie Johnson, il quale ha dichiarato il ritiro dall’attività di pilota full-season. Il 47enne si concentrerebbe solo su alcuni eventi particolari, il che non escluderebbe una sua seconda partecipazione alla Indy 500. E’ caccia aperta pertanto al quarto sedile del Team Ganassi.

Piero Lonardo

Foto: IndyCar

Il calendario 2023 dell’IndyCar Series

5 Marzo           Streets of St. Petersburg

2 Aprile                       Texas Motor Speedway

16 Aprile          Streets of Long Beach

30 Aprile          Barber Motorsports Park

13 Maggio       Indianapolis Motor Speedway (road course)

28 Maggio       Indianapolis Motor Speedway (oval)

4 Giugno         Streets of Detroit

18 Giugno       Road America

2 Luglio                       Mid-Ohio Sports Car Course

16 Luglio         Streets of Toronto

22 Luglio         Iowa Speedway

23 Luglio         Iowa Speedway

6 Agosto         Streets of Nashville

12 Agosto       Indianapolis Motor Speedway (road course)

27 Agosto       World Wide Technology Raceway

3 Settembre    Portland International Raceway

10 Settembre  WeatherTech Raceway Laguna Seca

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Indy Lights – Primi giri per Jamie Chadwick. Josh Green in HMD

Jamie Chadwick ha assaggiato ieri l’Indy Lights con Andretti Autosport. Il test, svoltosi a Sebring, è stato ritenuto molto positivo e ci sono forti segnali che la pilotessa inglese possa accasarsi col team per la prossima stagione.

La 24enne britannica ricordiamo è campionessa in carica della Formula W, dove si è imposta nel 2019 e nel 2021 (la stagione 2020 non si è tenuta a causa della pandemia), e si avvia a conquistare il titolo anche nella stagione in corso, stante il largo margine sulle inseguitrici, grazie alle cinque vittorie ottenute sui sei appuntamenti fin qui disputati dei dieci in programma.

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Nel frattempo un altro sedile per la prossima stagione è stato assegnato a Josh Green, il quale correrà con HMD Motorsports w/Dale Coyne Racing.

Il 19enne newyorchese è un veterano della filiera Road to Indy, avendo disputato due stagioni complete in USF 2000, con una vittoria e quattro podi all’attivo, nel 2020-2021 per poi passare nella stagione appena conclusa alla Indy Pro 2000, dove si è aggiudicato il season opener di St.Petersburg, giungendo a podio in altre tre occasioni, classificandosi sesto nella graduatoria finale.

HMD, fresca di titolo Indy Lights Series con Linus Lundqvist, ha dichiarato di volere schierare ben otto vetture nella prossima stagione, che con le consuete quattro di Andretti Autosport, che ha già a roster Hunter McElrea e Louis Foster, e le due di Cape Motorsports col capofila Jagger Jones, senza contare inoltre le entry di Abel Motorsports, Force Indy e TJ Speed Motorsports dovrebbe portare finalmente lo schieramento della serie cadetta ad un numero ottimale di entry, tra le 15 e le 20 unità.

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Lundqvist dal canto suo ha festeggiato il titolo nella tradizionale cena di commiato stagionale, la Victory Lap Celebration, pressso l’Indianapolis Motor Speedway Museum. Al pilota svedese, dominatore della stagione, andranno 500.000 $, una cifra ben inferiore da quanto garantito negli ultimi anni da Mazda Motorsports prima e da Andersen Promotions in seguito, che si aggirava tra il milione e i 1.200.000 $.

Un curioso retroscena, nel primo anno della gestione Penske della serie, tenuto conto anche del fatto che il vincitore della Indy Pro 2000, Louis Foster, ha ricevuto dalla Andersen oltre 600.000 $.

Piero Lonardo

Foto: Andretti Autosport, Indy Lights