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IndyCar – Bourdais ritorna con Foyt. Nashville, accordo 2021

Uno dei nomi che più sono mancati alla stagione 2020 dell’indyCar Series, quel Sebastien Bourdais impegnato in questi giorni nell’ennesima 24 Ore di Le Mans, tornerà a calcare le piste della serie già a partire dal prossimo doubleheader, l’Harvest GP di Indianapolis con la DW12-Chevy #14 del Team Foyt.

Ma non solo, perché oltre al GP casalingo di St.Petersburg, ripianificato quale season finale, il tetracampione ChampCar, sarà della partita, sempre col team Foyt, per tutta la prossima stagione.

A St.Pete peraltro avverrà anche il sospirato debutto in pista di Scott McLaughlin con la quarta monoposto del Team Penske.

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La stagione 2021, in attesa del calendario, sappiamo già che prevedrà una nuova venue. Si tratta del Music Grand Prix di Nashville, Tennessee, in programma dal 6 all’8 agosto 2021. Il tracciato, un nuovo cittadino, si snoderà nella downtown fino a costeggiare il Nissan Stadium, “casa” dei Titans NFL e dei Tigers di Tennessee State, passando per il Korean Bridge per uno sviluppo totale di 2,17 miglia.

Piero Lonardo

Foro: IndyCar

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IndyCar – Mid-Ohio 2: Herta guida il podio Andretti

Risultato completamente ribaltato a distanza di 24 ore sul tracciato di Mid-Ohio per gara 2 del doubleheader IndyCar. Se ieri il team Andretti non era andato oltre il gradino basso del podio per Alexander Rossi, oggi ha occupato l’intero podio grazie a Colton Herta, allo stesso Rossi e a Ryan Hunter-Reay.

Herta è partito dalla pole conquistata un paio d’ore prima in una qualifica inficiata dalle condizioni della pista, resa insidiosa dall’acquazzone della prima mattina. Ciò ha vanificato gli sforzi del primo gruppo, comandato da Santino Ferrucci su Alex Palou e Simon Pagenaud, ma anche la seconda metà della griglia non ha avuto vita facile. Vittima eccellente il dominatore di ieri, Will Power, scivolato fuori nel fango del Keyhole forse perché troppo impegnato in un insolito duello col compagno di squadra Josef Newgarden.

Risultato, red flag e 17ma piazzola in griglia per il campione 2014, ma problemi anche per Patricio O’Ward e Jack Harvey, incappati in altrettante uscite di pista attimi prima dell’interruzione, che ha lasciato poco più di 3 minuti sul cronometro, che dietro Herta ha premiato Scott Dixon, Felix Rosenqvist e Marco Andretti.

La gara poteva prendere una piega sicuramente diversa se al via Santino Ferrucci, pressato da Dixon, non avesse esagerato, terminando largo in curva 1. Nel tentativo di mantenere la sua DW12, Ferrucci toccava il compagno di squadra Alex Palou, ed i due carambolavano a loro volta su Rosenqvist, mandandolo ko, come anche il catalano. Andretti dal canto suo per evitare la melée andava largo e perdeva da subito il contato con i primi.

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Questa la prima delle due Full Course Yellow della gara, la seconda al lap 15 a causa del testacoda di Dalton Kellett che invogliava tutti al pit, salvo Takuma Sato e Marco Andretti, che insistevano con le “red”. Scott Dixon fino a quel momento occupava la seconda posizione virtuale, ma il weekend orribile del pentacampione non era ancora finito, perchè al lap 22 Dixon commetteva un errore da egli stesso ammesso “da rookie”, girandosi da solo in curva 1.

Tutto da rifare per Dixon, ed il duello dietro Herta, tornato leader intorno alla metà gara dopo il sorpasso su Andretti (poi scivolato a sua volta in curva 1) e l’inevitabile pit di Sato in regime di corsa libera, coinvolgeva Rossi, Graham Rahal ed Hunter-Reay, il quale si sbarazzava dell’enfant du pays con un sorpasso deciso.

Dietro questo quartetto si accodava Marcus Ericsson, apparentemente rinato dopo la pessima prestazione di ieri, ed il trio Penske formato da Pagenaud, Power e Newgarden. Le fasi finali vedono il duello per la piazza d’onore fra Rossi ed Hunter-Reay, i tre alfieri del Team Penske procedere in colonna senza variare le posizioni, ma soprattutto la rincorsa di Scorr Dixon, che in 17 giri macina una ventina abbondante di secondi, agguantando la top ten proprio nelle curve finali su Rinus VeeKay.

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Herta, alla sua terza vittoria all-time, balza al quarto posto in classifica generale dietro O’Ward, oggi nono, classifica dove Dixon vede leggermente ridotto il proprio margine su Newgarden a 72 punti a tre sole gare dalla fine. Un margine cospicuo ma non inattaccabile quindi, in attesa del prossimo doubleheader, l’Harvest GP di Indianapolis del 2-3 ottobre, e del gran finale di St-Petersburg, il 25 ottobre, che quest’anno non assegnerà doppio punteggio.

Piero Lonardo

I risultati delle Qualifiche 2

L’ordine di arrivo di Gara 2

Foto: IndyCar

Start

IndyCar – Mid-Ohio 1: Power, finalmente

Will Power si aggiudica la prima gara del doubleheader IndyCar di Mid-Ohio. Il campione 2014 ha letteralmente dominato la giornata a partire dalle qualifiche, conquistando la sua 60ma pole position in carriera, la terza di questo fin qui sfortunato 2020, conducendo per tutti e 75 i giri di gara, strategie altrui a parte, senza concedere un centimetro agli avversari.

Sul giro singolo solo Ryan Hunter-Reay ha cercato di opporre resistenza, segnando sia il migliore tempo dell’unica sessione di libere, che la migliore prestazione nel secondo gruppo di qualifica che gli è valso la prima fila, ma “Captain America” ha ceduto sin dal via a Josef Newgarden e, anche se per poco, ad un sempre più concreto Conor Daly, che gli partiva dietro.

Sarà proprio il campione in carica l’unico vero avversario di Power che, in una gara senza bandiere gialle, ha potuto dettare il proprio ritmo in scioltezza, senza timore di essere avvicinato dal compagno di squadra, che a fine gara ammetterà di avere avuto circa 2 decimi al giro rispetto al compagno.

Unica altra insidia potenziale per Power i nuvoloni carichi di pioggia, che però hanno scaricato il loro contenuto a ridosso della bandiera a scacchi, permettendogli, con la vittoria numero 36 in carriera, di passare al sesto posto nella classifica all-time.

Podium

Per una volta in questa stagione, la palma del migliore al team Andretti è andata ad Alexander Rossi, terzo al traguardo dopo una interminabile battaglia con l’enfant du pays Graham Rahal, anche se il secondo podio stagionale rappresenta un contentino nella sfortunatissima stagione del #27.

Oltre a questo duello, gli unici veri brividi della gara ci sono stati regalati da Rinus VeeKay e Colton Herta. Il rookie dell’Ed Carpenter Racing ha festeggiato al meglio il suo 20mo compleanno terminando ottavo dietro ad Hunter-Reay, Felix Rosenqvist e Jack Harvey dopo il contatto iniziale con un irriconoscibile Simon Pagenaud ed una prima sosta disastrosa, impreziosendo la sua prestazione con un sorpasso da manuale per la posizione finale proprio su Herta al lap 55.

Il figlio d’arte da parte sua ha cercato di rimediare ad una qualifica che lo ha visto solo 13mo con una gara d’attacco giocata sulle strategie, che però ha pagato relativamente, in assenza di neutralizzazioni, col solo nono posto finale davanti a Scott Dixon, che ha cercato di tenere dietro anche con le cattive.

La giornata del capoclassifica,  qui vincitore già cinque volte,  era partita bene in mattinata con il quarto tempo nelle libere, ma ha pagato in seguito una qualifica disastrosa (17mo tempo) probabilmente determinata da un set difettoso di “alternate”, cercando di limitare i danni.

In classifica generale Newgarden lima il distacco nei confronti di Dixon a 76 punti, mentre Power grazie al successo odierno sale al quinto posto dietro a Pato O’Ward, oggi undicesimo, e ad un irriconoscibile Takuma Sato, addirittura diciassettesimo.

Domani si ricomincia con gara 2, alle 1.00 PM locali, preceduta dalle qualifiche, alle 10.15 AM.

Piero Lonardo

I risultati delle Libere

I risultati delle Qualifiche 1

L’ordine di arrivo di Gara 1

Foto: IndyCar

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IndyCar – Jimmie Johnson, 2021-2022 con Ganassi

Il percorso di avvicinamento di Jimmie Johnson verso l’IndyCar Series va verso la definizione completa. Il team Ganassi ha annunciato di stare esplorando per il sette volte campione NASCAR, che lo vedrebbe protagonista nelle prossime due stagioni nella serie con un programma destinato ai circuiti stradali.

Jimmie Johnson, che compirà 45 anni il 17 settembre prossimo, ha da tempo manifestato interesse per la serie, e ha già provato la DW12 a fine luglio nell’infield dell’Indianapolis Motor Speedway, impressionando sin da subito. Inutile dire che la rilevanza mediatica dell’operazione travalica anche il valore indiscusso del pilota, co-detentore del record assoluto di vittorie nella Cup Series insieme ad altri due mostri sacri dell’automobilismo USA, Dale Earnhardt e Richard Petty.

Nel weekend ricordiamo che la serie tornerà a Mid-Ohio per un doubleheader per il quale, come preannunciato nei giorni scorsi, sarà concesso l’accesso al pubblico. L’organizzazione, in accordo con le autorità locali, in primis gli uffici del governatore dello stato, Mike DeWine. hanno reso noto che saranno ammessi all’evento fino a 6.000 fans.

Inevitabili le mascherine, anche all’esterno, ed il controllo della temperatura in entrata alla facility, così come il distanziamento sociale pari ad almeno 6 piedi (182 cm), ma sarà comunque bello tornare a vedere gli appassionati, seppur in numero limitato, intorno ad una pista IndyCar.

Il programma di Mid-Ohio prevede un’unica sessione di libere sabato 12 settembre, a partire dalle 10.45 AM locali, poi le qualifiche e gara 1, rispettivamente alle 2.00 PM e alle 4.50 PM. Domenica 13 invece le qualifiche si terranno alle 10.15 AM e lo start di gara 2 sarà alle 1.00 PM.

Piero Lonardo

Foto: IndyCar

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IndyCar – Mid-Ohio si farà

L’IndyCar Series ha diffuso poco fa un comunicato riguardante il doubleheader di Mid-Ohio, come si ricorderà rinviato a data da destinarsi dopo l’escalation del COVID19.

La serie correrà nel tracciato del Midwest il prossimo weekend, sabato 12 e domenica 13 settembre e non sarà a porte chiuse. Nei prossimi giorni verranno diffusi dall’organizzazione, la Green Savoree Racing Promotions, che da anni gestisce anche le gare di St.Petersburg e Toronto, maggiori dettagli rispetto l’affluenza del pubblico e le relative norme di comportamento.

Piero Lonardo

Debriefing: Luca Filippi

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Luca Filippi lo scorso weekend a Houston è rientrato nel giro dell’IndyCar Series con il team Rahal Letterman Lanigan, lo stesso che avrebbe dovuto accoglierlo ad inizio 2013. Il pilota di Savigliano è stato però protagonista di una prestazione tutta luci ed ombre.

Entusiasmante nelle qualifiche di gara-1, dove ha strappato addirittura la seconda fila, per terminare la corsa anzitempo, a muro, vittima di un proprio errore durante un restart a metà gara circa mentre attentava all’ottava posizione ai danni di Simon Pagenaud.

Un altro miracolo nelle qualifiche di gara-2, dopo che un altro contatto lo costringeva a saltare gran parte della sessione, ma un Filippi assolutamente determinato riusciva lo stesso a realizzare il sesto tempo all’interno del gruppo 1, nell’unico giro utile dopo la riparazione e a guadagnare la sesta fila.

Purtroppo però ancora una volta i muretti, a 2 soli giri dalla fine, ne vanificavano gli sforzi mentre era settimo, nonostante una gara tormentata da ben due forature che avevano costretto la squadra a cambiare altrettante volte strategia in corsa.

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Questa la cronaca. Giudicare un pilota al rientro dopo un anno di assenza tra la serie di monoposto più veloci del pianeta è abbastanza difficoltoso, però non possiamo dimenticare che nella lunga militanza in GP2, categoria che ha frequentato per ben 7 anni conquistando alla fine il 2° posto nel campionato 2011, Filippi ha collezionato la bellezza di ben 46 DNF su 133 partenze, compresi i 7 ritiri e 1 squalifica nelle 23 gare corse in GP2 Asia. Stiamo parlando del 35% circa totale di ritiri.

Ora, fortunatamente nel motorsport la matematica non è tutto, e il talento del piemontese – che, ricordiamolo, è l’unico nostro attuale esponente in una delle due categorie top di monoposto – non deve essere assolutamente in discussione.

Da tifosi vorremmo però altrettanto fortemente vederlo primeggiare. I mezzi del team RLL anche a Houston sono apparsi senza dubbio di ottimo livello, sicuramente meglio del BHA con cui Filippi si è messo in mostra nelle 4 gare disputate lo scorso anno e che a inizio stagione gli ha preferito Jack Hawksworth, una stagione in Indy Lights con 3 vittorie, tutte tra i muretti, a St.Pete, Toronto e Baltimore, dopo il titolo dei record in StarMazda l’anno precedente.

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Non perdiamo tempo quindi a paragonare la prestazione del 23enne inglese, che sulle strade sconnesse della città texana ha terminato sesto in gara-1 e addirittura terzo in gara-2, a ridosso della coppia di Sam Schmidt, dopo essere partito addirittura dall’ultima piazzola.

Filippi avrà la possibilità di dimostrare il suo indiscusso valore tra due settimane, a Toronto, sede del terzo ed ultimo doubleheader stagionale; nel frattempo godiamoci ben due gare dell’IndyCar sugli ovali, questo weekend al “Tricky Triangle” di Pocono, Pennsylvania e il prossimo all’Iowa Raceway.

Foto: IndyCar Series