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IndyCar – McLaughlin si conferma re di Barber Park

Scott McLaughlin si aggiudica il terzo appuntamento valido per l’IndyCar Series 2024, bissando il successo dello scorso anno a Barber Park. Le differenti strategie, rese fluide dalle quattro Full Course Yellow, non hanno influito sul risultato finale a favore del pilota della DW12-Chevy #3, al top sin dalle qualifiche di ieri. A podio anche Will Power e Linus Lundqvist, al primo podio in carriera. Luca Ghiotto chiude in P21 al debutto.

La partenza vedeva rispettate le posizioni di testa, ma in fondo al gruppo Rinus VeeKay, partito dal fondo dello schieramento, toccava Sting Ray Robb che a sua volta innescava i testacoda di Jack Harvey e Kyffin Simpson. Inevitabile il drive-through per il pilota olandese, ma poco dopo un altro dei protagonisti annunciati, il vincitore di St.Petersburg, Pato O’Ward, si girava nell’insidiosa curva 5 e precipitava come peralrro Colton Herta, forse un po’ troppo aggressivo con Santino Ferrucci.

Non mancava comunque molto alla prima neutralizzazione, provocata proprio da O’Ward, il quale spingeva Pietro Fittipaldi nelle gomme a protezione di curva 2, meritandosi anch’egli un passaggio extra ai box.

Nella scelta fra le strategie a due o tre soste si introduceva quindi una nuova variabile, di cui approfittavano in diversi, tra cui Lundqvist, Ferrucci e VeeKay. Frattanto davanti, una volta reistituito il regime di corsa libera, Power andava lungo lasciando spazio a Lundgaard, che si installava alle spalle del polesitter.

Il danese era il primo dei presunti three-stoppers ad affacciarsi in pitlane al lap 25, e dietro al trio di testa si consolidava la posizione di Alex Palou.

La gara di Alexander Rossi si chiudeva al lap 44 per una ruota mal fissata al pit, che chiamava in causa la Safety Car per la seconda volta; l’occasione permetteva ai primi di rifornire per la seconda volta, ancorchè leggermente in anticipo sui piani, e al restart i due alfieri del Team Penske tornavano al comando, scambiandosi anche temporaneamente le posizioni.

Ma al lap 52 accade una delle situazioni più particolari mai viste in un circuito, con un manichino che si stacca da un sovrapasso e precipita in pista, fortunatamente senza causare danni a macchine e piloti!

Solo tre tornate dopo peró l’uscita di strada di Sting Ray Robb, fuori in T1 con lo sterzo rotto, probabilmente a causa del contatto in partenza, provoca la terza neutralizzazione, costringendo tutti coloro che non avevano ancora rifornito ad anticipare di molto il pit. Palou, il migliore dei two-stoppers, si trovava ora a dover affrontare 35 giri con le black.

Decisivo il forcing da parte dei primi, che una volta effettuata la loro terza sosta in regime di corsa libera al lap76, riuscivano ad uscire davanti al campione in carica. Il protagonista delle fasi finali era però Lundqvist, che grazie ad un set di alternate fresche, si faceva largo facendo fuori Rosenqvist e Palou, appropriandosi del gradino basso del podio.

Il polesitter di St.Pete approfittava delle ultimissime fasi di gara e del restart susseguente al testacoda di Christian Rasmussen in curva 1 per passare Palou e chiudere in quarta posizione. Nota di merito per Santino Ferrucci, che porta la DW12 #14 del Team Foyt in settima posizione al termine di una gara tutta d’attacco. Il nostro Luca Ghiotto dal canto suo chiude il suo debutto mantenendo la P21 di partenza.

Il disastro Arrow McLaren si completava col contatto nel finale fra O’Ward e Pourchaire. Male in questa giornata anche Scott Dixon e Josef Newgarden, rispettivamente 15mo e 16mo, autori di una gara piena di errori, col vincitore della più recente Indy 500 graziato più volte dalla direzione gara, come peraltro Herta , ottavo e migliore dell’Andretti Global.

In classifica generale, proprio Herta passa al comando con 101 punti contro i 100 di Power, i 98 di Palou ed i 94 di Dixon. L’IndyCar Series tornerà fra due settimane col Sonsio GP of Indianapolis.

Piero Lonardo

Foto: NTT IndyCar Series

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