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IndyCar – Sato e RLL ci riprovano a Indianapolis

Takuma Sato sarà ancora una volta al via della Indy 500, questa volta col Rahal Letterman Lanigan. Il 47enne pilota giapponese tenterà di agguantare la sua terza vittoria con la quarta vettura del team, contraddistinta dal numero 75, al fianco di Graham Rahal, Christian Lundgaard e Pietro Fittipaldi.

Per Sato sarà la quindicesima esperienza nel “Greatest spectacle in racing”, la sesta con la squadra di Bobby Rahal, con la quale si aggiudicò il suo secondo successo nel 2020, a tre anni di distanza dal primo passaggio in Victory Lane con l’Andretti Autosport.

Questa addizione porta a 33 le vetture iscritte alla 108ma edizione della Indy 500, escludendo il Dale Coyne Racing, il cui futuro, a meno di un mese dal season opener IndyCar di St.Petersburg, appare sempre più nebuloso.

Piero Lonardo

Foto: Rahal Letterman Lanigan

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IndyCar – Il finale di Nashville si sposta sull’ovale. Malukas salta St.Petersburg

Il season finale IndyCar si svolgerà sempre a Nashville, ma non più sul circuito cittadino, bensí sul Superspeedway. Le decisione è stata resa nota poco fa dal nuovo responsabile della gara, il fondatore del main sponsor Big Machine, Scott Borchetta, e si deve ai lavori di costruzione del nuovo stadio dei Tennessee Titans.

Le opere in corso non permetterebbero infatti nè una sistemazione degna ai teams, nè gli accessi necessari ai commerci e ai residenti, per cui si è deciso di mantenere la stessa data del 15 settembre, ma di spostare la gara sull’ovale di 1,33 miglia, utilizzato l’ultima volta dalla serie nel 2008, con vittoria di Scott Dixon, in una gara accorciata per pioggia che contribuí alla conquista del secondo dei sei titoli del popolare “Iceman”.

Per la prima volta dal 2014 pertanto, allorquando si corse a Fontana, con successo di Tony Kanaan, la serie si chiuderà su un ovale.

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Frattanto una caduta in mountain bike, con susseguente frattura al polso sinistro costerà a David Malukas il debutto in Arrow McLaren a St.Petersburg. La prognosi di sei settimane successiva all’intervento effettuato ieri costringerà infatti il team a dover ricorrere ad un sostituto per il season opener del 10 marzo.

Zach Veach, pilota di riserva designato, sta già scalpitando, ma è possibile che il team voglia cogliere un’altra opzione; in ogni caso, il prossimo appuntamento è per gli ultimi test collettivi pre-stagionali del 26-27 febbraio prossimi a Sebring, test importanti in quanto dedicati al nuovo pacchetto telaistico ed aerodinamico pronto ad ospitare l’ERS, cosí da replicare il più possibile le condizioni di gara che si affronteranno a St.Petersburg.

In quella sede probabilmente si conoscerà non solo il nome del sostituto di Malukas per St.Pete, ma anche il destino dei due sedili previsti al Dale Coyne Racing, gli ultimi full-season ancora vacanti.

Piero Lonardo

Foto: NTT IndyCar Series

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IndyCar – Kyle Larson testa con McLaren a Phoenix. Uno sguardo alle nuove livree

Kyle Larson ad inizio settimana si è misurato sull’ovale di Phoenix con la DW12-Chevy dell’Arrow McLaren che porterà in pista alla 108ma Indy 500.

La sessione si è dilungata per ben 172 giri dell’ovale corto dell’Arizona e, dopo il primo test di Indianapolis per il Rookie Orientation Program di ottobre, Larson ha affinato le proprie capacità sulla vettura cogestita dal team di Zak Brown insieme ad Hendrick Motorsports per prepararsi alla prima parte del “Double”, che ricordiamo proseguirà nella stessa giornata del 26 maggio con la Coca Cola 600 di Charlotte NASCAR. Il successivo step saranno i test collettivi di aprile all’IMS, antipasto del Month of May.

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Oltre al campione della Cup Series 2021, ad Indy ci saranno anche i tre driver full-season del team: Pato O’Ward, David Malukas e Alexander Rossi, dei quali sono state presentate in questi giorni le nuove livree delle rispettive vetture, contraddistinte dai numeri #5, #6 e #7 rispettivamente.

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Svelati anche i nuovi colori del Juncos Hollinger Racing per Romain Grosjean #77 e Agustin Canapino #78, cosí come quella del Rahal Letterman Lanigan per Pietro Fittipaldi.

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American Legion fungerà quest’anno da main sponsor invece per la DW12-Honda #8 del Chip Ganassi Racing, con Linus Lundqvist al volante, mentre la #4 di Kyffin Simpson godrà dell’appoggio di un nuovo sponsor, Journie Rewards.

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Nuovi colori infine anche per Scott McLaughlin, il quale ha presenziato all’unveiling a Las Vegas della sua nuova DW12-Chevy #3 del Team Penske.

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Piero Lonardo

Foto: NTT IndyCar Series, Arrow McLaren, Juncos Hollinger Racing, Rahal Letterman Lanigan, Chip Ganassi Racing, Sonsio

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IndyCar – Hunter-Reay e Daly con DRR e Cusick alla Indy 500. Positivi test ibridi a Homestead

Svelata oggi la line-up del Dreyer & Reinbold per la prossima Indy 500: saranno Ryan Hunter-Reay e Conor Daly a porta in pista nel Greatest spectacle in racing le due DW12-Chevy del team di Carmel.

Il popolare “Captain America” proviene da una stagione parziale all’Ed Carpenter Racing in cui ha sostituito proprio Daly, ed è alla seconda apparizione di fila alla Indy 500, che vinse nel 2014, col team. Lo scorso anno Hunter-Reay si qualificò senza problemi col 18mo tempo, rimontando sino all’11ma piazza finale.

Per Daly, che ad Indianapolis ha sempre trovato motivazioni speciali, terminando per tre volte in top ten in undici partecipazioni nonostante monoposto spesso non all’altezza (memorabile il ritiro del 2015 nei giri di formazione), si tratta invece della prima esperienza con la squadra, che per l’occasione si è associata al Cusick Motorsports.

Niente da fare purtroppo per Stefan Wilson, da sempre legato alla realtà di Don Cusick, sostanzialmente per carenza di motori disponibili, che hanno impedito alla compagine di presentarsi in autonomia come negli ultimi tre anni.

Frattanto la serie ha completato i test delle nuove unità ibride sul tracciato di Homestead. Tra lunedí e mercoledí scorso, le quattro monoposto presenti, in rappresentanza di Penske e Arrow McLaren per Chevrolet e Ganassi e Andretti per Honda, ed i dieci piloti che si sono alternati alla guida, hanno percorso 1446 giri complessivi senza problemi di sorta e segnando tempi di rilievo.

Un buon auspicio quindi per il nuovo corso delle serie, che ricordiamo prenderà il via il 10 marzo a St.Petersburg, anche se la componente ibrida verrà attivata solo dopo la Indy 500, a Detroit.

Piero Lonardo

Foto: Dreyer & Reinbold

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IndyCar – Cosa comporta Andretti fuori dalla F1?

Non siamo soliti prendere in esame le vicende della F1, ma stavolta ci sta.. Molto si è letto da ieri sera per la decisione della FOM (Formula One Management) di non ammettere il progetto Andretti F1 al campionato, ma cosa significa per l’IndyCar Series?

Innanzi tutto bisogna puntualizzare che Michael Andretti ora gestisce un impero, l’Andretti Global, con interessi che non risiedono solo in IndyCar, dove quest’anno schiererà tre vetture, una in meno degli anni passati, ma spazia praticamente in tutti i campi del motorsport esclusa la NASCAR: IMSA, Formula E, Extreme E, Indy NXT, SuperCars e anche la SuperCopa messicana.

In alcuni casi Andretti è entrato in società con realtà consolidate quali Wayne Taylor Racing e Walkinshaw, ed ha stabilito partnership con alcuni dei più importanti costruttori quali Honda, BMW, Ford, Porsche. L’ultima di questi è proprio GM – la concorrente di Honda in IndyCar peraltro – che mediante il marchio Cadillac ha appoggiato fin dall’inizio la candidatura di Andretti in F1, candidatura validata dalla FIA mediante il noto processo di selezione nei mesi scorsi.

Andretti ha in costruzione una nuova sede di ben 53.000 mq a Fishers, Indiana, che dovrebbe dare lavoro a circa 500 unità nei prossimi anni, e per entrare nella “torta” della F1, oltre agli esorbitanti costi di iscrizione, avrebbe dovuto liquidare qualcosa come 200 milioni di $ agli altri team per compensare i mancati dividendi derivanti dal dover spartire “la torta” in 11 anzichè in 10.

Alla luce di ciò, oltre alle conseguenze del rifiuto attuale, e senza voler tenere conto dei problemi di immagine correlati, anche l’eventuale ingresso di Andretti/GM al 2028, come ipotizzato dalla FOM, comporterebbe una sostanziale ridefinizione dei piani di Andretti, anche e soprattutto dal punto di vista economico.

Difficile ad ora comprendere e appieno cosa voglia dire ció a breve ed in termini pratici per Andretti Global, ma probabilmente l’IndyCar Series sarà la meno impattata da questa decisione, vantando un programma consolidato. Sicuramente invece Colton Herta, destinato a diventare il portacolori di questo nuovo effort tutto made in USA, vede di molto ridotte le proprie speranze di traguardare l’ingresso nella massima serie, visto che nel 2028, sempre che Andretti e Cadillac decidano di voler proseguire su questo percorso, avrà 27 anni.

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Se conosciamo bene lo spirito della famiglia però, crediamo che Michael Andretti volgerà immediatamente lo sguardo oltre, magari verso quella Le Mans che il partner Wayne Taylor attendeva trepidamente già lo scorso anno e che ora, con la recente affiliazione di HPD in Honda Racing Corporation col ramo USA, potrebbe concretizzarsi a breve, alla faccia della F1 e di chi lo ha ritenuto “non all’altezza”.

Piero Lonardo

Foto: NTT IndyCar Series, Piero Lonardo

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Indy NXT – Si aggiungono altri due volti nuovi: De Alba e Allaer. Frost si ferma per il militare

Crescono ancora le presenze nella Indy NXT ed in settimana sono stati annunciati altri due volti nuovi: Salvador De Alba a Nolan Allaer.

De Alba giunge da due anni di Indy Pro / USF Pro, dove prima con Jay Howard Driver Development e poi con Exclusive Autosport ha totalizzato tre vittorie più altri cinque podi complessivi che sono valsi il terzo posto finale nella stagione uscente, alle spalle di Miles Rowe, che ritroverà sulla griglia di partenza, e Kiko Porto, il quale ha già avuto occasione di debuttare nella serie cadetta.

Il 24enne messicano, che lo scorso hanno ha conquistato anche il secondo titolo nella NASCAR PEAK Mexico Series, sarà il primo pilota a correre per la nuova partnership formata da Andretti Global e Cape Motorsports, una sorta di junior team, che dovrebbe completarsi in un effort di due vetture. Il contratto biennale siglato da De Alba prevede comunque un passaggio alla squadra principale per il 2025.

Percorso singolare invece per Allaer, che dopo una gavetta quadriennale nelle formule minori tra SCCA e Formula Ford britannica, coronate da due successi consecutivi ai National Championship Runoffs tenutisi al Virginia International Raceway, ha impressionato a tal punto i vertici di HMD in un recente test, da convincerli ad affidargli la nona IL-15 schierata dal team.

Con queste due addizioni sale a diciotto, tra cui dieci rookies, il totale delle vetture iscritte alla prossima stagione della serie sponsorizzata da Firestone. Non sarà della partita Danial Frost, che dopo tre stagioni e due vittorie all’attivo, dovrà ritornare in patria a Singapore per i prossimi due anni allo scopo di adempiere il servizio militare obbligatorio.

Piero Lonardo

Foto: Indy NXT

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IndyCar – Marco Andretti ci sarà alla Indy 500. Herta svetta nei test di Homestead

Marco Andretti sarà nuovamente al via della Indy 500 il prossimo maggio; questa volta l’effort del figlio e nipote d’arte parlerà un po’ di italiano grazie alla filiale USA dello sponsor MAPEI. L’azienda fungerà anche da sponsor principale per tutta la stagione della vettura #27 di Kyle Kirkwood.

Oltre alla pole position del 2020, nelle sue fin qui 18 apparizioni Marco Andretti ha sfiorato la vittoria da rookie nell’ormai lontano 2006, conquistando altre quattro top five nel 2008, 2010, 2013 e 2014.

Frattanto a Homestead si è approfittato della breve pausa dalle operazioni nella vicina Daytona per un’estensiva sessione di test in vista del season opener di St.Petersburg. Lunedì la palma del migliore è andata a Felix Rosenqvist: il neoacquisto del Meyer Shank Racing ha fissato i cronometri sull’1.11.244, precedendo il connazionale Marcus Ericsson, ora all’Andretti Global ed il campione in carica Alex Palou.

Nel secondo giorno è stato invece Colton Herta a limare il best crono con 1.11.182, davanti al sei volte campione Scott Dixon e a Pato O’Ward con la migliore delle McLaren. Presente in entrambi i giorni Jack Harvey, invitato sulla vettura del Dale Coyne Racing. Il pilota britannico è tra i maggiori indiziati uno dei due soli sedili full-season ancora vacanti.

I test, che sono stati condotti con ERS disattivato ma già con i nuovi componenti leggeri destinati a compensare il maggior peso dell’unità di recupero energia, proseguiranno anche nella giornata odierna ma in forma ridotta, dato che molti tra meccanici e piloti saranno nuovamente impegnati nella preparazione del season opener IMSA. Lunedì prossimo invece si proseguirà con le simulazioni in pista, ma questa volta con l’ibrido on.

Frattanto Simon Pagenaud con un comunicato ha reso note le sue attuali condizioni. Il campione 2016, vittima di un pauroso incidente a Mid-Ohio lo scorso luglio a Mid-Ohio, ha fatto sapere che “si sta concentrando per tornare al 100% in salute”, facendo continui progressi insieme al team medico che lo sta seguendo.

“Non so ancora - prosegue il pilota transalpino - se tornerò al volante nel 2014, nè se sono pronto a farlo. Ma voglio prenderla con calma per essere sicuro che quando tornerò, sarò di nuovo al meglio.”

Ricordiamo che Pagenaud, insieme alla prima parte di stagione IndyCar, lo scorso anno è ritornato a Le Mans dopo 12 anni con l’Oreca LM P2 di Cool Racing, e prima ancora ha riportato il secondo trionfo consecutivo alla Rolex24 at Daytona col Meyer Shank Racing.

Piero Lonardo

Foto: Andretti Global

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IndyCar – RC Enerson pronto alla sua terza Indy 500. Pratt Miller e Prema alla finestra per il 2025

RC Enerson sarà della partita alla prossima Indy 500. Il 26enne floridiano ha infatti annunciato ieri ai media che guiderà nuovamente la DW12-Chevy #50 gestita da Abel Motorsports. Si tratta del terzo outing sul catino dell’Indiana dopo il primo tentativo del 2021 con la sfortunata avventura del Top Gun Racing, mentre lo scorso anno Enerson riuscì inaspettatamente ad evitare anche la tagliola del Bump Day, partendo dalla 28ma piazzola. Poca fortuna invece in gara, dove è stato costretto ad abbandonare dopo 75 giri per un problema tecnico.

Il pilota ha così commentato: “L’obiettivo era ritornare. Ci siamo divertiti così tanto lo scorso anno e penso che abbiamo avuto un’ottima performance per essere una nuova squadra. Il fatto di non dovermi preparare per la domenica (per il Bump day) è stato grande. Sarebbe stato bello doversi preparare per la pole, ma il nostro obiettivo era partecipare allo show. E siamo stati in grado di farlo anche se tutti ci davano per esclusi. E’ stata sicuramente un’enorme curva di apprendimento e l’obiettivo di quest’anno è quello di essere ancora più preparati.”

Riguardo infine al futuro: “L’obiettivo era di correre la 500 Miglia quest’anno e poi aspettare il 2025 e valutare quali sono le possibilità.”

Oltre ad Abel Motorsports nelle ultime settimane sono emerse altre due realtà di maggiore spessore che stanno valutando l’ingresso nell’IndyCar Series, e una ci tocca da vicino. Si tratta di Pratt Miller e Prema

La realtà del Michigan, nota per l’ultraventennale ìmpegno con le Corvette nei campionati endurance, è già coinvolta, sempre col gruppo GM, nella gestione delle unità attualmente in uso nella serie, e secondo un noto media statunitense avrebbe ricevuto contatti per esporsi in prima persona a partire già dalla prossima stagione.

Percorso simile, ma forse ancor più concreto, anche per Prema, che all’inizio del suo quinto decennio di attività può già vantare nel paddock IndyCar un paio di piloti che hanno vestito le casacche tricolori in precedenza quali Marcus Armstrong e Felix Rosenqvist. La squadra veneta si starebbe seriamente attrezzando per schierarsi a tempo pieno nel 2025 e avrebbe anche già ingaggiato una figura di spicco in loco per coordinare le operazioni, a riprova della crescita di interesse globale nei confronti della serie americana, che prenderà nuovamente il via il 10 marzo a St.Petersburg.

Piero Lonardo

Foto: NTT IndyCar Series

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IndyCar – Foyt conferma Ferrucci, Pedersen out. Nuovo accordo con iRacing

Santino Ferrucci torna per la seconda stagione al team Foyt. Il 25enne del Connecticut guiderà la DW12-Chevy #14, che nel corso dell’IndyCar Series 2023 ha portato al terzo posto alla Indy 500.

Rimane definitivamente fuori dai giochi del team texano quindi Benjamin Pedersen, che lo scorso anno ha condotto, a dire il vero con ben poco profitto, la vettura contraddistinta dal numero 55. Il pilota danese ha fatto sapere di avere ancora due anni di contratto ma il team principal Larry Foyt ha reso noto che il contratto è scaduto secondo termini. Vedremo se seguiranno ripercussioni legali tra le due parti.

Restano quindi liberi solamente due potenziali sedili full-season, entrambi al Dale Coyne Racing, che lo scorso anno schierò Sting Ray Robb e David Malukas, entrambi nel frattempo accasatisi altrove, il 22enne statunitense proprio al team Foyt mentre il nativo di Chicago addirittura in McLaren.

Nuovo accordo infine anche tra Penske Entertainment ed iRacing per l’utilizzo del marchio nelle simulazioni online. La notizia, di per sé non eclatante, dato che si tratta del rinnovo di un rapporto più che decennale, acquista rilievo solamente in virtù della recente chiusura della partnership con Motorsport Games per la realizzazione di un videogame legato all’IndyCar; la serie starebbe comunque continuando a cercare un partner per lo sviluppo di questo specifico prodotto.

Piero Lonardo

Foto: Team Foyt

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Indy NXT – Si completano i ranghi della serie cadetta: duello al femminile Brewer/Chadwick

Ad oltre due mesi dall’apertura stagionale di St.Petersburg, si vanno a completare i ranghi della Indy NXT by Firestone. Tra i più attivi in queste settimane sicuramente l’HMD Motorsports, che nonostante la separazione col Dale Coyne Racing, si avvia a portare in pista nuovamente un numero notevole di vetture, otto al momento, inclusa l’entry gestita insieme a Force Indy per il campione in carica USF 2000 Pro Miles Rowe.

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Gli ultimi arrivi per il team di Henry Malukas riguardano Jonathan Browne, Niels Koolen e Nolan Siegel. Quest’ultimo si è piazzato al terzo posto con due vittorie e tre ulteriori podi all’attivo nella sua prima stagione completa in Indy NXT conquistando il titolo di Rookie of the Year, alternandosi, con ottime prestazioni, nelle gare di durata del Weather Tech SportsCar Championship e dell’Asian Le Mans Series.

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Browne, irlandese di 23 anni, ha effettuato il salto dalla Indy Pro 2000 dopo due anni col Turn 3 Motorsport, con cui è andato a podio due volte durante la scorsa stagione, mentre il 22enne Koolen è l’ennesimo olandese che si affaccia al motorsport USA dopo le esperienze in F.4 ed in F.Regional.

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Un nome nuovo che si iscrive invece all’Indy NXT è il Miller Vinatieri Motorsports, squadra creata nel 2016 dal Dr.Jack Miller, il “dentista da corsa” protagonista dell’IRL alla fine degli anni ’90, e dall’ex-kicker di New England Patriots ed Indianapolis Colts Adam Vinatieri.

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Sul sedile della IL-15 che porterà il numero 40, Jack William Miller, 20enne figlio del Dr.Jack, approdato col team di famiglia dopo cinque stagioni in USF 2000 ed Indy Pro 2000/USF Pro 2000.

Infine una novità al femminile, con Lindsay Brewer che va ad occupare il primo sedile del Juncos Hollinger. La 26enne del Colorado proviene da due stagioni in Indy Pro con l’Exclusive Autosport, peraltro una delle squadre attese nella serie sin dal 2020.

12-27-Chadwick-NXT La Brewer, la quale va a rinforzare il contingente del gentil sesso che già comprende Jamie Chadwick, alla seconda stagione presso l’Andretti Global, ha già avuto la possibilità di provare la vettura al recente Chris Griffis Memorial Test, cui ha fatto seguito un test privato al Barber Motorsports Park.

Piero Lonardo

Foto: Indy NXT