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IndyCar – Il Top Gun Racing si presenta

La 105ma Indy 500 si arricchisce di una nuova protagonista nelle fattezze del Top Gun Racing. La nuova compagine nasce dalla partnership tra Bill Throckmorton e Gary Trout, col primo a seguire le orme di famiglia del Grant King Racing che schierò vetture dal 1970 al 1983.

La squadra, che non si avvarrà di alcuna partnership tecnica esterna, al contrario di altri nuovi effort quali Paretta e Meyer Shank Racing, avrebbe dovuto debuttare già lo scorso anno, ma l’assenza di pubblico causa COVID ha consigliato di attendere l’edizione 2021 per poi puntare addirittura ad una partecipazione full-time all’IndyCar Series nel 2022.

Tutto ciò sicuramente grazie ad uno sponsor importante – non ancora noto – che dovrebbe fare il proprio ritorno sulle piste dopo una quarantina d’anni, e che ha permesso ai due owner di acquistare due nuovi telai Dallara e di firmare un accordo per la fornitura del motore, che pare sia (anche se qui manca la conferma ufficiale) uno Chevrolet.

TopGun

Il Top Gun Racing ha effettuato il primo outing ieri presso il World Wide Technology Raceway, con i colori mutuati dalla famosa Colt “Johnny Lightning” vincitrice con Al Unser nel 1970. Alla guida RC Enerson, che oltre alla prossima Indy 500 dovrebbe rimanere il pilota titolare anche nella prossima stagione.

Enerson, quattro apparizioni in Indycar tra il 2018 ed il 2019, porterà a 36 i piloti impegnati a qualificarsi sull’ovale dell’Indiana; 36 è anche il numero massimo di propulsori (18 Honda ed altrettanti Chevrolet) garantiti dalle due case impegnate.

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Frattanto è stata presentata oggi all’IMS la Pace-car che guiderà lo schieramento dei partenti della 105ma Indy 500, la Chevrolet Corvette Stingray Convertible in color Arctic White. La Stingray, che sarà la 18ma Corvette impegnata ad Indy, sarà anche la prima decappottabile utilizzata a tale scopo dal 2008.

Piero Lonardo

Foto: Top Gun Racing, IndyCar

IMSA Michelin Pilot Challenge

IndyCar- Il gran giorno di Wickens. Stefan Wilson ancora con Andretti a Indy. RIP Bobby Unser

Robert Wickens ha compiuto oggi un ulteriore passo nel suo difficile cammino verso il ritorno nel motorsport. Il 32enne canadese, protagonista di un violento crash a Pocono nel 2018 con la DW12-Honda del Schmidt Peterson Motorsports, ha infatti compiuto i primi giri su di una vettura da corsa sul tracciato di Mid-Ohio.

Per la precisione si è trattato di una Hyundai Veloster TCR con comandi al volante utilizzata dal Bryan Herta Autosport per Michael Johnson, con la quale l’ex protagonista del DTM ha saggiato per la prima volta dopo quasi tre anni la sensazione di poter tornare ad essere nuovamente un pilota da corsa, su di una pista che peraltro sarà teatro fra un paio di settimane del terzo round del WeatherTech SportsCar Championship e del Michelin Pilot Challenge, cui Johnson partecipa.

La determinazione di Wickens, che aveva già effettuato una breve dimostrazione su di una Acura NSX, non è mai venuta a mancare in tutti questi mesi in cui il pilota ha effettuato sei ore al giorno di riabilitazione per riaversi dalla serie di fratture a gambe e braccia, soprattutto quella spinale, sostenute in quello sfortunato agosto.

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L’IndyCar Series guarda comunque al mese di maggio, ed è di oggi l’annuncio da parte dell’Andretti Autosport dell’ingaggio di Stefan Wilson per la prossima Indy 500.

Il fratello del compianto Justin farà la sua terza apparizione al “Greatest Spectacle in Racing” dopo quelle del 2016 e del 2018 – quest’ultima proprio col team Andretti, a parziale compensazione dell’appiedamento dell’anno precedente per far spazio a Fernando Alonso – dove terminò 15mo dopo aver condotto anche tre giri della gara poi vinta da Will Power.

Bobby Unser web art

Frattanto il mondo dell’IndyCar piange la scomparsa di uno dei suoi più grandi interpreti, Bobby Unser, scomparso all’età di 87 anni. Bobby Unser vinse la Indy 500 tre volte in tre decadi, nel 1968, nel 1975 e nel 1981.

Quest’ultima vittoria, cui si riferisce la foto sopra, venne confermata dopo un lungo appello nei confronti di una penalità che concesse temporaneamente il successo a Mario Andretti. Oltre a queste, vanno annoverate 35 vittorie totali e due campionati, nel 1968 e nel 1974.

Piero Lonardo

Foto: IMSA, IndyCar

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IndyCar – O’Ward, finalmente!

Patricio O’Ward arriva finalmente alla prima meritatissima vittoria nell’IndyCar Series in Gara 2 al Texas Motor Speedway. L’alfiere dell’Arrow McLaren SP, partito dalla quarta piazzola, dopo la bellezza di cinque podi riesce a mettere la prima W sul tabellone per se stesso e per la scuderia a ben 42 anni di distanza dall’ultimo successo tra le monoposto USA, a firma Johnny Rutherford.

La corsa, che come la prima leg del doubleheader, partiva con la griglia designata dalle posizioni in campionato, con Scott Dixon davanti ad Alex Palou, Will Power e O‘Ward, ma nemmeno il tempo di transitare sotto la green flag che un crash multiplo nelle retrovie metteva fuori causa la bellezza di sei vetture, delle otto totali coinvolte.

Era Pietro Fittipaldi, alla sua seconda partenza dell’anno nella serie per Dale Coyne al posto di Romain Grosjean, ad innescare la carambola toccando Sebastien Bourdais (due su due in un weekend da dimenticare), che a sua volta tamponava Alexander Rossi. Entrambi si giravano e finivano per colpire Ed Jones, Dalton Kellett e soprattutto Conor Daly, che nel volo atterrava upside down, ramazzando con l’aeroscreen un bel po’ dell’erba a lato del banking.

Fortunatamente per il pilota di Noblesville, qui sub al Carlin per Max Chilton, nessuna conseguenza fisica, come peraltro per gli altri driver coinvolti. Dalla melée usciva miracolosamente indenne Colton Herta, mentre Tony Kanaan e James Hinchcliffe necessitavano di riparazioni ai box che li toglievano comunque dalla contention.

La gara sembrava ancora una volta destinata a terminare nelle mani di Scott Dixon – anche quest’anno una gran partenza di campionato per il sei volte campione – protetto alle spalle da Alex Palou e da un Jack Harvey sempre più positivo. Il pilota britannico dovrà però abbandonare anzitempo per un problema meccanico.

Erano però il box Penske e Josef Newgarden ad trarre il meglio della prima sosta delle quattro originariamente previste, per portarsi alle spalle del duo Ganassi. La seconda neutralizzazione della gara per detriti, intorno alla metà della percorrenza – più estesa rispetto alla corsa di sabato notte – permetteva al gruppone di rifornire in sicurezza.

Il momento decisivo della gara intorno all’incidente occorso all’altra McLaren di Felix Rosenqvist, che perdeva la posteriore destra in curva 3, chiamando nuovamente in causa la direzione gara al giro 190. Qui ancora una volta la crew diretta da Tim Cindric faceva la differenza permettendo a Newgarden di salire in testa dietro Takuma Sato.

Una volta sbarazzatosi del due volte vincitore della Indy 500, Newgarden non poteva resistere alla carica di O’Ward, che lo passava al lap 225, involandosi fino alla bandiera a scacchi.

Dietro ai due completano la top five un positivo Graham Rahal, l’inesorabile Scott Dixon e Colton Herta, risalito dalla decima piazzola.

In classifica generale, Dixon mantiene il comando su O’Ward (-22) e Palou, settimo al traguardo (-26). E’ iniziato il mese di maggio, dedicato ad Indianapolis ed il 16 si comincia col Grand Prix.

Piero Lonardo

L’ordine di arrivo

Foto:IndyCar

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IndyCar – Dixon batte cinque in Texas

Scott Dixon è un mito che continua a sorprenderci nonostante i sei titoli e le tante vittorie nell’IndyCar Series. Nella nottata italiana il campione in carica ha portato a scuola l’intero pacchetto di piloti, dominando in gara 1 al Texas Motor Speedway per la sua quinta vittoria di sempre sull’ovale di Fort Worth.

L’unica sessione di prove libere, ritardata a lungo per consentire alla pista di asciugarsi è stata guidata da un Tony Kanaan in splendida forma, di ritorno al team Ganassi sulla macchina di Jimmie Johnson, e nel corso della stessa è stato annunciato che non si sarebbero tenute le qualifiche.

Dalla griglia, ottenuta mediante il punteggio in classifica, il leader Alex Palou manteneva la leadership per appena tre giri, lasciando spazio al caposquadra. Il primo colpo di scena al lap 56, allorquando Sebastien Bourdais, risalito in P5 grazie ad un paio di sorpassi e alle prime soste, veniva toccato da dietro da Josef Newgarden, terminando a muro e procurando la prima neutralizzazione della gara.

Del primo giro collettivo dei pit ne approfittava il vincitore di St.Petersburg, Colton Herta, per portarsi alle spalle del duo di testa, mentre Newgarden veniva sanzionato ed era costretto ad accodarsi allo schieramento.

La seconda sosta delle tre programmate veniva invece gestita in modo meno ordinato, e ciò portava Felix Rosenqvist, partito dalle retrovie alle spalle dell’ex-teammate, e Scott Mclauhglin, ma la seconda ed ultima caution procurata da un James Hinchcliffe sempre più disattento, vittima dei marbles delle traiettorie alte, al giro 160, riportava lo svedese nelle posizioni di rincalzo.

Dietro Dixon era quindi proprio il connazionale ora il major contender con Pato O’Ward a fare da terzo incomodo dopo aver vinto la corsa ai box su Palou.

Gli ultimi sprazzi di gara vedono Dixon creare e mantenere ancora una volta un comodo cuscino su McLaughlin, al primo podio nella serie, e su O’Ward. Dietro Palou emerge un Graham Rahal arrembante ed in gran forma che nelle ultime fasi si sbarazza di Jack Harvey, Newgarden, e Colton Herta – quest’ultim arrestato da un problema tecnico – per un meritato quinto posto finale.

Stanotte si ripete per gara 2 alle 5.00 PM ET, pari alle 23 italiane, con la griglia di partenza ancora una volta dettata dalla classifica. Diretta in pay-per-view su DAZN.

Piero Lonardo

L’ordine di arrivo

Foto:IndyCar

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IndyCar – Colton Herta, vittoria flag to flag

Colton Herta chiude un weekend pressochè perfetto aggiudicandosi il Grand Prix of St.Petersburg, seconda prova dell’IndyCar Series 2021.

Il giovane figlio d’arte, partito dalla pole position conquistata ieri, ha condotto per tutta la gara, escluso il fisiologico primo giro di pitstop, senza manifestare alcuna debolezza, ricostruendo di volta in volta il proprio vantaggio in tutte e tre le situazioni di neutralizzazione.

Niente da fare per Josef Newgarden, alla ricerca del threepeat sulle strade della Florida dopo le vittorie nelle ultime due edizioni, che termina secondo – un risultato comunque positivo dopo il disastroso debutto di Barber Park – a poco meno di 3”.

Completa il podio Simon Pagenaud, capace di resistere alle zampate iniziali di Sebastien Bourdais, protagonista di uno start rimediato all’ultimo momento e subito a contatto proprio con i due alfieri del Team Penske. A seguire il sempre più positivo Jack Harvey, che ha avuto l’unico demerito di non riuscire a resistere a gomme alternate degradate, e l’inesorabile Scott Dixon, il migliore della pattuglia Ganassi che ha avuto in Jimmie Johnson il protagonista negativo della gara.

Ancora in evidenti difficoltà il sette volte campione NASCAR, protagonista di ben due delle tre Full Course Yellow, incapace di riavviare la sua DW12-Honda dopo il dritto in curva 13 al lap 18. Il vincitore di Barber Park, Alex Palou, non è invece andato oltre la 17ma piazza dopo aver navigato per quasi tutta la gara all’interno della top ten.

Alexander Rossi dal canto suo non riesce a scrollarsi di dosso una scimmia che lo perseguita dall’inizio del 2020. Questa volta è stato fatto fuori da Graham Rahal, che lo ha stampato all’esterno di curva 4 nella lotta per la sesta piazza, rimediando una foratura che lo ha posto fuori dai giochi.

Altri contatti notevoli per un altro ex-polesitter di St.Pete, Takuma Sato, partito quindicesimo e terminato in P6, ai danni di uno spento James Hinchcliffe. Dietro il vincitore dell’ultima Indy 500, altri due driver protagonisti di altrettante rimonte, Marcus Ericsson e Will Power, poi un altro giovane rampante, Rinus VeeKay, la cui gara contrasta con quella di Pato O’Ward.

Il messicanino è stato in lotta perlopiù con la sua Arrow McLaren, in difficoltà già dal via con le gomme prime già utilizzate inspiegabilmente ieri nella Top Six, ma poi anche con le alternate. Colpo di grazie il contatto tra Ed Jones ed Hinchcliffe in cui è stato coinvolto a 20 giri dalla fine che lo ha costretto ad una sosta extra.

Non ci sono più parole infine per descrivere il cuore immenso di Bourdais, decimo al traguardo nella “sua” St.Pete, per metà gara a difendere la P5, costretto a cedere due posizioni nelle ultime tornate per andare a chiudere la top ten.

In classifica generale, è ancora Alex Palou a condurre con 67 punti, ma a due sole lunghezze, grazie ai piazzamenti fin qui ottenuti, ecco i “vecchietti” terribili Scott Dixon e Will Power; segue il vincitore odierno a quota 62.

La serrata schedule IndyCar riporterà in pista le monoposto più veloci del pianeta già il prossimo weekend, per il doubleheader del Texas Speedway, l’1-2 maggio.

Piero Lonardo

L’ordine di arrivo

Foto: IndyCar

Herta

IndyCar – Herta risorge nelle qualifiche di St.Petersburg

Sarà Colton Herta a partire dalla pole position nella seconda gara stagionale dell’IndyCar Series sulle strade di St.Petersburg.

Il giovane portacolori del team Andretti, reduce dalla carambola del primo giro di Barber Park, ha inanellato una progressione che lo ha portato dal secondo posto nel primo gruppo del Q1 fino a dominare la Top Twelve col miglior tempo della sessione, 1.00.2207, e poi la Fast Six, precedendo di due decimi e mezzo Jack Harvey, sorpresa di queste qualifiche.

Herta, alla quinta pole di sempre, si era piazzato nella top five in entrambe le sessioni di prove libere, che erano state dominate da Josef Newgarden. Il vincitore delle ultime due edizioni della gara nel turno di stamane aveva peraltro segnato il best crono del weekend, 1.00.0622, ma dovrà accontentarsi della terza piazzola al fianco di Simon Pagenaud, che sfoggia per l’occasione una livrea dorata tra le più belle viste negli ultimi anni.

Pagenaud

Chiudono le prime tre file un altro esperto delle strade di St.Pete, Sebastien Bourdais, in continua ascesa con la monoposto del Team Foyt, ed il polesitter di Barber Park, Pato O’Ward, che inspiegabilmente ha utilizzato gomme prime per tutto il Q3.

Tra i delusi spicca sicuramente Will Power, che partirà dalla terz’ultima fila. Il nove volte polesitter del cittadino non è infatti andato oltre il nono tempo nel secondo gruppo del Q1, girandosi nell’effort finale. L’australiano può però consolarsi con la firma di un ulteriore contratto pluriennale col Team Penske.

Non bene nemmeno Alexander Rossi, il migliore nel primo turno proprio davanti ad Herta, che si dovrà accontentare dell’undicesima piazzola dietro al vincitore della settimana scorsa, Alex Palou.

Anche Rinus VeeKay ha di che recriminare, per aver fallito di un soffio la Top Six nonostante una vettura a suo dire perfetta. Ricordiamo che l’olandese vinse qui una delle due gare nel debutto in Indy Lights nel 2018.

Non fa notizia infine l’ultima fila di Jimmie Johnson in coabitazione con Daton Kellett.

Da segnalare inoltre il curioso incidente occorso nel primo turno di qualifica, ritardato di circa un quarto d’ora per un problema al sistema di cronometraggio, misteriosamente inchiodato ai tempi di Barber Park.

Domani il Grand Prix of St.Petersburg partirà alle 12.00 PM ET, pari alle 18 italiane. In primissima mattinata il warm-up, alle 9.05 AM ET.

Piero Lonardo

I risultati delle Libere 1

I risultati delle Libere 2

I risultati delle Qualifiche

Foto: IndyCar

 

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IndyCar- La Indy 500 avrà il pubblico!

Come promesso durante lo sfortunato 2020 dal nuovo proprietario dell’Indianapolis Motor Speedway, Roger Penske, la 105ma edizione della Indy 500 sarà al cospetto del pubblico.

Ancorchè si tratterà di una capienza ridotta al 40%, pari comunque a ben 135.000 fans, stiamo parlando di una notizia che non ha precedenti nel recente vissuto del motorsport e dello sport mondiale in generale, martoriati dal COVID

Ovviamente dovranno essere seguiti i noti protocolli di sicurezza (mascherine, controlli di temperatura, distanziamento) e verranno venduti biglietti per i soli posti a sedere (la cosiddetta General Admission garantiva l’accesso al circuito ed a postazioni non numerate, che verranno chiuse), ma, a parte la cancellazione dei concerti previsti lungo il weekend di gara, il programma si svolgerà regolarmente.

“I nostri fans significano tutto per noi e non vediamo l’ora di accoglierli nuovamente per la Indy 500 di quest’anno” ha affermato il Presidente dell’Indianapolis Motor Speedway J. Douglas Boles. “la città e lo stato hanno lavorato con noi per identificare le appropriate misure di sicurezza affinchè potessimo accogliere un pubblico limitato ma entusiasta. la salute e la sicurezza di coloro che raggiungeranno l’IMS, così come lo stato dell’Indiana, sono state sono stati fondamentali in questo processo.”

“La prima cosa che i fans possono fare per assicurare un grande Race Day è di essere vaccinati prima possibile” ha invece dichiarato il Presidente e CEO della Penske Entertainment Mark Miles. “Noi continueremo ad offrire vaccinazioni all’IMS ed estenderemo l’operato della nostra clinica per la vaccinazione di massa per tutto li mese di maggio. Questo fa tutto parte dell’effort per rimettere l’Indiana “back on track”.

L’Indianapolis Motor Speedway è stato infatti fin qui utilizzato come centro di vaccinazione di massa, e l’IMS e l’IndyCar Series nei prossimi giorni sveleranno una campagna per invogliare gli spettatori ed i residenti a vaccinarsi.

“Il vaccino contro il COVID-19 è il miglior strumento che abbiamo per farci tornare alle attività che amiamo e che ci sono mancate durante lo scorso anno, e ogni giorno sempre più membri della nostra collettività stanno ricevendo la protezione salvavita che offre, grazie anche ad amici della comunità quali Roger Penske e l’Indianapolis Motor Speedway.” Ha affermato il Dr. Virginia Caine, direttore dello staff medico del Dipartimento della Salute della Contea di Marion. “La nostra percentuale di vaccinazione, combinata con la natura all’aperto dell’evento, renderà possibile agli spettatori di tornare in questa “sacro” luogo per la Indy 500. Siamo grati al team dell’IMS per la collaborazione durante tutto questo processo di pianificazione ed apprezziamo il loro lavoro per assicurare che i vaccini raggiungano i nostri vicini. Io continuerò ad invitare chiunque nella nostra comunità abbia almeno 16 anni a visitare il nostro sito ourshot.in.gov o a chiamare il 2-1-1 per mettersi in lista per il vaccino.“

Il redattore qui presente non desidera aggiungere altro commento se non un “buona Indy 500 a tutti”.

Nel frattempo l’IndyCar Series dopo l’avvincente debutto stagionale di Barber Park, si prepara alla sua seconda gara sulle strade di St.Petersburg, protagoniste le medesime 24 vetture e piloti del season opener. L’azione in pista comincerà alle 4.15 PM ET di venerdì 23 aprile con le prime libere. Anche in questo caso si tratterà di un evento aperto al pubblico, ancorchè a capacità limitata a 20.000 spettatori.

Piero Lonardo

 

Foto: IndyCar

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IndyCar – Palou trionfa con la strategia giusta a Barber Park

Prima vittoria nell’IndyCar Series per Alex Palou nel season opener di Barber Park, Alabama. Il team Ganassi ha infatti coadiuvato al meglio il 24enne catalano gestendo una strategia a due sole soste che alla fine ha portato al risultato grosso.

Insieme a Palou, a podio anche Will Power e Scott Dixon, entrambi sulla stessa strategia, mentre è delusione per Pato O’Ward, che come Alexander Rossi aveva optato per le tre soste, solo quarto al traguardo a 4” dal leader.

O’Ward, partito dalla pole, ha gestito al meglio Rossi nelle prime fasi di gara, che sono state segnate da una carambola innescata da Josef Newgarden, vincitore qui tre volte, il quale ha perso il controllo della vettura nel corso del primo giro, innescando una carambola che vedeva coinvolti Ryan Hunter-Reay, Felix Rosenqvist, Colton Herta e Max Chilton.

Tra questi solo Newgarden ed Hunter-Reay erano costretti al ritiro definitivo, mentre tutti gli altri piloti venivano via via rimessi in pista, anche se con distacchi di diversi giri.

Della situazione ne approfittavano fra gli altri Sebastien Bourdais, Rinus VeeKay e Graham Rahal, che utilizzavano il periodo di Full Course Yellow per liberarsi prima possibile delle gomme red, evidentemente meno stabili quest’oggi sulla pista del sud.

Termineranno nell’ordine dietro il quartetto di testa, precedendo a loro volta Marcus Ericsson ed Alexander Rossi. Chiude la top ten il miglior deb odierno, Romain Grosjean. Riguardo gli altri due rookie,. P14 per Scott McLaughlin e P19 a tre giri per Jimmie Johnson, autore di un testacoda nelle fasi iniziali che ha generato la seconda ed ultima Full Course Yellow della giornata.

L’IndyCar Series ritornerà già la prossima settimana per il GP of St.Petersburg.

P.S.: Si ringrazia DAZN per aver lasciato il commento originale, senza volersi inerpicare in improvvisati tentativi in lingua italiana. Speriamo continuino così.

Piero Lonardo

L’ordine di arrivo

Foto: IndyCar

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IndyCar – O’Ward dominatore delle qualifiche a Barber Park

Sarà Patricio O’Ward a partire dalla pole position nel season opener IndyCar di Barber Park, Alabama. Il giovane messicano dell’Arrow McLaren SP ha dominato tutti e tre i turni, portandosi a casa la seconda partenza al palo in carriera dopo il round 2 di Road America dello scorso anno.

I due turni di libere avevano visto emergere il neoacquisto del Team Ganassi, Alex Palou, ed Alexander Rossi rispettivamente, ed il catalano ha primeggiato nella prima batteria del Q1, nella quale uscivano grossi Calibri quali Simon Pagenaud, Ryan Hunter-Reay e l’ultimo vincitore della gara, nel 2019, Takuma Sato.

Nella seconda tornata invece un crash nel primo giro buono da parte di James Hinchcliffe in T5 lasciava solo 5’ di pista libera, e a sorpresa dietro al messicano si infilava Romain Grosjean, al debutto col Dale Coyne Racing. Una ulteriore uscita di strada da parte della seconda McLaren di Felix Rosenqvist negli ultimi secondi e la conseguente squalifica, ancorchè in assenza di interruzione, permetteva a Colton Herta di avanzare fra i primi dodici.

Nel Q2 O’Ward fissava la migliore prestazione del weekend con 1.05.5019 e nell’ultimo turno si appropriava della pole con un giro singolo di appena 7 centesimi meglio di Rossi, che lo affiancherà in prima fila. Seconda per Palou e Will Power, unica Penske nella Top Six. L’ottima prestazione del Team Ganassi si completa con il campione in carica Scott Dixon e Marcus Ericsson in terza fila.

Lo start della gara alle 3.30 PM ET di domenica 18 aprile, vale a dire alle 21.30 italiane. Telecronaca su DAZN, incrociando debitamente le dita sulla qualità del commento.

Piero Lonardo

I risultati delle Libere 1

I risultati delle Libere 2

I risultati delle Qualifiche

Foto: IndyCar

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IndyCar – Finalmente si riparte da Barber Park, col pubblico!

Dopo due anni le monoposto dell’IndyCar Series ritornano a calcare la pista di Barber Park per il season opener 2021. Quest’ultima off-season, contrariamente allo scorso anno, non è stata caratterizzata da una serie di spostamenti causa COVID, e anzi il circuito dell’Alabama, dopo la cancellazione della gara del 2020, si appresta a ricevere nuovamente il pubblico, anche se saranno ancora in vigore mascherine e distanziamento sociale.

Sono 24 le monoposto iscritte a questo primo appuntamento, con solamente tre rookies, e nessuno di primissimo pelo, quali Scott McLaughlin, che ha comunque già disputato la finale 2020 di St.Petersburg col Team Penske, il veterano 44enne della NASCAR Jimmie Johnson, e quel Romain Grosjean colpo dell’anno del Dale Coyne Racing.

Alcuni media hanno posto in evidenza l’età avanzata di gran parte dei driver più popolari della serie, a partire dal sei volte campione Scott Dixon, ma anche dei vari Sebastien Bourdais, Will Power, Ed Carpenter, Ryan Hunter-Reay, Takuma Sato, tutti accreditati di un programma completo, cui si aggiungono Helio Castroneves, Tony Kanaan e Juan Pablo Montoya, tutti “richiamati alle armi” per la Indy 500 o per più gare, e tutti già entrati da tempo nei fatidici “anta”.

Aldilà delle indiscusse capacità di guida, ma anche mediatiche, aspetto quest’ultimo importantissimo negli States, di questi campioni, è evidente la carenza nel ricambio generazionale, che continua a faticare a provenire dalle serie propedeutiche della Road to Indy.

Per tre giovani sicuri talenti quali Colton Herta, Pato O’Ward -  rispettivamente terzo e quarto classificato della stagione 2020 – e Rinus VeeKay, ultimo Rookie of the year, la serie ha perso per strada alcuni dei protagonisti della filiera Indy dell’ultimo decennio quali Oliver Askew, Zach Veach, Kyle Kaiser, Spencer Pigot, Gabby Chaves e Tristan Vautier.

Questo divario generazionale, che volendo spaccare il capello in quattro, inizia ad investire anche la tanto decantata (e ricca) F1, non pregiudica certamente lo spettacolo in pista, sempre di altissimo livello, così come non lo inficia la monoposto unica, varata nel 2012, ma ulteriormente affinata, anche di recente per quanto riguarda i superspeedway, soprattutto in funzione della gara clou, la 105ma Indy 500.

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In dettaglio, un nuovo fondo vettura permetterà una diminuzione del carico aerodinamico all’anteriore, garantendo pertanto una maggiore possibilità di sorpasso.

L’IndyCar Series, con questo mix eterogeneo di situazioni, cercherà di mantenere anche quest’anno un livello top di spettacolarità, a partire dalle 11.00 AM locali di sabato 17 aprile con le prime libere di Barber Park. Qualifiche a partire dalle 5.55 PM sempre di sabato, con robusta minaccia di pioggia, e gara, della durata di 90 giri, dalle 3.00 PM di domenica 18 aprile. Al momento in cui scriviamo nessuna rete televisiva nostrana, free o a pagamento, ha in programma di trasmettere l’evento.

UPDATE: Arrivata poco fa la conferma di ulteriori partnership televisive, tra cui DAZN per l’Italia. Staremo a vedere con particolare  attenzione come verranno trattate quest’anno le monoposto più veloci del pianeta….

Piero Lonardo

L’entry list di Barber Park

Foto: IndyCar