Archivi tag: Dale Coyne Racing

Herta

IndyCar – Herta (e Palou) contro la F1!

Non vogliamo farvi fuorviare dal titolo ma, se come la maggior parte degli appassionati di motorsport avete seguito le recenti vicende del mercato F1, saprete che Colton Herta ne è diventato l’oggetto del desiderio.

Oggetto alquanto scomodo a quanto pare, perchè al reale interesse di Red Bull (via Alpha Tauri), non corrisponderebbe altrettanto “affetto” da parte di altri team principal, e soprattutto della FIA, che starebbe ponendo non pochi ostacoli all’ottenimento della cosiddetta “Superlicenza” necessaria all’ingresso nel massimo campionato mondiale monoposto da essi organizzato.

Incredibile che il talento californiano, sette volte vincitore di gare IndyCar, debba sottostare a chissà quale attestazione, al contrario di un Latifi qualsiasi, ma tant’è.

Il vero problema peró risiede altrove, soprattutto nell’impudenza con la quale un giovane e sicuro prospetto di un Paese che da quasi 50 anni attende l’erede dei vari Mario Andretti, Revson, Donohue, Phil Hill nella massima formula debba provenire da un mondo “esterno” alla FIA e alla sua filiera interna di monoposto, composta di serie (F4, F3, F2) che si ripetono senza mai sfornare quel “crack” capace di vincere gare e titoli, se non addirittura essere irriverentemente parcheggiato per intere stagioni quale terzo pilota senza reali prospettive.

Alla fine crediamo che l’ingerenza di Helmut Marko, aiutata non poco dalla famiglia Andretti, che non ha posto veti nè al recente test McLaren, nè ne porrà ad un eventuale trasferimento in F1 già dalla prossima stagione nonostante un ulteriore anno di contratto, avrà la meglio. Domenicali e c. dovranno necessariamente fare pace con la propria coscienza se vogliono continuare ad appassionare il popolo a stelle e strisce, aldilà delle serie televisive, e riscuotere cosí i pingui introiti dalle ben tre venues previste dal 2023 sul suolo USA.

La cosa piú divertente è che Herta potrebbe non arrivare da solo, bensí portarsi dietro un altro giovane di talento, quell’Alex Palou campione IndyCar (ancora per una settimana) in carica. La querelle McLaren/Ganassi per l’ingaggio del catalano potrebbe infatti risolversi a sorpresa con l’ingaggio per una delle due Haas F1, dove potrebbero essere giubilati uno o entrambi i titolari Kevin Magnussen e Mick Schumacher.

Dispiace per Pato O’Ward, che ha inconsapevolmente dato il “la” a questo movimento col suo test in McLaren, senza peró riuscire a concretizzare un ingaggio; almeno per il momento, dato che il connazionale Checo Perez al termine del suo contratto con Red Bull, a fine 2024, avrà 34 anni e chissà se per quell’anno l’establishment F1 non vorrà mantenere un pilota messicano nella cosiddetta massima formula.

Comunque vada a finire, l’umile IndyCar ancora una volta avrà spianato la strada alla ricca e potente F1, che continua ad attingere in sordina dalle esperienze delle monoposto più veloci del pianeta per migliorare il proprio spettacolo. Nel frattempo, godiamoci nel weekend l’ennesimo arrivo in volata della serie.

Piero Lonardo

Foto: IndyCar

McL_cockpit

IndyCar – McLaughlin, vittoria dominante a Portland, rimescola le carte

Scott McLaughlin non ci sta ad essere considerato la terza forza del Team Penske, e si impone al Portland International Raceway nel penultimo atto dell’IndyCar Series 2022.

Coadiuvato da una strategia perfetta, McLaughlin ha dominato dall’inizio alla fine, sin dalla fatidica prima curva, in cui le 25 DW-12 in gara sono transitate incredibilmente illese.

La scelta delle gomme iniziali è stata importante ma non decisiva, come dimostrerà la classifica finale, ma ha sicuramente influenzato le prime fasi di gara, con le primary mai effettivamente in condizioni di agire al meglio, al contrario delle alternate.

Cosí dietro al polesitter si accodava Christian Lundgaard, subito davanti a Will Power,  poi Pato O’Ward, Alex Palou e David Malukas. Tra i sette contender, Josef Newgarden, subito dietro due posizioni, ha scelto le black, cosí come O’Ward che invece ne guadagnava una.

Anche Scott Dixon e Marcus Ericsson, protagonisti di una qualifica non ottimale, hanno optato per le primary ma con esiti alterni, visto che il sei volte campione schizzava avanti tre posizioni ed era uno dei primi a montare le rosse, e proprio grazie alle disgraziate qualifiche poteva contare su un treno nuovo in più, mentre il vincitore dell’ultima Indy 500 arrancava nelle retrovie ed optava invece per chiudere il turno dei pit in attesa di una neutralizzazione che peró non arrivava.

Dopo la prima sosta Power si riportava in seconda posizione su Lundgaard, mentre Newgarden poteva finalmente iniziare la sua risalita e si portava in P5 alle spalle di O’Ward, e alla metà gara chiudeva anche sullo svedese dell’RLL. Un altro dei contender, Alex Palou, vincitore qui lo scorso anno, scivolava frattanto fuori della top ten, costretto a disputare la seconda metà di gara sulle black in funzione di una qualifica migliore.

Lundgaard perderà ulteriore terreno alla terza sosta, stallando la sua DW12-Honda, mentre Conor Daly chiuderà anzitempo la sua gara con la frizione ko dopo che gli ultimi due pit sono terminati con un principio di incendio e l’azionamento automatico dell’estintore.

Al lap 83 di 110 il momento decisivo, allorquando Rinus VeeKay sbatteva a muro all’esterno di curva 1 l’incolpevole Jimmie Johnson, doppiato. La prima ed unica Full Course Yellow della gara riavvicinava i contender, ed al restart O’Ward tentava il tutto per tutto su Power per la P2, senza riuscirci ed anzi rimediando danni alla fiancata posteriore sinistra. Era invece Scott Dixon a trarre ancora una volta il meglio, catapultandosi in quarta posizione e poi costringendo il messicano a cedere il gradino basso del podio dopo un’azione di blocking.

Alla bandiera a scacchi McLaughlin chiudeva con poco più di 1” di vantaggio sui due contender. O’Ward riuscirà a mantenere la quarta piazza su un redivivo Graham Rahal, mentre Newgarden cederà sulle black altre due posizioni a Colton Herta ed Alexander Rossi, chiudendo ottavo. Lundgaard dal canto suo nel duello con Rossi terminerà su uno dei cartelloni posti in curva 1, rovinando una gara da top five.

Ad una settimana dal season finale di Laguna Seca che il prossimo weekend deciderà il campione IndyCar, Alex Palou e Pato O’Ward sono ora out of contention, mentre Power conduce in classifica con 20 punti di vantaggio su Newgarden e Dixon, 39 su Ericsson, oggi P11, e 41 sul vincitore odierno, tutti matematicamente ancora in grado di conquistare la corona 2022.

Piero Lonardo

Foto: IndyCar

L’ordine di arrivo

Pede

Indy Lights – La prima di Pedersen a Portland

Benjamin Pedersen dopo la bellezza di ben cinque secondi posti riesce ad aggiudicarsi la sua prima gara della carriera in Indy Lights al Portland International Raceway.

Il danese di Seattle è uscito indenne insieme al resto del gruppo delle IL-15 dalla temutissima curva 1 dalla sua prima pole position conquistata ieri, seguito da Danial Frost, Christian Rasmussen e da un Matthew Brabham risalito dalla sesta piazzola, determinato a non chiudere anticipatamente i giochi in classifica generale su Linus Lundqvist.

La prima neutralizzazione però era distante appena qualche curva, a causa del contatto fra Christian Bogle e Flinn Lazier, figlio del vincitore della Indy 500 1996, al debutto sulla monoposto #15 dell’Abel Motorsports. Entrambi terminavano di fatto la gara in quel frangente nonostante i tentativi di rimettere in gara Bogle da parte del box HMD.

La gara ripartiva al lap 6 ma la lotta per la seconda piazza fra Frost, Rasmussen e Brabham terminava con un contatto in curva 11 fra i primi due, in cui il danese riusciva a tagliare nella via di fuga, mentre Frost aveva la peggio, terminando rovinosamente nelle gomme a protezione del tracciato.

Brabham si ritrovava cosí in seconda posizione alle spalle di Pedersen, mentre Rasmussen era costretto a risalire dal fondo, con il capolista Lundqvist solido terzo.

Gli ultimi brividi, dietro un Pedersen inavvicinabile, li fornivano Jacob Abel ed Hunter McElrea, in lotta ravvicinata per la quarta piazza, ed Ernie Francis Jr., Sting Ray Robb ed il solito Rasmussen per la sesta.

Mentre le posizioni dietro il podio rimarranno immutate, Robb e Rasmussen riusciranno ad impossessarsi della sesta e della settima piazza al termine di un lungo duello.

L’Indy Lights Series chiuderà la stagione il 10-11 settembre prossimo con un doubleheader al WeatherTech Raceway di Laguna Seca. A Lundqvist sostanzialmente basterà prendere il via in gara 1 per aggiudicarsi matematicamente il titolo 2022.

A Portland sono stati incoronati inoltre i campioni delle altre due categorie della Road to Indy: Michael d’Orlando del Velocity Racing Development si è aggiudicato il titolo della USF2000, mentre il titolo della Indy Pro 2000 è andato al britannico Louis Foster per i colori dell’Exclusive Autosport mentre il titolo a squadre va al Juncos Hollinger Racing.

Piero Lonardo

I risultati delle Qualifiche

L’ordine di arrivo

Foto: Indy Lights

McL

IndyCar – McLaughlin-pole si rilancia a Portland

Team Penske ha tratto il meglio dai test privati della scorsa settimana a Portland e piazza Scott McLaughlin in pole position nel penultimo appuntamento stagionale dell’IndyCar Series davanti ai compagni di squadra Josef Newgarden e Will Power.

Il trio era già stato protagonista delle libere-2, dove Newgarden, che ricordiamo dovrà scontare 6 posizioni in griglia per aver sostituito il quinto motore Chevy, ha preceduto Power e McLaughlin.

Il neozelandese, alla terza partenza al palo dopo St.Petersburg e Nashville, ha fissato i cronometri sul 58.2349, ma la migliore prestazione del weekend va a Christian Lundgaard nel gruppo 2 del Q1. Il danese finirà per conquistare ancora una volta la Firestone Fast Six, classificandosi immediatamente dietro le tre Penske e davanti ad Alex Palou e Pato O’Ward.

Gli unici due dei sette contender accreditati a non entrare tra i primi sei sono stati Scott Dixon e Marcus Ericsson, fuori alla prima scrematura, e che partiranno in ottava e nona fila.

La sessione, cosí come le libere precedenti, non ha visto interruzioni nonostante le perplessità sulla rinnovata curva 1, che ha rischiato di segnare le qualifiche di Colton Herta, vittima di un contatto col rail nel Q1. La crew dell’Andretti Autosport ha rimediato, permettendo al futuribile driver Alpha Tauri F1 di qualificarsi per il turno successivo, dove ha sfiorato il taglio.

A seguire un’ultima mezz’ora di libere alle 7.15 PM ET prima dello start del Grand Prix of Portland alle 3.30 PM di domani, vale a dire le 21.30 italiane, godibile in diretta pay-tv sui canali Sky.

Piero Lonardo

Foto: IndyCar

I risultati delle Qualifiche

I risultati delle Libere 2

Newg_por

IndyCar – Newgarden davanti a Portland, ma sconterà 6 posizioni

Disputate nella tarda serata italiana di ieri le prime libere sul circuito di Portland, sede del penultimo round dell’IndyCar Series 2022.

Sull’iconico tracciato dell’Oregon è stato Josef Newgarden alla fine a primeggiare col tempo di 58.5769, davanti al sempre più consistente David Malukas.

In generale, i Team Penske ed Andretti hanno tratto vantaggio dai test privati della scorsa settimana, con Scott McLaughlin terzo a precedere Alexander Rossi e Colton Herta. Will Power, leader della classifica, ha terminato in P10 mentre Romain Grosjean ha sofferto di problemi tecnici apparentemente legati alla frizione, ed è rimasto ai box per gran parte della sessione, che è stata interrotta a causa di un incidente senza precedenti.

Signal

Vittima della situazione uno dei megaschermi, di cui uno dei piloni di sostegno ha ceduto, appoggiandosi su un fianco. Dopo diversi tentativi e circa 80’ di red flag, la struttura è stata rimessa in sicurezza e si è potuto continuare con circa 53’ a disposizione.

Ma questa non è stata l’unica interruzione della sessione, che ha visto protagonisti di uscite di strada Helio Castroneves, Takuma Sato e soprattutto Pato O’Ward, fermo in curva 5. Il messicano, che ricordiamo è uno dei sette contender al titolo, ha compiuto appena 17 tornate.

Il programma prosegue oggi con le libere 2 e le qualifiche, rispettivamente alle 2.15 PM ET ed alle 3.05 PM ET, vale a dire le 21.05 italiane. Le libere finali, che sostituiscono il warm-up, chiuderanno la giornata alle 7.15 PM ET.

Non sarà comunque un weekend semplice per il capofila odierno, che sa già di dover scontare sei posizioni in griglia per aver dovuto utilizzare il quinto motore Chevy. Identica penalità anche per Dalton Kellett.

Le libere potranno essere godute gratuitamente sul canale IndyCar Live! https://www.indycar.com/ways-to-watch/stream, mentre per le qualifiche l’appuntamento è come sempre sui canali Sky.

Piero Lonardo

Foto: IndyCar, utente twitter

I risultati delle Libere 1

Power_Portlando

IndyCar – Power e Palou al top negli ultimi test prima dello sprint finale

In previsione degli ultimi due appuntamenti dell’IndyCar Series 2022, diversi piloti si sono divisi nei giorni scorsi tra il Portland International Raceway ed il WeatherTech Raceway di Laguna Seca per l’ultima giornata a disposizione di test privati.

Lo scorso anno il test sul circuito dell’Oregon è stato decisivo per la conquista del titolo da parte di Alex Palou, ed il Team Penske, insieme all’Andretti Autosport ed al Team Foyt, ha optato per l’obiettivo più ravvicinato.

Will Power ha terminato al top nella lista dei tempi in una giornata caratterizzata da diverse escursioni fuori pista, compreso un crash del capoclassifica, davanti al futuribile prospetto F1, Colton Herta, e a Josef Newgarden.

Dix_Laguna

Il Team Ganassi invece, insieme all’Arrow McLaren SP, all’RLL, al Dale Coyne Racing, ed allo Juncos Hollinger Racing, più Devlin de Francesco dell’Andretti Autosport, si è invece ritrovato in California, sulal pista che sarà sede del season finale.

Come lo scorso anno un problema logistico (nel 2021 il carburante, ieri l’altro gli pneumatici) ha posticipato l’inizio delle prove, che hanno visto primeggiare il campione in carica Alex Palou su Felix Rosenqvist e Pato O’Ward. Anche qui un crash degno di nota, protagonista il vincitore della Indy 500, Marcus Ericsson.

Si è peraltro appreso che la serie, ancora una volta vicina ai desideri di team e piloti, avrebbe intenzione di regolamentare diversamente le giornate di test collettivi, portandole a tre, più le consuete due di test privati, di cui uno obbligatoriamente ad inizio stagione, ripristinando così il cosiddetto “Spring Training”, già ospitato a suo tempo a Homestead, Sebring e, più recentemente, Austin.

L’appuntamento con il Gran Prix of Portland è per domenica 4 settembre alle 3.30 PM ET, vale a dire alle 21.30 italiane, mentre le prime libere sono in programma venerdì 2 alle 5.30 PM ET. I due turni (li secondo sabato 3 alle 12.00 PM ET) saranno fruibili gratuitamente sul canale IndyCar Live! https://www.indycar.com/ways-to-watch/stream

Piero Lonardo

Foto: IndyCar, Portland International Raceway

Newg2

IndyCar – Newgarden cala il pokerissimo a Gateway, ma Malukas infiamma

Josef Newgarden era ovviamente tra i favoriti al World Wide Technology Raceway, con le sue tre vittorie nelle sue sei apparizioni sull’ovale corto alle porte di St.Louis, ma al termine di una lunga sosta per il meteo avverso è riuscito a piazzare anche l’ennesimo successo, il quinto stagionale, che lo rilancia nella lotta per il titolo IndyCar.

La gara, cominciata con mezz’ora di anticipo nel tentativo di schivare la temutissima pioggia, è sempre stata nelle mani dei piloti Penske, con Will Power a dominare fino all’unica Full Course Yellow della gara, procurata da Jack Harvey al lap 145.

Dietro al leader i protagonisti del campionato, con Marcus Ericsson presto rimpiazzato alle spalle da Scott McLaughlin, e Felix Rosenqvist a dare spettacolo in partenza rimontando metà schieramento dall’ultima piazzola.

Al restart era però Pato O’Ward ad emergere alle spalle del fresco recordman delle pole position all-time, complice anche la strategia adottata dalle altre vetture del Team Penske, i cui box optavano per una terza sosta anticipata, nella speranza di ritrovarsi davanti nel momento in cui le precipitazioni avrebbero fatto capolino.

Con le gomme fresche infatti Newgarden e McLaughlin volavano sugli avversari impossessandosi delle due posizioni di testa, ma la pioggia tardva a mostrarsi, cosí diventava necessaria una nuova sosta, che premiava, complice anche l’innocente Christian Lundgaard, il kiwi.

La gara però non era assolutamente finita, perchè al lap 214 venivano esposte le bandiere gialle per le prime gocce di pioggia, Full Course Yellow che si trasformava tre giri dopo in Red Flag a causa del successivo temporale.

Seguiva un’interruzione eterna, di oltre due ore, per permettere alla pista di asciugarsi. Al rinnovarsi delle ostilità, dopo un breve momento thrilling in cui la DW12-Chevy di Newgarden, come peraltro accadeva ad altri piloti, faticava a rimettersi in moto, il nativo del Tennessee rompeva subito gli indugi sverniciando il compagno di squadra ed installandosi al comando.

Dietro il quartetto Chevy composto dalle tre Penske con nel mezzo O’Ward emergevano le due vetture motorizzate Honda di David Malukas e Takuma Sato. Sempre in contention per le prime posizioni grazie ad una strategia anticipata, i due alfieri del Dale Coyne Racing si sono trovati nella top six grazie alle ultime soste del trio Ganassi, capitanato da Marcus Ericsson, tra gli unici a pieni giri insieme a Graham Rahal.

Malukas e Sato passavano agevolmente Power per la quarta piazza ed il rookie si lanciava all’inseguimento dei battistrada, giungendo sino alle spalle del leader, che alla fine lo precederà al traguardo di appena mezzo secondo, mentre il due volte vincitore della Indy 500 chiuderà al quinto posto dietro McLaughlin ed O’Ward.

Grazie al risultato odierno la classifica si accorcia ulteriormente, con Power ancora leader ma per soli 3 punti su Newgarden, mentre il distacco su Dixon ed Ericsson, oggi P7 e P8, aumenta a 14 e 17 lunghezze rispettivamente. Con oltre 100 punti in palio nelle ultime due gare comunque sono ancora sette i piloti che matematicamente possono ancora sperare nel titolo. L’IndyCar Series tornerà il 4 settembre per il penultimo appuntamento del 2022 a Portland.

Piero Lonardo

Foto: IndyCar

L’ordine di arrivo

Brabham_GW

Indy Lights – Brabham si vendica dell’Iowa e vince a Gateway

Matthew Brabham torna alla vittoria nell’Indy Lights al World Wide Technology Raceway. L’alfiere dell’Andretti Autosport dopo aver conquistato la seconda piazza allo start su Benjamin Pedersen si è messo dietro il leader Linus Lundqvist per tutta la gara fino a passarlo a quattro tornate dal termine.

Lundqvist, che si era aggiudicato ieri l’ennesima la pole position stagionale, la settima in undici gare, non ha potuto nulla contro l’assalto dell’australiano, che vendica cosí lo sgarbo dell’Iowa del mese scorso, allorquando venne messo a muro senza tanti complimenti.

Dietro i due battistrada la gara, l’ultima su ovale del 2022 per la serie cadetta, è stata movimentata dal solito Christian Rasmussen, che dopo aver persi la quarta piazza in partenza a cura di Danial Frost, ha poi ripreso ritmo sino a rimontare e staccare decisamente il nativo di Singapore per poi accapparrarsi al lap 40 la terza piazza su Pedersen.

Purtroppo per il danese, un altro errore – una big slide in curva 2 terminata con un contatto a muro col posteriore – è costato il ritiro a due terzi di gara. A completare la top five dietro Frost, Hunter McElrea, il quale ha coronato il lungo inseguimento a Jacob Abel ed alle posizioni di vertice al lap 55, portandosi dietro anche il teammate Sting Ray Robb.

In classifica generale, Lundqvist a tre gare dal termine deve praticamente solo arrivare sempre al traguardo per aggiudicarsi il titolo 2022. Brabham ritorna il suo primo inseguitore, ancorchè distanziatissimo, a -108, con 1 ed 11 lunghezze di vantaggio a sua volta su McElrea e Robb. Prossimo appuntamento con l’Indy Lights Series il 4 settembre a Portland.

Piero Lonardo

I risultati delle Qualifiche

L’ordine di arrivo

Foto: Indy Lights

08-19-Power

IndyCar – Power da record, 67ma pole a Gateway

Will Power si candida per la vittoria sull’ovale del World Wide Technology Raceway guadagnando l’ennesima pole position della sua carriera IndyCar, la numero 67 che lo porta ad eguagliare il record di Mario Andretti.

Il leader della serie, dopo aver dominato le prime libere, è uscito per ultimo nelle qualifiche demolendo il limite fino a quel momento appannaggio di uno spettacolare Marcus Ericsson alla media sui due giri di 182.727 mph.

Seconda e terza fila per gli altri due alfieri Penske e Ganassi, con Josef Newgarden e Scott McLaughlin a precedere Alex Palou e Scott Dixon. A seguire Pato O’Ward, migliore degli “altri”, il primo a battere la prestazione apparentemente inarrivabile di Takuma Sato, che lo affianca in quarta fila.

Parziale delusione per l’Andretti Autosport, che piazza nelle posizioni immediatamente successive i suoi quattro piloti. Purtroppo per Romain Grosjean, il migliore del quartetto, qui con una livrea simile a quella del compagno-rivale Alexander Rossi, la sua posizione in griglia verrà arretrata di 9 piazzole per aver cambiato il quinto motore in stagione.

L’unica interruzione della giornata è stata causata da Felix Rosenqvist, che nel corso del primo dei due giri cronometrati è andato testacoda per evitare un duro contatto a muro.

L’immediata vigilia dell’appuntamento è stata movimentata da due annunci di mercato, con Christian Lundgaard, oggetto del desiderio di diverse squadre, che ha prolungato con un accordo pluriennale col Rahal Letterman Lanigan, mentre Helio Castroneves è pronto a rientrare per una nuova stagione completa nel 2023 col Meyer Shank Racing.

Il programma odierno proseguirà con altre due sessioni di libere, di cui la prima vedrà nove vetture impegnate nel compito di gommare la parte alta della pista. Lo start della gara di Gateway, visibile in pay-tv sui canali Sky, a partire dalle 6.00 PM ET, vale a dire le 00.00 italiane, di sabato.

Piero Lonardo

Foto: IndyCar

I risultati delle Libere 1

I risultati delle Qualifiche

Parade_Bomma

IndyCar – A Gateway per giocarsi un pezzo di titolo

Il World Wide Technology Raceway di Madison, Illinois potrebbe diventare ancora una volta decisivo nella corsa al titolo IndyCar 2022. Nei cinque anni passati dal ritorno dell’ovale nella schedule infatti, per due volte una vittoria qui ha consolidato la posizione del leader finale (Josef Newgarden nel 2017 e Scott Dixon nel 2020); Newgarden peraltro qui ha conquistato altri due successi, nella seconda gara del doubleheader 2020 e lo scorso anno.

La classifica attuale a tre gare dal termine vede Will Power condurre a distanza ravvicinata sui due pluricampioni e su Marcus Ericsson, ed anche Power ha un buon ricordo dell’ovale di 1,25 miglia, avendo trionfato nel 2018, senza dimenticare che lo svedese quest’anno ha concluso sempre tra i primi 8 nei quattro appuntamenti fin qui disputati su ovale, con la perla ovviamente della Indy 500, il cui risultato al contrario, potrebbe risultare determinante nella corsa al settimo titolo per il recente trionfatore di Nashville.

Tornando indietro di un paio di settimane, la gara di Nashville (subito ribattezzata “Crashville”), secondo diversi addetti ai lavori ha evidenziato un’eccessiva componente di aggressività, specie in alcuni piloti già noti per azioni al limite. Primo imputato proprio l’enfant du pays Newgarden, colpevole di aver buttato a muro Romain Grosjean nello sforzo di non perdere troppe posizioni dai leader della gara.

Grosjean, che ha aspettato il pilota del Team Penske mimando un WTF anni ’70, è però stato in precedenza tacciato più volte di troppa irruenza; immediata la risposta di Marcus Ericsson – qualche giro prima vittima del franco-svizzero a sua volta in rimonta – al suo tweet di rimostranze “What goes around comes around”, traducibile con un nostrano “chi la fa l’aspetti”.

In generale, si fa riferimento alla fine di un’epoca in cui i piloti IndyCar, aldilà di qualche comportamento plateale di Power (chi ha dimenticato le epiche lotte, anche in corsia box, con Dixon?) o del Takuma Sato di turno, ponevano mutuo rispetto negli avversari in favore di un comportamento in pista nettamente più aggressivo, anche fra compagni di squadra, come dimostrato dai duelli in casa Andretti di Mid-Ohio.

In compenso non sono emersi nuovi segnali nella querelle che vede coinvolto Alex Palou, al momento quinto in classifica a 33 punti da Power, ed il Team Ganassi. Le due parti si sarebbero incontrate prima di Ferragosto per discutere del futuro del campione in carica, ma ad oggi non si conosce l’esito di questi colloqui.

Bomma

Fatto sta che Palou, insieme agli altri piloti full-season, è pronto ad entrare in pista venerdì 19 agosto alle 1.00 PM ET per le prime libere della Bommarito 500. Lo sponsor della gara per l’occasione campeggerà anche sulle fiancate della DW12-Honda #14 del Team Foyt condotta da Kyle Kirkwood.

Qualifiche sempre venerdì alle 4.15 PM ET e gara sabato 20 agosto alle 6.30 PM ET, corrispondenti alle 00.30 nostrane di domenica.  Tra qualifiche e gara altre due sessioni di libere tra cui una mezz’ora per gommare, come in Texas, la parte superiore dell’ovale, anche se qui la “high line” risulta meno determinante. Diretta della gara in pay-tv sui canali Sky e, limitatamente invece a libere e qualifiche, anche sul canale gratuito IndyCar Live! https://www.indycar.com/ways-to-watch/stream

Piero Lonardo

Foto: IndyCar, Team Foyt