Alex Palou domina il Detroit Grand Prix e prende il largo in classifica generale. Il driver del Team Ganassi ha dominato il nuovo tracciato, disegnato fra i muretti angusti della Motor City, riuscendo anche a superare un suo stesso errore che lo ha portato in emergency mode al restart del giro 56.
Will Power, risalito dalla settima piazzola, è stato abile ad approfittare della defaillance della DW12-Honda #10, portandosi al comando. La situazione è stata ripristinata in pista dopo appena 9 giri, ed il successivo giro di pitstop non ha cambiato le carte in tavola.
Chi in seguito si è alternato al comando, Alexander Rossi, Josef Newgarden, Kyle Kirkwood il quale sembrava già out dopo la tamponata al primo giro da parte di Callum Ilott, e Marcus Ericsson, ha solamente atteso la propria sosta in assenza di interruzioni per lasciare infine Palou riprendersi la leadership che ha mantenuto sino alla bandiera a scacchi nonostante una fase finale concitata.
Se infatti i primi 82 giri dopo lo start non avevano visto che l’errore di un furioso Pato O’Ward ed il lungo di Sting Ray Robb, il finale ha visto cadere uno ad uno diversi contender, primo fra tutti Romain Grosjean, a muro nell’insidiosa turn 4, il quale innescava il consueto rito di “caution chiama caution” di cui hanno fatto le spese anche Christian Lundgaard e Rinus VeeKay.
Nello shootout finale di 5 giri Palou non ha avuto problemi nel gestire Power, che alla fine riconquistava la piazza d’onore dopo le “attenzioni” di Scott Dixon che permettevano a Rossi di prendere ben tre posizioni in una curva, mentre Felix Rosenqvist dopo la sfortunata Indy 500 completava la rimonta a podio superando anche lo stesso Dixon, dopo aver avuto in precedenza la meglio (con le cattive) sul teammate Rossi.
Ottima viste le premesse iniziali la sesta piazza di Kirkwood, ancora una volta il solo driver concreto dell’Andretti Autosport, mentre la top ten si completa con Scott McLaughlin, i due Marcus, Armstrong ed Ericsson, e Newgarden.
In classifica, Palou conduce con la bellezza di 51 lunghezze su Ericsson e 70 sul trionfatore di Indianapolis.
L’IndyCar Series, che quest’anno “presterà” alla 24 Ore di Le Mans i soli Scott Dixon e Simon Pagenaud, tornerà fra due settimane a Road America prima del tour de force estivo.
Piero Lonardo
Foto: IndyCar Series