Nannini

IndyCar – Matteo Nannini proverà per Juncos. I tre big dell’Indy Lights all’IMS. Vandoorne nuovo obiettivo McLaren ?

Fra pochi giorni si terrà il consueto Chris Griffis Memorial Open Test, ancora una volta presso l’Indianapolis Motor Speedway. L’evento riunirà i migliori prospetti delle classi propedeutiche (la cosiddetta Road to Indy) in funzione delle scelte per la stagione ventura.

Tra questi, Matteo Nannini, che proverà una monoposto Indy Lights del Juncos Hollinger. Nannini, che vanta la doppia cittadinanza italo-argentina ed è parente del ben più noto Alessandro, proviene da una stagione nella quale ha partecipato alla sua seconda stagione nel FIA F3, dove è giunto 14mo con una vittoria e un podio, collezionando anche 8 presenze complessive nel biennio in F2.

La line-up della categoria cadetta presenterà anche Manuel Sulaiman, Benjamin Pedersen, Danial Frost e Christian Bogle (questi ultimi due hanno corso nel 2021 per altre squadre) e la novità Ernie Francis, Jr. per l’HMD Motorsports. Sting Ray Robb dal canto suo lascerà il Juncos Hollinger Racing per accasarsi con l’Andretti Autosport per tutta la stagione 2022.

A valle del Chris Griffis Memorial, che si terrà il 30-31 ottobre prossimi, il test su di una monoposto IndyCar per i primi tre classificati della serie cadetta. Il neocampione Kyle Kirkwood e Linus Lundqvist proveranno una macchina dell’Andretti Autosport, mentre il secondo classificato David Malukas avrà a disposizione una DW12-Chevy del Team Penske. Il test è stato spostato a lunedí primo novembre a causa delle cattive previsioni meteo.

Proprio Team Penske ha confermato che non schiererà una quarta vettura nella prossima stagione, non sostituendo Simon Pagenaud, new entry all’MSR, che lo scorso anno ha corso al fianco di Will Power, Josef Newgarden e Scott McLaughlin. La decisione è stata motivata dal dover preparare il prossimo impegno in endurance con la nuova Porsche LMDh, e a tale scopo la squadra del Captain potrebbe iscrivere una Oreca LM P2 alla prossima stagione del WEC.

Hulk

Sempre nell’ambito della serie maggiore, l’Arrow McLaren SP non smette di pensare in grande, e dopo la prima presa di contatto da parte di Nico Hulkenberg (nella foto) di inizio settimana a Barber Park, ha in programma un test com Stoffel Vandoorne.

Il 29enne pilota belga, titolare in McLaren F1 nel 2017 e nel 2018, entrerebbe nei piani del team, che ambisce a schierare una terza vettura full-time a partire dal 2023, limitandosi ad alcune apparizioni nella prossima stagione.

Fallita l’ipotesi di sbarco in F1 da parte di Andretti ed Herta, un’altra novità di spessore minore potrebbe vedere Juncos Hollinger e Carlin unire le forze per schierare una seconda vettura. La soluzione potrebbe permettere al team inglese di non dover attendere ancora una volta i chiari di luna di Max Chilton e contemporanemente soddisfare il desiderio di Juncos di affiancare da subito una seconda entry a Callum Ilott.

Piero Lonardo

Foto: Juncos Hollinger, Arrow McLaren SP

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IndyCar – Fra realtà e fantasia, la off-season prosegue con Lundgaard al RLL

Si completa la line-up del Rahal Letterman Lanigan con Christian Lundgaard ad appropriarsi della DW12-Honda #30 che fu di Takuma Sato.

Il 20enne danese, membro dell’Alpine Academy, che già quest’anno ha dato prova di sè nel Big Machine GP di Indianapolis ha siglato un accordo pluriennale che lo vedrà ai nastri di partenza della serie sin dal season opener di St.Pete al fianco di Graham Rahal e dell’altra new entry Jack Harvey.

Attualmente Lundgaard è alla seconda stagione nella F2 con l’ART Grand Prix ed occupa l’11ma posizione in campionato con tre podi su 17 gare fin qui disputate. Lo scorso anno, sempre con la squadra di Nicolas Todt, aveva conquistato anche due vittorie, oltre a quattro podi che gli sono valsi il settimo posto finale.

Mentre Ryan Hunter-Reay, vedovo Andretti, vede sempre più vicino un sedile all’Ed Carpenter Racing, l’Arrow McLaren SP potrebbe mettere a segno un grande colpo con l’ingaggio nientemeno che di Nico Hulkenberg.

L’eterna incompiuta della F1 prenderà parte infatti lunedí prossimo ai test collettivi organizzati a Barber Park, e potrebbe aggiungersi a Felix Rosenqvist e a Pato O’Ward sulla terza vettura del team, almeno, cosí come fatto da Romain Grosjean nell’anno del debutto, per le gare sui circuiti stradali e cittadini.

Oltre al vincitore di Le Mans 2015, a Barber Park sono attesi anche Kyle Kirkwood e Devlin deFrancesco, che dovrebbero effettuare un secondo test, dopo un primo shakedown avvenuto mercoledí scorso sul corto di Sebring. Entrambi sono in lizza per il posto che dovrebbe essere lasciato libero da James Hinchcliffe.

I risultati (nonchè la scolarship di 1,3 milioni di Dollari) dovrebbero fare pendere la bilancia a favore di Kirkwood, ma c’è un’ulteriore pedina in ballo in questo complesso gioco del quindici.

Si tratta di Colton Herta, che potrebbe a sorpresa fare squadra con Valtteri Bottas qualora si concretizzasse l’acquisizione della Sauber F1 da parte di Michael Andretti. Questa è anche la settimana dell’U.S. GP di Formula 1 e si dovrebbe capire qualcosa di più dei seppur tanti rumors che stanno alimentando da settimane le pagine dei media.

OwardF1

Chi invece in F1 ci andrà davvero, anche se solo – per ora –  per un test, è invece Pato O’Ward, che recentemente si è recato a Woking per preparare il sedile della McLaren MCL35M che porterà in posta nei test collettivi di Abu Dhabi in dicembre.

Il test fa seguito ad un accordo col boss Zak Brown, il quale aveva promesso al giovane messicano, giunto terzo nell’ultima IndyCar Series dopo aver lottato a lungo per il titolo, un test in F1 dopo la prima vittoria, che è concretizata al Texas Speedway lo scorso maggio.

SWilsonUn altro team potrebbe infine entrare nei ranghi della serie a partire dalla prossima stagione. L’effort partirebbe da Don Cusick, recente sponsor di Stefan Wilson all’ultima Indy 500 sotto l’egida Lohla Racing, con la consulenza di Anders Krohn, ex promessa della Road to Indy e da tempo commentatore televisivo.

Il Cusick Motorsports nei prossimi due anni, caratterizzati dall’adozione dei nuovi motori 2,4 litri e del sistema ibrido, dovrebbe appoggiarsi ad una squadra preesistente, probabilmente il Carlin, che come al solito in questo periodo dell’anno sta cercando di capire le intenzioni di Max Chilton, prima di mettersi in proprio.

Ricordiamo che Paretta Autosport e Top Gun Racing sono le altre due squadre che stanno cercando di mettere insieme un programma full-time dopo i primi outing del 2021.

Piero Lonardo

Foto: IndyCar, Arrow McLaren SP, Stefan Wilson

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IndyCar – Jack Harvey approda al Rahal Letterman Lanigan

Confermato nella giornata di lunedí un altro accordo che era già da tempo nell’aria: Jack Harvey è ora un pilota del Rahal Letterman Lanigan.

Il 28enne driver britannico correrà tutta la stagione 2022 dell’indyCar Series con la DW12-Honda #45, sponsorizzata dalla Hy-Vee.

Harvey, dopo due secondi posti nell’Indy Lights Series nel 2014 e nel 2015, ha disputato le ultime cinque stagioni col Meyer Shank Racing, aiutando la squadra dell’Ohio a crescere sino a divenire una forza consistente nella serie.

Il miglior piazzamento finora il terzo posto nel GP of Indianapolis nel 2019, ultima stagione disputata part-time dall’MSR, dopodichè sono giunti undici piazzamenti da top ten nella trenta gare degli ultimi due anni.

HyVee

La #45 (nella foto, in una delle tre diverse livree con cui verrà schierata in stagione) è stata quest’anno la terza vettura del team, schierata quest’anno in nove appuntamenti a partire dalla Indy 500 ed è stata portata in pista di Santino Ferrucci, Christian Lundgaard ed Oliver Askew

I primi due sono al momento i due candidati più papabili a prendere il posto di Takuma Sato, che ha chiuso il rapporto col team al termine della stagione appena conclusa.

Altra news odierna, la nomina di Levi Jones quale direttore dell’Indy Light Series, recentemente passata sotto il diretto controllo della Penske Corporation.

A Jones, 39 anni, ex-pluricampione e poi manager USAC, il compito di promuovere e rilanciare la serie cadetta, che ricordiamo assegna una scolarship di ben 1,3 milioni di Dollari per disputare almeno quattro gare compresa la Indy 500.

Piero Lonardo

Foto: IndyCar

GroAnd

IndyCar – Buona la prima per Grosjean e Jimmie Johnson a Indy

Nella giornata di mercoledí si è svolto il primo assaggio dell’Indianapolis Motor Speedway sulle monoposto IndyCar per Romain Grosjean e Jimmie Johnson.

I due rookie 2021 sono infatti stati protagonisti del ROP, Rookie Orientation Program, prova obbligatoria per poter competere sull’ovale più famoso del pianeta.

La prova per entrambi è stata interrotta prima del compimento dell’ultima fase del test, quella per intenderci a velocità più sostenuta (15 giri ad oltre 215 mph), causa pioggia, ma entrambi potranno riprendere il discorso il prossimo aprile, nel corso dei test collettivi previsti ad Indianapolis.

Per Grosjean si è trattato della prima uscita con la tuta giallo-rossa dello sponsor della DW12-Honda #28, insieme al connazionale,  pure lui transfuga Dale Coyne, l’ingegnere di pista Olivier Boisson, il tutto sotto gli occhi attenti del boss Michael Andretti, 16 partenze alla Indy 500, e di James Hinchcliffe, pole sitter 2016.

E’ buffo” ha affermato Grosjean. “Non ero tanto veloce, ma il giro era comunque di 200 mph, che è veloce, ma non ne hai la sensazione. E vai, liscio. Puoi immaginarti un sorpasso durante la corsa, come percepirne il momento giusto.”

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Per il sette volte campione NASCAR invece i consigli di Dario Franchitti, Tony Kanaan, entrambi vincitori alla 500 Miglia, e Marcus Ericsson. Per Johnson l’IMS non rappresentava una novità assoluta, avendoci corso 18 volte con una stock car, ma occorreva sicuramente gestire la differenza di prestazioni, con le DW12 che garantiscono circa 25 mph in più al giro.

“L’unica cosa simile è la paura” ha detto JJ “Non credo faccia la differenza in che macchina sei, ma curva 1 sembra sempre di un raggio decisamente più ridotto. Sembra più difficile da affrontare di qualsiasi altra.”

Nel frattempo si è andato a concretizzare l’annuncio dell’addio di Takuma Sato al Rahal Letterman Lanigan. Il driver giapponese non correrà più insieme al team col quale ha trionfato per la seconda volta alla Indy 500, nel 2020.

A sostituire Sato dovrebbe essere Jack Harvey, anche se non è ancora stato diramato l’annuncio ufficiale, mentre il 44enne potrebbe approdare, sempre che non opti di chiudere la propria carriera, presso Dale Coyne.

Diffusi infine i calendari 2022 delle due serie propedeutiche ancora organizzate da Andersen Promotions, la Indy Pro 2000 e la USF 2000. Entrambe le serie chiuderanno a Portland il 4 settembre con un triple-header, partendo da St.Petersburg, per poi proseguire a Barber Park, IMS stradale, Lucas Oil Raceway, Road America, Mid-Ohio, Toronto e Gateway.

Ancora attesa invece per la schedule dell’Indy Lights, la cui gestione passerà dalla prossima stagione nelle mani della Penske Corporation, proprietaria dell’Indycar Series e dell’IMS.

Piero Lonardo

Foto: IndyCar, Andretti Autosport

Kirkwin

Indy Lights – A Kirkwood non sfugge il titolo a Mid-Ohio

Kyle Kirkwood è il nuovo campione dell’Indy Lights Series. I risultati del season finale della Road to Indy di Mid-Ohio hanno decretato il successo dell’alfiere dell’Andretti Autosport, il quale diventa l’unico pilota ad essersi aggiudicato tutti e tre gli step della “ladder” verso l’IndyCar, dopo i titoli ottenuti a suon di vittorie in USF2000 ed Indy Pro nel 2018 e 2019.

Il weekend di Kirwkood, che sul circuito del Midwest aveva conquistato entrambe le vittorie nel primo weekend di luglio, era cominciato alla grande con una vittoria, la decima in stagione, ad eguagliare il record del compianto Greg Moore nel lontano 1995.

Gara 1, disputata in condizioni di pista asciutta, non è stata mai in discussione con Kirkwood a dominare dalla pole position e chiudere con oltre 6” di vantaggio in una gara caution-freee nei confronti del rivale David Malukas. Nuovamente a podio dopo una lunga assenza Robert Megennis, abile a prendersi al via la terza piazza dal teammate Danial Frost.

Kirkflag

Poche quindi le possibilità per il chicagoano, asfaltato da Kirkwood nel weekend di Laguna Seca, per rimontare i 22 punti di distacco alla vigilia di gara 2.

Stamane il circuito del Midwest si è svegliato sotto una fitta pioggia, sotto la quale è stato proprio Malukas a primeggiare tra le tante uscite di strada, leader compreso, nelle qualifiche, con Kirkwood solamente P5. In gara peró sulla pista ancora bagnata Malukas ha gettato via ogni chance andando largo allo start in curva 1.

Malukas, precipitato in fondo al gruppo, condotto dal compagno di squadra Linus Lundqvist, ha rimontato sino alla seconda piazza, aiutato da un paio di Full Course Yellow propiziate da Antonio Serravalle e Manuel Sulaiman, ma a Kirkwood è bastato mantenere la posizione di partenza per aggiudicarsi il titolo ed il milione e 300mila dollari di scolarship.

Per il 22enne di Jupiter, Florida, in programma anche un posto nella serie maggiore, ancora una volta nell’Andretti Autosport, anche se non si conoscono ancora i termini dell’accordo.

Completa il podio, oltre a Lundqvist, alla terza vittoria nella serie e terzo posto finale già acquisito da tempo, e Malukas, Benjamin Pedersen, per un podio tutto HMD, a coronamento del primo titolo nella serie per il team di Brownsburg.

RasmussenwinNelle altre categorie, successi finali e relative scolarship da spendere nelle categorie maggiori per il danese Christian Rasmussen del Jay Howard Driver Development in IndyPro e del brasiliano Kiko Porto del DEForce racing in USF 2000.

Portowin

Un appunto alla regia di quest’ultimo evento, affidata incredibilmente alle sole telecamere a circuito chiuso dell’autodromo. Speriamo che la nuova gestione dell’Indy Lights Series, affidata direttamente alla Penske Corporation, porti anche al tanto atteso incremento di visibilità (e di partecipanti) che la serie merita.

Piero Lonardo

L’ordine d’arrivo di Gara 1

L’ordine d’arrivo di Gara 2

 Foto: Indy Lights Series, Indy Pro 2000, USF 2000