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IndyCar – Rosenqvist estende con McLaren: destinazione Formula E?

L’Arrow McLaren SP ha reso noto oggi di avere esteso la collaborazione con Felix Rosenqvist per il 2023 ed oltre.

Il 30enne driver svedese continuerà quindi a far parte del team di Zak Brown, col quale ha debuttato lo scorso anno dopo due stagioni col team Ganassi, anche se non è detto che il suo impegno futuro sarà collegato all’IndyCar Series.

Rosenqvist, che con McLaren ha fin qui conquistato una sola pole position in Texas quest’anno ma nessun piazzamento a podio (anche se va ricordato il bel quarto posto alla Indy 500), potrebbe infatti non fare parte del roster specifico, che dovrebbe essere esteso a tre vetture full-season, insieme al confermatissimo Pato O’Ward ed al nuovo acquisto Alexander Rossi.

McLaren infatti nella prossima stagione inizierà anche l’impegno in Formula E, categoria dove Rosenqvist ha già militato dal 2016 al 2019 col team Mahindra, conquistando tre vittorie, sei pole position e altri quattro podi.

Maggiori dettagli sulla composizione delle due squadre a tempo debito.

Piero Lonardo

Foto: IndyCar

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IndyCar – Newgarden guida l’1-2-3 Penske nei test in Iowa

L’IndyCar Series ed i suoi team hanno approfittato della lunga pausa che separa Road America dalle gare successive per organizzare una serie di test, in vista del fitto calendario che li attende nel mese di luglio.

Si è iniziato ieri all’Iowa Speedway, che ospiterà l’unico doubleheader stagionale li 23-24 luglio. Presenti ben 19 piloti, con le sole assenze delle compagini di Andretti Autosport ed Ed Carpenter Racing, sono state le tre vetture del Team Penske a primeggiare.

Il trionfatore di Mid-Ohio, Josef Newgarden, ha preceduto, col tempo non ufficiale di 18”377 i compagni di squadra Will Power e Scott McLaughlin. A completare la top five il veterano Takuma Sato del Dale Coyne Racing e la sorpresa Christian Lundgaard dell’RLL.

Il programma di test proseguirà domani 23 giugno all’IMS dove, in previsione del Gallagher Grand Prix del 30/07, si ritroveranno in pista alcuni degli assenti, vale a dire l’Andretti Autosport al completo, il Paretta Autosport con Simona de Silvestro, più la stellina del team Foyt, Kyle Kirkwood, ed i due alfieri dell’Arrow McLaren SP, Pato O’Ward e Felix Rosenqvist.

Altri quattro piloti infine sono attesi lunedì 27 giugno presso il Sebring International Raceway, quale preparazione per le strade di Toronto e Nashville che affronteranno il 17/07 ed il 7/08 rispettivamente: si tratta del Rahal Letterman Lanigan al gran completo con Jack Harvey, Christian Lundgaard e Graham Rahal, più la novità Benjamin Pedersen, alla seconda stagione in Indy Lights, che proverà la vettura del Juncos Hollinger Racing.

A seguire tutti a Mid-Ohio per il giro di boa della serie nel primo weekend di luglio.

Piero Lonardo

Foto: IndyCar

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IndyCar – Newgarden a Road America vendica il finale 2021

Josef Newgarden è il primo pilota ad aggiudicarsi tre gare nell’IndyCar Series 2022 trionfando a Road America, dove lo scorso anno fu beffato nel finale da un problema tecnico.

L’alfiere del Team Penske è stato dominante: a parte la Firestone Top Six di ieri, dove è stato uccellato da Alexander Rossi, quest’oggi non ha avuto bisogno di strategie particolari per portare a casa il milione di dollari di premi extra, da dividersi equamente insieme ad una charities di sua scelta, destinato al vincitore di una corsa per ogni tipologia: ovale, cittadino, stradale.

Uno start tribolatissimo caratterizzato da ben tre Full Course Yellow consecutive lasciava davanti Rossi su Newgarden e Marcus Ericsson. Il vincitore della Indy 500 buttava fuori nientemeno che il teammate Alex Palou. Il campione in carica, visibilmente contrariato, rientrava solo 10 giri dopo a seguito degli interventi atti a riparare la sospensione anteriore rovinata nel contatto.

Altra vittima dello start Will Power, toccato da Devlin de Francesco (il trionfatore di Detroit prometteva vendetta in diretta radio) e prima ancora Jimmie Johnson, fuori in curva 3 grazie e Tatiana Calderon. Sia Power che JJ potevano comunque riprendere.

La svolta al lap 15 con la prima sosta e Newgarden che esce davanti a Rossi. Due tornate dopo era la volta di Ericsson, uscito davanti dopo un overcut, a cedere al bicampione.

Autori di una strategia alternativa, Felix Rosenqvist e Graham Rahal ciclavano al comando durante la successive sosta ma ormai era fatta, con Newgarden a difendere in scioltezza il cuscino nei confronti di Rossi. Alle spalle del gruppetto di testa si facevano largo Colton Herta e Romain Grosjean, ma la rincorsa dell’accoppiata Andretti si interrompeva per la defaillance di Pato O’Ward – altra giornata sfortunata la sua – fermo col motore ko a 8 giri dal termine.

Ancora una volta il primo restart al lap 50 non andava a buon fine a causa dell’ingenuo testacoda in accelerazione da parte di Helio Castroneves all’ultima curva, ma al secondo, con soli tre giri utili, Ericsson era abilissimo ad evitare la bagarre alle sue spalle e a dirigere le attenzioni su Rossi, che gli finiva alle spalle, dietro a sua volta a Newgarden.

Ultimo sussulti con Grosjean che passava Herta, il quale rischiava anche di perdere la quinta piazza a favore di Rosenqvist. Completano la top ten Scott McLaughlin, Graham Rahal, Scott Dixon e Christian Lundgaard, migliore fra i rookie. Power, che nel finale si toccherà anche con Rinus VeeKay, terminerà 19mo e perde cosí la leadership nella serie che torna nelle mani di Ericsson, cui rende 27 punti. A seguire Newgarden a -32 e O’Ward a -45.

L’IndyCar Series tornerà il 3 di luglio per il primo di ben cinque appuntamenti nel mese, a Mid-Ohio.

Piero Lonardo

Foto: IndyCar

L’ordine di arrivo

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IndyCar – Rossi torna in pole a Road America

Alexander Rossi da quando ha ufficializzato il passaggio all’Arrow McLaren SP sembra rinato, cosí come la sua #27, e dopo il gran finale di Detroit di domenica scorsa, conquista la sua settima pole position nell’IndyCar Series a Road America, ben tre anni dopo quella di Detroit-1 nel 2019.

Rossi, che aveva segnato il miglior tempo anche nelle prime libere di ieri, sessioni portate in via sperimentale a 75’ ma fornendo solo un treno extra di alternate, ha dominato la Firestone Fast Six col tempo di 1.44.8656 dopo esservi entrato per il rotto della cuffia, buttando fuori il teammate Romain Grosjean.

A fargli compagnia in prima fila lo sfortunato protagonista dello scorso anno, Josef Newgarden, distanziato di appena 7 centesimi, mentre in seconda fila si accomodano il campione in carica Alex Palou ed il sempre più costante Marcus Ericsson. A seguire Colton Herta, incapace di ripetere il tempone della Top Twelve, e Pato O’Ward.

Ancora una volta qualifiche non eccezionali per il dominatore dell’ultimo round, Will Power, fuori già nel Q1, partirà dall’ottava fila. Meglio è andata ad un altro dei protagonisti, Scott Dixon, P10 dopo l’interruzione causata dal fuoripista di Callum Ilott, approdato ancora una volta tra i primi dodici.

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Il ritorno infine di Simona De Silvestro su un tracciato stradale dopo sette anni vale la posizione in fondo alla griglia, ma considerato come era cominciato, con i freni posteriori in fiamme dopo qualche tornata nelle libere 1, è da considerarsi un grande risultato per il Paretta Autosport gestito in pista con la collaborazione dell’Ed Carpenter Racing, che non riesce a piazzare al meglio nemmeno i suoi due giovani leoni, Rinus VeeKay e Conor Daly, i quali occuperanno la nona fila.

UPDATE: Colton Herta sarà retrocesso di 6 posizioni in griglia per aver sostituito il motore tra le qualifiche e la gara della Indy 500.  La penalità non è stata applicata a Detroit, in quanto il motore incriminato è stato in prima battuta ecuperato per la gara del Michigan, ma è stato infine installato a Road America, scatenando l’applicazione della norma regolamentare.

Lo start della gara domani alle 12.45 PM ET, cioè alle 18.45 nostrane. Diretta a pagamento sui canali Sky.

Piero Lonardo

Foto: IndyCar

I risultati delle Libere 1

I risultati delle Libere 2

I risultati delle Qualifiche

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IndyCar – A Road America con la novità Paretta

Non solo Le Mans (o F1) nel panorama motoristico del weekend. L’indyCar infatti ritorna dopo una sola settimana dallo spettacolare finale di Detroit, è di nuovo in scena con uno degli appuntamenti più attesi, in quel di Road America.

Sull’iconico tracciato del Wisconsin saranno 27 le vetture a darsi battaglia, grazie al debutto stagionale del Paretta Autosport, il team al femminile che riporterà in griglia Simona de Silvestro.

Ritorno al volante anche per Callum Ilott dopo l’incidente della Indy 500 sulla vettura del Juncos Hollinger Racing.

In classifica generale, il trionfatore di Detroit, Will Power, dovrà difendere la neoleadership acquisita a sfavore di Marcus Ericsson, Pato O’Ward ed Alex Palou, che qui lo scorso anno consolidò le chances di scalata al titolo, tutti racchiusi in appena 14 punti.

Le ostilità in pista inizieranno nella giornata odierna alle 4.25 PM ET con le prime libere. Qualifiche domani alle 1.45 PM ET, vale a dire alle 19.45 italiane e start della gara alle 12.45 PM ET di domenica 12 giugno, pari alle 18.45 nostrane. Diretta a pagamento sui canali Sky.

Piero Lonardo

Foto: IndyCar

Power

IndyCar – Capolavoro Power a Detroit

Will Power si aggiudica la sua prima gara dell’anno sulle strade di Detroit-Belle Isle. A coadiuvare il campione 2014 un Team Penske impeccabile nella strategia sulle tre soste – oggi vincente alla faccia delle previsioni della vigilia rispetto a quella a due – ma il lavoro in pista dell’australiano è stato da incorniciare, favorito anche da una gara insospettabilmente completamente green.

C’era sicuramente da “vendicare” lo sfortunato finale di gara 1 del 2021, con la macchina che non si riavviò in regime di bandiera rossa, ma Power, partito dalla 16ma piazzola dopo le disastrose qualifiche di ieri, grazie alle black ha potuto rimontare sin dalle prime battute, alle spalle del teammate Josef Newgarden, partito dalla pole.

Newgarden ha tenuto eroicamente con le “alternate” sino al lap 20, poi ha dovuto cedere a Power, che invece ha riservato le gomme piú morbide per il finale. Da dietro emergeva prepotente Alexander Rossi, rinfrancato dalle prospettive future con McLaren, che le red obbligatorie le aveva già sfruttate nei primi cinque giri.

Rossi, che manca dalla vittoria nientemeno che da Road America 2019, si è lanciato in un furioso inseguimento, che nel momento dell’ultimo pit del leader, costretto da regolamento a calzare le red, scontava 16” a 20 giri dalla chequered flag,

Fortunatamente per Power non c’è stata nessuna interruzione, cosicchè la DW12-Chevy #12 poteva transitare sul traguardo con Rossi negli specchietti.

Completano la top five Scott Dixon, Josef Newgarden e Pato O’Ward. Il messicanino, trionfatore qui in gara 2 nel 2021, ha seguito la strategia del polesitter, mentre il quasi vincitore dell’ultima Indy 500, cosí come il campione in carica Alex Palou, che termina in P6, aldilà del fatto che hanno corso con le alternate nello stint intermedio, sono semplicemente stati meno efficaci del vincitore.

Grande rammarico per Kyle Kirkwood, il quale lisciava il muro con le gomme fredde in odore di top five al lap 49, cosí come Helio Castroneves, costretto presto al ritiro per un problema di elettronica, mentre Felix Rosenqvist dl canto suo riusciva a chiudere la top ten partendo dalla 25ma posizione in griglia. Appena fuori dai primi 10 David Malukas, ancora una volta migliore tra i rookies; nella top ten manca Rinus VeeKay, nelle gomme all’utimo giro.

In classifica generale il vincitore della Indy 500, Marcus Ericsson, oggi settimo, perde la leadership a favore di Power (255 punti contro 252) P3 per Pato O’Ward a quota 243 inseguito s sua volta da Alex Palou a 241.

L’IndyCar Series ritornerà già il prossimo weekend con il tradizionale appuntamento di Road America. Lo scorso anno trionfó Alex Palou grazie alla defaillance nel finale della vettura di Josef Newgarden

Piero Lonardo

Foto: IndyCar

L’ordine di arrivo

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IndyCar – Newgarden, pole position in casa a Detroit

Josef Newgarden torna in pole position sulle strade di Detroit per il settimo appuntamento dell’IndyCar Series 2022. L’alfiere del Team Penske, col “Captain” che qui funge anche da organizzatore della gara, ha approfittato al meglio delle sue “alternate” per piazzare il tempo di 1.15.2153 nella Firestone Fast Six, superando nel finale Takuma Sato di oltre un decimo. Per Newgarden si tratta della 16ma pole in carriera, la prima del 2022.

Resurrezione anche per il Meyer Shank Racing, che piazza sia Simon Pagenaud che Helio Castroneves in seconda fila, con David Malukas e Pato O’Ward – ricordiamo qui lo scorso anno vincitore di gara 2 – a chiudere i primi sei.

Proprio il rookie del Dale Coyne Racing, squadra che qui nel Michigan ha trionfato con Mike Conway nel 2013, è stato la sorpresa di queste qualifiche, chiudendo davanti a tutti il secondo gruppo del Q1 e terminando alle spalle di O’Ward, autore della migliore prestazione del weekend con 1.14.6681, nella Top Twelve.

Il secondo round è peraltro terminato anticipatamente a causa del duro contatto da parte di Romain Grosjean, qui con una livrea su base verde, che ha impedito ai piloti ancora in pista di completare l’ultimo giro su una pista che andava progressivamente migliorandosi.

Fuori dalle prime file quindi Colton Herta, il vincitore della Indy 500, Marcus Ericsson, che qui aveva approfittato delle disgrazie altrui per conquistare la sua prima vittoria nella serie lo scorso anno in gara 1, e Scott Dixon.

Sfortuna anche per l’altro grande sconfitto di Indy, Alex Palou, out già nel primo turno, come peraltro Felix Rosenqvist. Lo svedese, autore di un violento crash nelle prime libere di ieri (ricordiamo che lo scorso anno fu costretto a saltare la gara per incidente), è stato ritenuto reo di aver ostacolato Jimmie Johnson all’uscita dai box, e sarà costretto a partire dal fondo; curiosamente, la direzione gara non ha applicato il medesimo peso nei confronti di Palou, che sostanzialmente ha effettuato la stessa manovra nei confronti di Will Power.

Menzione d’onore per Kyle Kirkwood, che dopo aver dominato le libere 1, stamane ha picchiato duro in curva 7 a seguito di un contatto provocato nei confronti dell’incolpevole Malukas.. Non bastasse, nonostante gli sforzi del Team Foyt per rimetterlo in pista, nel Q1 il neoacquisto dell’Andretti Autosport, che qui lo scorso anno in Indy Lights fece doppietta, ha dovuto scontare un drive through per speed violation ed alla fine partirà solo dall’ottava fila, dietro alle due vetture dell’Ed Carpenter Racing di Conor Daly e Rinus VeeKay.

Non ha partecipato alle qualifiche Dalton Kellett, pure autore di una rovinosa uscita di strada al termine delle Libere 2.

Domani il via della gara, l’ultima sull’isola di Belle Isle in attesa del cittadino del 2023, alle 3.30 PM ET, pari alle 21.30 italiane, preceduta da un breve warm-up. Diretta in pay-tv sui canali Sky

Piero Lonardo

Foto: IndyCar

I risultati delle Libere 1

I risultati delle Libere 2

I risultati delle Qualifiche

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IndyCar – Rossi, contratto pluriennale con McLaren

Come anticipato non più tardi di ieri, Alexander Rossi sarà il nuovo pilota di Arrow McLaren SP a partire dalla prossima stagione. Il vicecampione 2018 ha infatti firmato un accordo pluriennale col team diretto da Zak Brown ed affiancherà Pato O’Ward.

Diventa sempre più complicata quindi la posizione di Felix Rosenqvist in seno al team, che dovrebbe comunque schierare una terza vettura full-time nel 2023.

Piero Lonardo

Foto: IndyCar

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IndyCar – Kirkwood per Rossi in Andretti Autosport nel 2023. Polemiche per il ROY a Jimmie Johnson

Non è passata nemmeno una settimana dalla Indy 500 che già si infiamma il mercato piloti. Kyle Kirkwood nel 2023 prenderà il posto di Alexander Rossi sulla DW12-Honda #27 dell’Andretti Autosport.

Il talento della Florida tornerà quindi al team che lo ha fatto laureare campione Indy Lights nel 2021 (e che lo ha aiutato a trovare un sedile full-season all’AJ Foyt Racing).

Rossi, che era peraltro l’unico pilota in scadenza di contratto al team Andretti, avrebbe comunque già trovato casa, in quanto dovrebbe affiancare l’appena riconfermato Pato O’Ward all’Arrow McLaren SP, da vedere se con una terza vettura o se al posto di Felix Rosenqvist. Si attende a giorni l’annuncio ufficiale.

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L’animazione del mercato piloti IndyCar in questo momento della stagione dà comunque l’idea dell’attenzione sempre maggiore che riveste la serie, che sarà di scena già nel weekend a Detroit Belle-Isle. Per l’ultimo appuntamento sull’isola (dal prossimo anno si correrà in un vero e proprio cittadino) sono attesi tutti e 26 piloti full-season con Santino Ferrucci al posto dell’infortunato Callum Ilott sulla vettura del Juncos Hollinger. Di ritorno anche l’Indy Lights per il secondo doubleheader stagionale.

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Mentre Marcus Ericsson, che è stato nel frattempo protagonista del classico tour di attività riservate al vincitore della Indy 500, compresa l’apparizione in alcuni dei maggiori talk show televisivi, il lancio della prima palla allo Yankee Stadium e l’apertura della Borsa di New York, si è sviluppata la polemica nei confronti della serie per avere nominato Jimmie Johnson quale Rookie of the Year.

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Va ricordato che il titolo viene assegnato, indipendentemente dal fatto che è stato David Malukas a tagliare per primo il traguardo tra i debuttanti, anche in funzione della rilevanza della prestazione, anche a livello mediatico. Sempre sotto questa egida l’assegnazione del titolo 2017 a Fernando Alonso anzichè a Ed Jones, terzo al traguardo.

Personalmente avremmo apprezzato per una volta un titolo ex-aequo tra la giovane promessa del DCR, classificatosi appena fuori dalla top ten, ed il sette volte campione NASCAR che ha sì avuto l’onore di condurre per un giro, ma nel ciclo dei pitstop, prima di terminare la gara a muro.

Tornando alla schedule di Detroit-Belle Isle, l’azione in pista inizierà venerdí 3 giugno alle 3.30 PM ET con le prime libere. Qualifiche sabato 4 a partire dalle 12.45 PM ET e gara alle 3.30 PM ET di domenica 5 giugno, pari alle 21.30 italiane.

Piero Lonardo

Foto: IndyCar, Detroit GP

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IndyCar – Ericsson dopo 23 anni fa sventolare la bandiera svedese a Indy

Vittoria Ganassi a Indy doveva essere e cosí è stato. La squadra è stata la più dominante sin dalle libere di questa 106ma edizione del Greatest Spectacle in Racing, ma ci si attendeva una vittoria del polesitter Scott Dixon oppure di Alex Palou che lo affiancava in prima fila, invece i due hanno sprecato una ghiottissima occasione.

il catalano per questione di decimi al secondo giro di pit è rimasto intruppato in una pitlane chiusa per il crash di Callum Ilott in curva 2, già peraltro battezzata in precedenza dall’altro protagonista della prima fila, Rinus VeeKay. Emergency pitstop e successivo drive-through hanno lasciato il campione in carica in fondo al gruppo.

Toccava quindi al sei volte campione tenere alta la fiamma, e per l’occasione stringeva una provvisoria quanto improbabile alleanza con Conor Daly, unico altro ad anticipare la sosta in quel frangente. L’enfant du pays però stentava a tenere il ritmo di Dixon, il quale manteneva la leadership sino al penultimo turno di soste.

Pato O’Ward, grazie ad un riuscito undercut, riusciva a transitare davanti a tutti, ma Dixon, che quest’oggi è diventato comunque il leader all-time dei giri condotti in testa della Indy 500, si riproponeva al comando. Purtroppo però all’ultima sosta un errore incredibile per eccesso di velocità in pitlane del vincitore 2008 comportava un’inevitabile penalità.

Toccava quindi alla terza forza del Team Ganassi, Marcus Ericsson, 97 Gran Premi di F1 all’attivo e due vittorie nell’IndyCar Series, lottare per la leadership, che raggiungeva a 12 tornate dalla fine, dopo aver avuto la meglio sul duo McLaren rinforzato anche dal connazionale Felix Rosenqvist, il tutto una volta svaniti anche i sogni di gloria di tutti coloro che hanno azzardato un late pitstop.

Ma non era ancora finita, perchè Jimmie Johnson a 4 giri dalla chequered flag chiudeva in malo modo la sua prima Indy 500, che ha avuto peraltro il piacere di condurre per un giro. La direzione gara chiamava una red flag che potenzialmente poteva rimettere in discussione il risultato finale, ma Ericsson riusciva a mantenere il comando su O’Ward, mentre immediatamente dietro Tony Kanaan metteva le mani su un altro piazzamento di prestigio alla sua 21ma (e forse ultima) 500 Miglia.

Ericsson succede idealmente a Kenny Brack, unico svedese finora a bere il latte in Victory Lane nel 1999, per la quinta Indy 500 del Team Ganassi. Dietro TK, Rosenqvist, Alexander Rossi, unico a salvare l’onore dell’Andretti Autosport, che ha visto le altre sua punte di diamante, Romain Grosjean e Colton Herta, terminare anzitempo l’impegno, il primo a muro, il secondo invece costretto al ritiro da una vettura assemblata dopo il crash di venerdí.

A seguire ancora Daly in P6, l’accoppiata del Meyer Shank Racing formata da Helio Castroneves e Simon Pagenaud ed infine lo sfortunato Palou e Santino Ferrucci a chiudere la top ten. Menzione d’onore per quest’ultimo, sempre a contatto dei primi con la vettura del Dreyer & Reinbold. Esce con le ossa rotte infine la pattuglia Penske, con Power rallentato da problemi di stabilità, McLaughlin spettacolarmente a muro e Newgarden 13mo, autore di una gara impalpabile. Migliore fra i rookies David Malukas, sedicesimo.

In classifica generale, grazie al punteggio doppio, Ericsson balza al comando con 226 punti contro i 213 di O’Ward e i 212 di Palou. L’IndyCar Series tornerà in pista già il prossimo weekend a Detroit-Belle Isle.

Piero Lonardo

Foto: IndyCar

L’ordine di arrivo della 106ma Indy 500